Narrativa straniera Romanzi storici La dama e l'unicorno
 

La dama e l'unicorno La dama e l'unicorno

La dama e l'unicorno

Letteratura straniera

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È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista. Jean Le Viste l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna gli ha commissionato arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa.



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La dama e l'unicorno 2014-12-04 09:08:42 MATIK
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MATIK Opinione inserita da MATIK    04 Dicembre, 2014
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La dama e l'unicorno.

"Gli arazzi sono molto diversi dai dipinti", ho esordito. "Uno che non ci ha mai lavorato non può capirlo. Spesso un pittore pensa che basti semplicemente ingrandire e tessere le figura che ha dipinto, lasciandole così come sono. Ma guardare un arazzo non è come guardare un quadro. Il dipinto di solito è più piccolo, così lo sguardo riesce ad abbracciarlo tutto in una volta. Non ci si deve avvicinare troppo, basta rimanere a un paio di passi di distanza, come se ci si trovasse davanti a un prete o a un insegnante. All'arazzo, invece, ci si avvicina come a un amico. Se ne vede solo una parte per volta, e non necessariamente quella più importante. Ecco perché nessuna delle figure deve risaltare troppo, ma integrarsi in modo armonico in un insieme piacevole alla vista, ovunque vadano a posarsi gli occhi dell'osservatore."
Anche questa volta Tracy Chevalier non mi ha deluso, è ufficiale, questi libri sono i miei preferiti, quelli dove c'è una buona ricostruzione storica, che mi riportano indietro nel tempo, pagina dopo pagina sono trascinata nella Parigi e nella Bruxelles del 1400.
Come nella "Ragazza con l'orecchino di perla" dove partendo da un famosissimo quadro, la scrittrice ha intessuto una magnifica storia, qui ha fatto altrettanto partendo dalla "Dama con l'unicorno" facente parte del ciclo di cinque arazzi fiamminghi ha permeato una buona storia di fantasia.
Il personaggio principale Nicolas des Innocents che viene assoldato dal ricco Jean Le Viste per creare dei magnifici arazzi, per decorare e arricchire il suo splendido salone delle feste, il pittore gran donnaiolo userà come soggetto la seduzione di un unicorno da parte di una dama. La storia si dipana tra Parigi e Bruxelles, dove c'è la bottega del tessitore Georges, della moglie Christine e della figlia cieca Alienor e racconta dell'amore impossibile da coronare tra lo stesso pittore e la figlia di Le Viste, Claude.
Per me è un buon romanzo, la lettura è stata piacevole ed intrigante, ma l'ho trovata meno incisiva dello splendido libro della "Ragazza con l'orecchino di perla", non ho apprezzato il personaggio di Nicolas des Innocents, il grande seduttore, che vuol far sesso con qualsiasi donna che le capiti a tiro e che nessuna di loro sa resistergli, ne è venuto fuori un uomo troppo esagerato ed esibizionista, mentre ho amato la figura di Alionor una ragazza forte e battagliera che non si scoraggia neppur per la sua cecità.

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Consigliato a chi ha letto...
Per chi ama i romanzi che riportano a vivere epoche passate.....
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