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La danzatrice bambina La danzatrice bambina

La danzatrice bambina

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La trama e le recensioni di La danzatrice bambina, romanzo di Anthony Flacco edito da Piemme. Questo non è il racconto dell'onda furiosa della Grande Storia sul destino di un popolo. Non solo questo. È una storia piccola, che ha il nome e il volto di una bambina. Zubaida vive nel deserto dell'Afghanistan, in un villaggio che la "guerra al terrore" non ha ancora travolto. Ha nove anni. Non sa niente del mondo oltre il suo villaggio, poco della travagliata storia del suo paese, dei cingolati dell'Armata Rossa, della lotta dei mujaheddin, del regime dei talebani che ha proibito anche gli aquiloni, degli elicotteri con la bandiera a stelle e strisce. Cammina danzando, a piedi nudi, al ritmo di una musica che le suona dentro. Ma non dopo quel giorno. Non da quando un terribile incidente le ha ustionato le mani, il viso, il corpo. Da allora, la musica si è spenta.



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La danzatrice bambina 2012-07-31 20:31:47 ant
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ant Opinione inserita da ant    31 Luglio, 2012
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Tanta forza di volontà

Un romanzo che è un inno alla speranza, un'esortazione forte e decisa a non mollare mai nella vita, anche di fronte a situazioni terribili e disagevoli come quelle vissute dalla giovanissima protagonista del testo, Zubaida.
Lo scrittore descrive in modo preciso sia le caratteristiche comportamentali di Zubaida che del posto dove la bimba vive, ossia l'Afghanistan dei primi anni 2000.
La trama: una ragazzina afghana di 10 anni, spesso sola in casa, per ammazzare il tempo si diletta a cantare e ballare, un giorno inavvertitamente mentre danza rovescia la stufa a kerosene che prende fuoco e con lei anche il povero corpo di Zubaida resta martoriato. Inizia un calvario inenarrabile per questa bimba, grazie all'amore e alla perseveranza di suo padre riesce prima a a essere assistita presso gli ospedali afghani e iraniani, per poi successivamente ricevere cure negli USA .
Un libro che parla di una storia semplice, ma con all'interno anche tanti spunti relativi ad usi e costumi di luoghi remoti come l'Afghanistan che rendono queste pagine interessanti sotto tanti punti di vista

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libri dove la sofferenza umana è al centro del racconto
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La danzatrice bambina 2011-08-24 14:45:29 francesca
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Opinione inserita da francesca    24 Agosto, 2011

la danzatrice bambina

la danzatrice bambina è un romanzo con emozioni irripetibili.
questa bambina, zubaida, si infiamma inciampando sulla spia della stufa che cercava di accendere con il kerosene e da qui si susseguono un numero irripetibile di avvenimenti.
mi congratulo con l'autore per la sua espressività e per il modo appassionato con cui ha scritto il romanzo.
LO CONSIGLIO VIVAMENTE!

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La danzatrice bambina 2011-05-11 21:34:21 katia 73
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katia 73 Opinione inserita da katia 73    11 Mag, 2011
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la danzatrice bambina

Zabaida è una bambina che vive in un villaggio dell’Afghanistan con la sua famiglia, un giorno sola in casa decide di farsi un bagno ma purtroppo la tanica di kerosene che porta esplode e in un attimo il suo corpo è avvolto dalle fiamme. In un paese dove non esiste praticamente assistenza sanitaria Zabaida sarebbe stata costretta a morire dopo atroci sofferenze se non fosse stato per l’ostinazione di suo padre che decide di salvare questa figlia a tutti i costi, e, grazie all’aiuto degli abitanti del villaggio che gli prestano dei soldi riesce a portarla a Kabul e convincere un soldato americano ad aiutala.
Si apre così una catena umanitaria stupefacente e Zabaida viene trasferita in America per essere curata da un chirurgo plastico che si fa carico di questa grande impresa, il suo corpo è veramente devastato.
Lo stile di scrittura è quasi giornalistico, le conversazioni sono veramente pochissime, le varie fasi delle operazioni sono descritte in maniera minuziosa, ma nonostante questo il libro è veramente interessante emozionante e ricco di sentimenti , io l’ho trovato molto commovente e fa veramente riflettere su come può essere la vita in quei paesi, dove per poter andare all’ospedale bisogna percorrere chilometri su mezzi di fortuna , dove manca veramente tutto, tutto quello che noi occidentali abbiamo a portata di mano, però la cosa bella di questi luoghi è la solidarietà della gente, gli abitanti del villaggio non hanno niente, ma per potersi aiutare si privano anche di quel niente.
Un libro da leggere, per commuoversi e per riflettere .

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La danzatrice bambina 2010-08-02 21:00:41 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    02 Agosto, 2010
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Straordinaria vicenda umana

