La ballata di Typhoid Mary
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Castigo divino con brio
Federspiel, altro scrittore a me sconosciuto fino a poco tempo fa, ha uno stile affilato e brillante. Usa l'ironia come una spada e è capace di fare descrizioni bellissime. In questo racconto organizzato come una ballata il tono è leggero e la penna tagliente. Molte chiusure dei capitoli sono particolarmente interessanti. L'io narrante è un medico e ci racconta, (con il tono asettico, distaccato e ironico del professionista cui l'aspetto umano delle vicende è del tutto indifferente), la storia di una bambina portatrice sana di tifo con la passione per la cucina. La bambina (poi ragazza), arrivata sulla terra ferma in circostanze drammatiche dopo la morte dei genitori durante una traversata in nave, semina la morte tra le famiglie per cui lavora. Poco male, perché tutti quelli che vengono contagiati dal tifo se lo sono meritato in qualche modo: avari, pedofili, seccatori del genere umano a vario titolo, egoisti e ricchi terribili. Tutti quanti fanno la stessa fine mentre i bambini, affidati alle cure di Mary, non contraggono la malattia. Mary diventa per questo scrittore (ateo credo) lo strumento per affermare una sorta di giustizia sociale.
Il libro è bello e ben scritto, con punte di genialità.
L'unica cosa che rimprovero allo scrittore sono un paio di (brevi) descrizioni di molestie sulla bambina che a me sono dispiaciute, forse per il tono distaccato e divertito del racconto.
La storia è vista con lo sguardo impertinente di chi sogna a occhi aperti una sorta di giustizia e di premio o castigo terreno: contagio per i cattivi e salute per idealisti e bambini. In ogni caso si salvano pochi personaggi.