La liberazione del gigante
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Louis De Wohl (1903-1961), tedesco di padre ungherese e madre austriaca, dopo essere fuggito dalla Germania hitleriana nel 1935, prestò servizio come capitano nell’esercito britannico durante la Seconda guerra mondiale. In BUR sono pubblicate le biografie di Giovanni d’Austria "L’ultimo crociato", di san Tommaso d’Aquino "La liberazione del gigante", di santa Caterina da Siena "La mia natura è il fuoco", di Elena madre dell’imperatore Costantino "L’albero della vita". I suoi romanzi sono tradotti in 12 lingue.
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Cavalieri e santi
Grazie ad alcune ristampe edite da Bur è facile per il lettore amante del genere storico e biografico incappare in un autore poco conosciuto; il suo nome è Louis De Wohl, nato a Berlino nel 1903, di cui è difficile raccogliere notizie certe, in quanto pare che durante il secondo conflitto mondiale fosse più conosciuto e apprezzato come astrologo che come scrittore.
La bibliografia tradotta in Italia finora pare interessante, i titoli riguardano personaggi come Santa Caterina, Sant'Elena madre di Costantino, San Francesco d'Assisi, San Paolo e San Tommaso d'Aquino.
“La liberazione del gigante” prende spunto dalla vita di San Tommaso, ma l'intento dell'autore non è agiografico né saggistico, sfociando bensì nella scrittura di un romanzo storico.
La presenza del santo nell'insieme della trama è veramente esigua, soprattutto in considerazione della grandezza del personaggio e dell'incidenza dei suoi studi teologici e filosofici sul rapporto tra fede e ragione.
Sicuramente un terreno spinoso e complesso da affrontare, ma che, se ben sviluppano può divenire una lettura preziosa.
De Wohl possiede unicamente un intento romanzesco, dipingendo numerosi personaggi dell'epoca; cavalieri, crociati, uomini d'arme, imperatori, papi e monaci.
E' un Medioevo buio ed il suolo italico è terreno di lotte tra imperatori e papato.
L'autore vuole dipingere un grande affresco del periodo senza impegnarsi troppo su analisi politiche e filosofiche, tanti accenni ma di scarso peso storico, un racconto movimentato da tanti dialoghi e povero di riflessioni.
Una lettura che non si addice ad un pubblico che cerchi sostanza, che non si accontenti di avvicinarsi in maniera sfuggente ad un grande personaggio del passato, che sfugga i tiramolla narrativi per assaporare argomenti più convincenti.
La penna di De Wohl è discreta e se prestata ad un contenuto più strutturato, avrebbe potuto confezionare un buon lavoro.