Le rose di Ester Le rose di Ester

Le rose di Ester

Letteratura straniera

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Ester è solo una ragazzina quando l'impero ottomano decide di cancellare il popolo a cui lei appartiene: gli armeni. Scacciata dal suo villaggio, intraprende una lunga marcia durante la quale vede morire gran parte della sua famiglia. Costretta a sposare un turco che la tratta come una schiava, per scappare da lui non le resta che abbandonare la sua terra e trasferirsi in America. Ora, a 98 anni, non può permettere che la sua esperienza si spenga con lei e all'amata figlia Margaret affida il tesoro della sua storia. Giorno per giorno, il dipanarsi dei ricordi dischiude l'incanto di un mondo lontano e mai dimenticato, il dolore lancinante della perdita e la rabbia di fronte all'odio più brutale e ingiustificato. Ma emerge anche il ritratto di una piccola donna coraggiosa e tenace, sopravvissuta all'orrore senza mai perdere la sua ironia e la profonda umanità.



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Le rose di Ester 2015-05-15 06:06:42 ombraluce
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ombraluce Opinione inserita da ombraluce    15 Mag, 2015
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ANCHE QUESTO PASSERA'

Un libro che affronta in maniera esemplare il ricordo del genocidio del popolo armeno, in un mondo che sta perdendo la memoria.
L'eredità che Ester, novantottenne ricoverata in casa di riposo (l'Armeniam Home), trasmette alla figlia Margaret è il racconto della sua odissea e di quella del suo popolo, narrati qui con affetto, dolore e passione.
Adesso Margaret è una donna matura con due splendi figli e due nipoti, che poco sanno della storia del popolo armeno e del genocidio a cui è sopravvissuta la loro bisnonna Ester. Durante la sua infanzia e prima giovinezza Ester, per proteggerla, poco ha raccontato. Ma verso i diciassette anni Margaret si immerge, leggendo, nella storia del suo popolo e questo cambia la sua vita. Da adulta deciderà di scrivere il libro non per spirito di vendetta, ma per lasciare una testimonianza.
Così nasce questo libro. Ogni volta che si reca a far visita a sua madre, Margaret prende nota dei racconti di quest'ultima, dagli episodi di infanzia, quando ancora turchi e armeni vivevano in pace nella bella cittadina di Amasia, all'esplodere del conflitto e alla sua adolescenza traumatizzata e offesa, ma sempre decisa a sopravvivere, perché, come diceva la vecchia Seranush che per ben due volte arriva provvidenziale a salvarle la vita, "anche questo passerà".
Non è possibile spiegare con le parole il tumulto di emozione e commozione che prende leggendo il libro, non è spiegabile ciò che si prova a frasi come "io e la mia famiglia eravamo come queste foglie, pochi e fragili, e il giorno in cui abbiamo caricato il nostro carretto e lasciato Amasia ci siamo dispersi nel vento". E' ammirabile e bello il fatto che Ester consigli alla figlia di non lasciare mai che la sua vita si riempia di risentimento, perché
"l'odio è come l'acido, potrà farti solo male. L'odio è come l'acido, buca anche il suo contenitore." Aggiungendo che sarà Dio a giudicare.
Insieme a consigli pratici e non privi di umorismo ("Vivi ogni istante come fosse l'ultimo, non ingrassare! E stai attenta ai denti, o finirai come me!"), questa grandissima donna, nonostante tutto quanto ha attraversato, indica la via per mantenere pulito corpo e spirito: aiutare il prossimo, "più bene farai e più Dio ne farà a te."
Con l'umiltà di accettare di non poter capire tutto e, però, di non perdere mai la speranza.
Memorabile la frase nel retro della copertina: "non so spiegare perché non sono morta come è accaduto a tanti altri. Nasciamo, soffriamo ,ridiamo e moriamo. Ma di tutto questo, solo Dio sa."
Leggere questo libro arricchisce di intensa umanità, tracciando un segno nel nostro spirito più profondo.

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