Afghanistan , anno 2001 : Zubaida, una bambina di 10 anni rimane tremendamente deturpata dallo scoppio della bombola di kerosene della cucina.
Viene data prima per spacciata, poi quando nonostante le terribili ferite e le sofferenze si ostina a lottare per vivere la gente consiglia il padre della bambina di lasciarla morire .
Ma il padre , contro l'opinione di una cultura e di una società gretta e retrograda nella quale una donna vale infinitamente meno di un uomo , non si rassegna . Nonostante le difficoltà economiche di una famiglia numerosa alla quale l'uomo non riesce più a dare il supporto di sempre perchè impegnato a cercare qualcuno che lo aiuti a salvare la sua bambina, nonostante un servizio sanitario afghano praticamente inesistente , dove mancano le competenze , le medicine e spesso la volontà di utilizzare risorse per salvare una femmina che pare comunque condannata.
Nonostante tutto questo...
un soldato americano incrocia lo sguardo della piccola Zubaida mentre in un mercato il padre è impegnato in uno dei suoi disperati pellegrinaggi in cerca di aiuto. E' uno sguardo senza volto a cui non si può sfuggire facendo finta che non ti riguardi. L'uomo chiede al padre della bambina che cosa le sia accaduto e , venuto a conoscienza della storia, contro ogni regolamento militare, a rischio della propria carriera , decide di aiutarli.
Ha inizio una storia che sembra quasi incredibile tale è la forza che la piccola Zubaida riesce a trasmettere, come se fosse in grado di tirare fuori la parte migliore di quelli che incontra .
Lo sguardo di Zubaida è un uragano che spazza via senza pietà tutte le miserie attribuite agli uomini, che come sospinti da qualcosa che non è di questo mondo mettono da parte differenze etniche, sociali e culturali, ambizioni personali meschinità e paure per raggiungere un fine comune che è restituire a Zubaida la sua vita.
Tra solidarietà, regolamenti aggirati, e lo straordinario impegno e dedizione di un giovane chirurgo plastico americano e della sua famiglia , Zubaida avrà per un anno una nuova casa in America. Verrà sosttoposta a numerosi interventi chirurgici non solo per ridarle un aspetto normale ma prima di tutto per liberarla dalle cicatrici che la stavano soffocando in una morsa mortale. Non sarà un cammino facile perchè a livello psicologico il fuoco ha bruciato e distrutto quanto a livello fisico, perchè la cultura afghana è lontana anni luce da quella americana. Ma dove c'è l'amore per il prossimo qualunque pelle abbia , da qualunque parte del mondo venga, le montagne diventano vallate.
Il finale sembra una fiaba , la storia è raccontata in stile giornalistico e non ci sono praticamente dialoghi ma appunto è una storia talmente travolgente che ti sembra davvero che volendolo fortemente e lottando strenuamente ogni cosa sia possibile.

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La danzatrice bambina 2010-06-12 15:27:58 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    12 Giugno, 2010
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La danzatrice bambina

L'autore ci racconta una storia vera,commovente,triste e gioiosa al tempo stesso. E'una storia di solidarietà e generosità. tutto ruota attorno alla piccola Zubaida, bimba afgana, deturpata dal fuoco, che grazie alla tenacia del padre nel chiedere aiuto, riesce a mettere in moto una gara di solidarietà, prima tra i militari statunitensi stanziati a Kabul, poi presso una ONG (una organizzazione non governativa che opera nelle zone di guerra), fino ad arrivare al chirurgo che le ridarà la "vita" e che l'accoglierà in famiglia per oltre un anno in America.
Quelli raccontati in questo testo sono sentimenti veri, che ti toccano pagina dopo pagina e che inevitabilmente ti costringono a riflettere sulla vita e su quanto noi, appartenenti al mondo occidentale, siamo fortunati sotto tutti gli aspetti: dalla libertà alle risorse mediche.
Ho letto questo libro con immenso piacere e commozione,mi ha trasmesso tante emozioni, sia per le note positive sia per quelle negative.
Lo consiglio a tutti.

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La danzatrice bambina 2008-12-29 20:17:37 alessia
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Opinione inserita da alessia    29 Dicembre, 2008

la danzatrice bambina

...per conoscere la storia moderna

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La danzatrice bambina 2008-12-01 09:09:02 Maristella
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Maristella Opinione inserita da Maristella    01 Dicembre, 2008
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Per non spegnere la musica

Zubaida ha nove anni. Vive con la sua famiglia a Farah, un piccolo paesino affondato nel deserto afghano. La sua Nazione è duramente provata dai continui rovesci di potere e dalle guerre. Ma lei, con l’inconsapevolezza dei suoi pochi anni, trascorre l’infanzia esprimendo la sua gioia di vivere con la danza e la musica che riempiono il suo giovane cuore.Un giorno, mentre è occupata in piccole faccende domestiche per dare un aiuto alla famiglia, un terribile incidente, causato da una tanica di kerosene, la trasforma in una torcia umana facendo sparire in un attimo ogni piccolo barlume di vita e speranza futura. Orribilmente deturpata, con le carni sciolte come cera, in un grido continuo di inimmaginabili sofferenze, il suo destino è la morte. Ma il coraggio di suo padre Mohammed Hassan, un padre che ama la figlia, un padre “diverso” in una radicata tradizione che ritiene la donna meno di nulla, riesce a cambiare il corso della storia. Indebitatosi, percorre in lungo ed in largo il paese con quel carico di dolore tra le braccia, cercando tenacemente un aiuto per alleviare le sofferenze della sua bambina e consentirle di riprendere una vita che i suoi occhi neri e vivi ancora fortemente reclamano.Giunto in un campo militare americano, si imbatte in un ufficiale dell’esercito che, colpito dall’intensità dello sguardo della bimba e dal martirio di quel suo corpicino straziato, diventa il primo anello di una solidarietà che oltrepassando culture e confini riuscirà a regalarle una nuova possibilità di vita. Sarà il noto chirurgo plastico Peter Grossman, (insieme alla moglie Rebecca che elargirà anche tanto salvifico amore verso quell’infelice creatura), dopo una lunga serie di interventi chirurgici, eseguiti a ritmo intensivo per questioni burocratiche, a ripristinare le sembianze umane di Zubaida, permettendole di ricostruirsi un’identità che, travalicando il puro confine fisico, sarà capace anche di apportare una trasformazione interiore fondamentale all’acquisto della consapevolezza di essere in grado, senza rinunce alle sue radici culturali, di percorrere nuovi e più larghi orizzonti. Una storia vera che, anche se riportata in modo leggermente asettico e documentaristico, vale la pena di conoscere per carpire le tante sfumature che ha da offrire.

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