La legge dei sogni
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Peter Behrens è nato e cresciuto a Montreal. Dopo aver pubblicato una raccolta di racconti nel 1987 si è dedicato al mestiere di sceneggiatore. Oggi vive nel Maine, con la moglie. La legge dei sogni è il suo primo romanzo.
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THE BIG FAMINE
Nel 1846 l’Irlanda fu colpita dalla Grande Carestia. A quel tempo i proprietari terrieri affidavano i propri territori a fattori. Questi ultimi concedevano, in cambio di lavoro, piccoli appezzamenti da coltivare a fittavoli, famiglie generalmente povere di contadini e allevatori. I terreni concessi erano prevalentemente coltivati a patate, di cui i fittavoli si nutrivano per 10 mesi all’anno. Nel 1845 un fungo chiamato Phytophthora infestans si propagò su tutti gli acri coltivati a patate, annullando completamente il raccolto di un anno intero. La stima fu di un milione di irlandesi deceduti a seguito della Grande Carestia e di due milioni di irlandesi emigrati.
Quanto appena raccontato è storia reale ed è l’innesco di questo romanzo storico. Fergus è un quindicenne, figlio di fittavoli e di un destino segnato. A quel tempo non vi erano alternative, orizzonti e prospettive diverse da quelle in cui si nasceva e l’unico svago per un ragazzo erano i sogni. A causa della carestia Fergus perde i genitori e per sopravvivere deve lottare. Ancor prima deve trovare la volontà di vivere e il senso che sembra sbiadire quando tutto ciò che hai è te stesso. Le realtà che si troverà ad incontrare sul suo lungo cammino raccontano di un’epoca buia in cui le opportunità non si sprecano e le giornate sono un calvario, dove la fortuna gira veloce e l’unica cosa che ti salva è l’istinto.
E’ un romanzo con una scrittura piacevole, con frasi per la maggior parte brevi che accompagnano efficacemente le varie azioni. E’ suddiviso in quattro parti, idealmente identificate come le quattro distanze percorse da Fergus in questo viaggio che lo porterà oltreoceano. Mi è piaciuto molto, ho solamente trovato il racconto della traversata oceanica troppo lungo rispetto al necessario e il ritmo ne risente.
Estremamente interessante l’ambientazione, che non ho mai trovato in romanzi storici precedenti. Estremamente sbagliata a mio avviso la copertina utilizzata da Einaudi, che oltre a non rappresentare la storia, è fuorviante rispetto alla tipologia di romanzo che si ha di fronte.
Sul web si possono vedere le immagini del monumento eretto a Dublino a memoria Grande Carestia, terribilmente evocativo…