Narrativa straniera Romanzi storici La figlia del boia e il monaco nero
 

La figlia del boia e il monaco nero La figlia del boia e il monaco nero

La figlia del boia e il monaco nero

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La trama e le recensioni di La figlia del boia e il monaco nero, romanzo di Oliver Potzsch edito da Neri Pozza. Schongau, Baviera, inverno 1660. Il giovane medico Simon Fronwieser viene chiamato alla chiesa di San Lorenzo per soccorrere il parroco, colto da un malore. Al suo arrivo, però, il sacerdote è già morto. Alcune circostanze sospette convincono Simon a chiamare l’amico e boia Kuisl, che intuisce immediatamente che la morte è stata causata da un veleno. Si apre così per i due investigatori improvvisati un nuovo caso da risolvere.



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La figlia del boia e il monaco nero 2013-11-28 07:23:12 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    28 Novembre, 2013
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Dalle frittelle ai Templari

“Non abbiamo già abbastanza problemi così? Invece no, non mi sta mai a sentire. Ficca il naso nei libri e in casa d'altri e adesso ha messo in pericolo la sua stessa figlia! Che vada al diavolo!”
È così che si esprime, parlando del marito, il boia di Schongau, Anna Maria Kuisl, personaggio minore, ma di non meno spessore, nei romanzi di Oliver Pötzsch, che continua a romanzare le vicende dei suoi avi carnefici autorizzati, concedendosi, qua e là, qualche licenza per fini puramente narrativi.
LA FIGLIA DEL BOIA E IL MONACO NERO, secondo romanzo della serie di gialli storici, che ha come protagonista il boia di Shongau, Jakob Kuisl, è ancora più convincente del primo libro, proprio perché lo scrittore ha più dimestichezza con i suoi personaggi e con le situazioni cui li sottopone. C’è un po’ di ciclicità nelle loro avventure, ma, nonostante alcune situazioni si ripetano (come Magdalena che viene rapita), l’attenzione del lettore resta costante e non mancano colpi di scena, suspense e chiusure di capitolo ad affetto. Non ci si stacca facilmente da questi interessantissimi gialli storici, dove non mancano anche un po’ di humor e sarcasmo.
Oliver Pötzsch, come per il primo romanzo, prende spunto dai suoi avi, efferati boia della città di Schongau, per raccontare, in un modo tutto personale e avventuroso, il panorama storico della Baviera del XVII secolo.
Il giallo inizia a Schongau, nella chiesa di San Lorenzo, dove il giovane medico Simon Fronwieser, chiamato dalla perpetua, si reca per assistere il curato, ma, una volta lì, lo trova morto. È stato avvelenato e Simon sa subito a chi rivolgersi. Nessuno, meglio del boia di Schongau, può chiarire il mistero.
“Dentro la chiesa c’era il diavolo e solo il boia era in grado di stanarlo. Il boia aveva fiutato una traccia. Una volta che il suo istinto veniva risvegliato, procedeva preciso e puntuale come un orologio di Norimberga.”
Ad affiancare il boia, anche questa volta, ci sono la sua bellissima figlia Magdalena e, ovviamente, il suo giovane innamorato Simon Fronwieser. Ma non sono soli. A loro, questa volta, si unisce una bella dama di classe, elegante e colta, Benedikta, sorella della prima vittima. Anche Benedikta vuole acciuffare chi ha ucciso suo fratello e, perché no, scovare dove è nascosto l’immenso tesoro di cui suo fratello ha trovato il primo indizio.
Dopo il primo omicidio, ne seguono altri e la risoluzione del mistero richiede anche quella di un susseguirsi di enigmi che portano il boia e i suoi a cambiare scenario, fino a giungere a Pfaffenwinkel, meravigliosa cittadina della Baviera, ricca di monumenti architettonici, reliquie e storia. Ed è proprio respirando a pieni polmoni luoghi reali, risolvendo enigmi (dopo il primo “Sic transit gloria mundi. Così passa la gloria del mondo”), profanando reliquie e cercando di sopravvivere a situazioni rischiose, sempre più cariche di pericoli, che l’astuto e forte Jakob Kuisl e il suo gruppo, di ormai rodati e navigati investigatori, riescono a risolvere il giallo che affonda le sue radici nella religione e coinvolge l’antico ordine dei Templari in Baviera.

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