La moglie del rabbino
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Bisbetica e mai domata
Una figura imponente quella della rebetsin Perele, protagonista de “La moglie del rabbino” di Chaim Grade: ambiziosa, intollerante, a volte perfino spietata, sacrifica ogni affetto pur di riuscire infine a rivestire nella societá quel ruolo al quale aveva sempre aspirato. Una storia in cui la sfera privata è strettamente legata a quella pubblica, largamente condizionata dalla componente religiosa più integralista. Sullo sfondo la problematica della diaspora, la contrapposizione tra sionismo e antisionismo. In una società dominata da figure maschili, Perele rivendica per sé un ruolo di primo piano che la ripaghi dell’umiliazione subita da giovane,quando si vide respinta da un promettente giovane intellettuale, futuro brillante rabbino che aveva visto in lei una donna malvagia e ambiziosa. E tale si rivela Perele, una donna di potere, in un mondo maschilista, pronto a criticarla per gli intrighi che riesce a tramare. Un personaggio sgradevole e spregiudicato per molti aspetti, moderno e certamente plausibile se lo si mette in relazione con il mondo e la società contemporanei.