La danzatrice di Seul
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Veramente interessante
Magnifico.
Un libro comprato semplicemente perché avevo voglia di leggere un autore o una autrice orientali, preso così senza neppure a provare tentoni nel buio di sondare il terreno prima dell’acquisto. Galeotta fu la copertina...
Una vera sorpresa. Apprendo adesso, a libro chiuso, che la scrittrice è una delle più grandi autrici orientali viventi. Col libro “Prenditi cura di lei”, tradotto in oltre 30 lingue, Kyung-Sook Shin ha vinto nel 2012 il prestigiosissimo Man Asian Literary Prize. E’ stata la prima donna asiatica e la prima cittadina sudcoreana a vincere un premio letterario così importante. E non me ne sorprendo. Una storia coinvolgente, toccante, interessante per l’ambientazione storica ed una scrittura delicata, elegante, che sa mandare però pesanti affondi nel cuore. Ho provato mille emozioni: rabbia, tenerezza,angoscia, tristezza ed anche terrore per scene cruente.
Gli scrittori orientali hanno questa caratteristica: sanno creare immagini di grande delicatezza e raffinatezza, ma sanno anche descrivere la crudeltà.
Com’è nato questo che nell’intento iniziale voleva essere un romanzo storico? È la stessa scrittrice a spiegarcelo alla fine del libro: aveva trovato un vecchio racconto, a Parigi, ambientato nel tramonto dell’antica dinastia Sudcoreana degli Joseon ( al potere dall’ inizio 1300 al 1801) con la sua splendida corte di danzatrici raffinate, di fini suonatori di daegeum ( tipico flauto) e di rigidissime regole sociali all’interno del palazzo.
Kyung-Sook Shin riferisce: “Prima di imbattermi in quella storia, non avevo mai immaginato di poter scrivere un romanzo basandomi su un vecchio racconto. Parlava di un francese, il primo diplomatico in Corea, che si era innamorato di una danzatrice di corte ed era tornato a Parigi insieme a lei”. Una storia che si sposta tra Oriente ed Occidente : il primo con le sue tradizioni, le sue opere colorate, i suoi celadon, vere calamiti per i collezionisti di opere esotiche e un Occidente, in questo caso la Francia, che nonostante l’alto grado di civiltà, arte e letteratura, mantiene un atteggiamento coloniale e di sfruttamento incarnato dallo stesso Victor, l’ambasciatore che si innamora perdutamente di una dama di corte, bella oltre misura e la porta a Parigi. La scrittrice ha dato prova di conoscere molto bene la Francia, i suoi monumenti, le sue opere d’arte ed anche alcuni importanti scrittori, ad esempio Maupassant, che diventa uno dei pochi amici della protagonista, Yi Jin, nella capitale francese.
Un fiore coltivato in una terra diversa però appassisce e Yi Jin finirà con l’ammalarsi gravemente di malinconia al punto che Victor, che la ama con devozione, decide di riportarla in Corea.
Ma...dopo tutti quei mesi, la situazione in Corea del Sud è cambiata, il pericolo giapponese distrugge la serenità della regina tanto amata e di tutto il palazzo...la stessa Jin è cambiata, ora veste abiti occidentali, ha una nuova consapevolezza della vita. Molte persone che avevamo trovato al’inizio del romanzo sono invecchiate o sono morte, ma le passioni covate sotto la cenere no.
Lascio a voi il piacere di scoprire un romanzo storico, di costume, ben documentato e veramente toccante. Prendete pure i fazzoletti, perché non riuscirete ad evitare di commuovervi.