La vergine azzurra
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Benvenuti nel Paese degli stereotipi
Un'eterna ricerca contraddistingue la vita di ogni lettore, ed è quella per individuare i propri scrittori preferiti; se possibile, autori con delle bibliografie corpose, che forniscano un buon numero di volumi da poter recuperare. Per me, Tracy Chevalier rappresentava proprio la candidata ideale per questo ruolo: una scrittrice parecchio apprezzata, impegnata in uno dei miei generi preferiti (il romanzo storico), con una decina di volumi pubblicati, e tutti già tradotti in italiano! Cosa mai poteva andare storto? Vediamolo partendo dalla trama de "La Vergine azzurra", il suo romanzo d'esordio, nonché il titolo con cui ho scelto di cominciare la valutazione della sua prosa.
La narrazione si ambienta principalmente in Francia e Svizzera ed alterna due linee temporali: nella prima seguiamo la popolana Isabelle "la Rossa" du Moulin alla metà del Cinquecento, nella seconda arriviamo ai giorni nostri ed all'ostetrica Ella Turner; quest'ultima si è da poco trasferita nella Patria della quiche e della tour Eiffel per seguire il marito, un architetto di successo. Le due storie hanno moltissimi punti in comune, a cominciare dalle ricorrenze nei nomi dei personaggi per arrivare alle svolte più significative negli intrecci, inoltre si intuisce da subito che le donne sono imparentate ed hanno un aspetto fisico molto simile.
E già da qui si potrà indovinare come la trama prenda una piega surreale che personalmente non sono riuscita ad apprezzare, soprattutto per la poca coerenza e la totale assenza di chiarimenti. In parole povere bisogna accettare che tra Isabelle ed Ella (ma non solo?) esista un legame mistico grazie al quale la seconda riesce a ricostruire fuori scena la vita della prima, o almeno alcuni elementi. Tutto questo risulta a mio avviso forzato ed inutilmente contorto, tanto da rendere a più riprese incomprensibile una narrazione per il resto lineare.
Per quanto riguarda la prosa della cara Tracy in senso lato, l'ho trovata a tratti decisamente bizzarra, e penso in particolare ad alcuni dialoghi ed alla dinamica di certe scene, quasi incomprensibili per quanto i personaggi agiscono in modo caotico, senza tenere in minimo conto le conseguenze delle proprie azioni. Personaggi che risultano poi problematici anche per la mancanza di una vera caratterizzazione: la maggior parte di loro vive soltanto in funzione del ruolo che sono destinati a svolgere nell'intreccio; una volta raggiunto quell'obiettivo, l'autrice non esista a farli praticamente scomparire tra un pagina e l'altra.
Analizzando invece le due vicende in modo individuale, la maggior problematica nella storia di Ella è il comportamento infantile della protagonista stessa, nonché la presenza di un certo trope romance che trovo molto discutibile. Per quanto riguarda Isabelle, la narrazione dei capitoli che la riguardano mi è sembrata troppo frammentaria, con salti di anni ed anni tra un paragrafo e l'altro; il lettore è così costretto ad indovinare come i personaggi reagiscano dopo determinate rivelazioni. Un esempio su tutti è il momento in cui Isabelle ed Etienne annunciano alla famiglia di lui che si sposeranno; purtroppo non sapremo mai cos'aveva intenzione di fare il padre uscendo con un'ascia in mano perché la scena successiva ci porta direttamente alla terza gravidanza della donna, ormai sposata da anni.
Devo ammettere però che in questa lettura non ho individuato solo difetti. In primo luogo mi sono piaciuti molto i collegamenti tra le storie di Isabelle ed Ella, specialmente quando vengono affrontate le difficoltà dell'essere madri e del sentirsi accettate da una nuova comunità. Ho trovato inoltre solida l'ambientazione storica, il che rende più credibile la parte dedicata ad Isabelle. Nel complesso, la prosa di Chevalier presenta diversi elementi interessanti che magari, con la maggior esperienza acquisita in anni di pubblicazioni, mi permetteranno di apprezzare la lettura de "La ragazza con l'orecchino di perla", aka il romanzo con cui progetto di darle una seconda possibilità.
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La vergine azzurra
Non abbiamo un'idea chiara di come finisca il libro, che invece è molto carino e leggibile. Partiamo dal presupposto che è il primo libro della Chevalier, per cui si doveva ancora cimentare con uno stile preciso probabilmente. La storia è appassionante, ma ci sarebbero delle lacune da colmare. Sembra che sia stato lasciato a metà perchè deve uscire il secondo pezzo. è un dispiacere arrivare alla fine perchè è molto bella anche la storia, ma manca di personalità e decisione.
Piacevole comunque.
