Miraggio 1938
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Due vite, due solitudini
Da quando mi sto avvicinando alla letteratura nordica, mi sono resa conto di quanto poco so di quella parte d’Europa, storicamente e culturalmente.
Scopro sempre più di essere portatrice di una vergognosa ignoranza.
Leggere “Miraggio 1937” è stato stimolante e si è rivelato una piacevolissima esperienza di lettura.
L’autore, Kjell WESTÖ è un autore finlandese di lingua svedese.
Per comprendere lo spaccato di vita in cui si muovono i protagonisti, l’avvocato Thune e la sua assistente, la signora Wiik, è necessario conoscere un po’ di storia della Finlandia e l’autore, previdente, ce la offre nella postfazione.
La Finlandia nasce da una costola della Svezia nei primi dell’Ottocento e ceduta ai Romanov: tra paradossi e contraddizioni, nel suo interno palpitò a lungo un cuore nazionalistico che venne affiancato nei primi del Novecento da nuove ideologie, il socialismo e il nazismo. Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, i giovani, sia di lingua svedese sia di lingua finlandese, si arruolarono in segreto al fianco dei tedeschi, nella speranza di emanciparsi dalla Russia. In realtà dopo la deposizione dello zar Nicola II, la Finlandia era preda dell’anarchia più totale che sfociò in una terribile guerra civile.
La signora Wiik, vero nome Matilda Ahlbäck, è vittima dei soprusi di questa guerra e dentro di sé cova il desiderio di vendicarsi dell’uomo che ha abusato di lei quando era praticamente una ragazzina. Quest’uomo, che lei chiama il Capitano in realtà è…
lo scoprirete solo alla fine.
Rimarrete spiazzati.
L’altro protagonista - la storia è narrata in terza persona - è l’avvocato Claes Thune, che porta con sé , come Matilda, una storia di solitudine: sua moglie Gabi, lo ha lasciato, dopo averlo tradito di nascosto con uno dei suoi più cari amici, Robi. Nonostante ciò, Thune rimane in buoni rapporti con l’amico e lo invita, come fa ormai da tanti anni, nel suo studio una volta a settimana al “circolo del mercoledì “ al quale fanno parte una ristretta cerchia di conoscenze dell’avvocato.
Due vite sole, due vite grigie, quella della signora Wiik e quella del dottor Thune, due solitudini che forse avrebbero potuto incontrarsi più da vicino: scopriremo man mano la vera storia della donna, mentre quella di Thune viene rivelata dall’inizio. Lo sfondo è quello asfissiante di una nazione allo sbando, dal passato terribile sferzato dal vento di una nuova guerra mondiale.
L’opera potrebbe essere considerata un noir anni Trenta, ma è riduttivo, non è solo né prevalentemente questo. Si apre in medias res a vicenda già conclusa e continua con un unico, lungo flashback, l’antefatto.
Il titolo del romanzo proviene dall’omonimo titolo di un pezzo musicale di Konni, fratello di Matilda, facente parte di band chiamata Arizona: Miraggio 1938.
“Sulla città aleggiava un’atmosfera irreale. La vita un sogno, un miraggio dai contorni indefiniti. Ecco di nuovo quella parola.”
Appena apre il libro, il lettore troverà la foto, risalente al 1938, di alcuni corridori al traguardo, uno dei quali visibilmente vincitore. Una foto storica: quel vincitore non vinse alcuna medaglia, quel giovane venne qualificato come quarto, perchè…ebreo.
“Vinse Abraham Tokazier, in primo piano sulla linea del traguardo, eppure nella classifica ufficiale risultò essere arrivato quarto: la Finlandia non voleva offendere gli amici tedeschi presenti in tribuna premiando un ebreo” (prefazione dell’editore)
Alla famiglia di Tokazier la vittoria venne riconosciuta postuma, parecchi decenni più tardi.
È questa l’atmosfera straniante e straniata dal libro: i due protagonisti si muovono in un mondo in cui non si riconoscono, con gli ideali a pezzi e con l’infelicità negli occhi.
Indicazioni utili
A chi vuole avvicinarsi alla letteratura nordica.