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Bruttino
Il libro è ben scritto ma a me non è piaciuto. Non mi è piaciuta la cornice della americana Ella Turner in cerca delle sue origini, cornice di cui si poteva fare tranquillamente a meno. Più interessante la storia dentro la cornice della povera Isabelle e dei suoi figli ma anche quella non so...andava sviluppata meglio anche nei suoi aspetti storici come Tracy sa fare tanto bene. Tutto sommato è un romanzo leggero, ben scritto, di facile lettura ma di cui si può fare a meno.
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La Vergine azzurra.
"Hai mai provato a guardare le cose con i miei occhi? Sei sempre così carino e riesci ad andare d'accordo con tutti, ma sempre a modo tuo. Fai sempre in modo che gli altri vedano la cose dal tuo punto di vista."
Il libro ci racconta due storie parallele:
la prima ha per protagonista Isabelle, una ragazza dai capelli rossi, che vive nella Francia del 1600 e che per l'attrazione verso colui che diventerà suo marito si converte da cattolica al calvinismo, senza riuscire mai a dimenticare la protezione e la preghiera verso la Santissima Vergine, non si sente mai completamente accettata dagli abitanti del suo villaggio a causa del colore dei suoi capelli, viene spesso associata ad una strega, il marito ben presto la maltratta e soffrirà per la perdita di sua figlia Marie;
la seconda ha per protagonista Elle, ai giorni nostri, che si trasferisce dall'America in Francia, per il lavoro del marito, rinuncia momentaneamente alla sua professione di ostetrica e si trova catapultata in una realtà piccola, dove le malelingue sono all'ordine del giorno, ben presto si renderà conto di non amare suo marito e di essere attratta da Jean-Paul il bibliotecario che l'aiuta nella spasmodica ricerca delle origini della sua famiglia.
Due donne vittime degli uomini, delle chiacchiere della gente e che annullano i loro sogni per vivere un'esistenza tranquilla e senza tante aspettative.
Questo romanzo è il primo scritto dalla Tracy Chevalier, non ha la forza dei successivi, come il capolavoro La ragazza con l'orecchino di perle o La Dama con l'unicorno, ma si nota già la sua grande capacità di ricreare atmosfere di epoche lontane con un tratto di penna delicato, poetico e raffinato.
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Una delusione
Devo ammettere che questo libro non mi è piaciuto granchè. E'il secondo romanzo di Tracy Chevalier che leggo e, dopo aver letto un'autentica meraviglia come "La ragazza con l'orecchino di perla", mi aspettavo un altro capolavoro da questa bravissima scrittrice e invece è stata una vera delusione. In questo libro ci sono due storie: la prima è ambientata nel millecinquecento e la seconda ai giorni nostri. Apparentemente non hanno alcuna relazione fra loro, ma, a poco a poco che si procede con la lettura, si scopre che queste due storie hanno tantissimi elementi, personaggi e situazioni comuni nonostante le diverse epoche di appartenenza delle due protagoniste (Isabelle du Moulin nel Cinquecento ed Ella Turner nel nostro secolo le quali, tra l'altro, fanno parte dello stesso albero genealogico).
Ho trovato la storia molto noiosa, monotona, soporifera e sempre ferma allo stesso punto, tant'è che ho impiegato mesi per terminare la lettura di questo noiosissimo e interminabile romanzo (se c'è una cosa che non sopporto è quella di non concludere la lettura di un libro, perciò ho fatto un grosso sforzo per terminare "La vergine azzurra"). Ho provato inoltre una profondissima antipatia per Ella (che è una paranoica colossale capace soltanto di piagnucolare e trangugiare caffè a tutte le ore) e per Rick, il marito di lei, (che ho trovato incredibilmente superficiale, irritante e imbecille. In pratica un tipo tutto muscoli e niente cervello. Mi domando come Ella abbia fatto a sposare un beota del genere...). La storia ambientata nella nostra epoca è stata una pesantezza assoluta, mentre ho gradito un po' di più la storia ambientata nel passato anche se, secondo me, la Chevalier avrebbe dovuto approfondirla di più: ha lasciato troppe cose in sospeso e si affida troppo all'intuizione del lettore. Inoltre il finale è terribilmente affrettato e privo di logica, come se l'autrice non vedesse l'ora di terminare il libro scrivendo una conclusione veloce ma insensata.
Non saprei se consigliare la lettura di questo libro. Se amate Tracy Chevalier e i suoi romanzi, allora vi consiglio di leggerlo per soddisfare la vostra curiosità (proprio come ho fatto io), altrimenti lasciate perdere. L'unico, autentico e vero capolavoro di Tracy Chevalier per me sarà sempre e soltanto "La ragazza con l'orecchino di perla" che mi è rimasto nel cuore, a differenza di questo che ho considerato il suo libro meno riuscito.
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