L'ultima stazione
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Jay Parini, romanziere e poeta, è nato nel 1948 in Pennsylvania. Attualmente è docente di lingua inglese al Middlebury College nel Vermont. Ha scritto sei romanzi e fra questi: Benjamin’s Crossing, The Apprentice Lover; fra le sue opere di poesia The art of subtraction: new and selected poems. Oltre alle biografie di John Steinbeck, Robert Frost, e William Faulkner, è autore di un volume che raccoglie i suoi saggi su temi letterari e politici e di The Art of Teaching. Ha curato The Oxford Enciclopedia of American Literature ed è un collaboratore regolare del “Guardian” e di altri giornali. Dal 2005 è l’agente letterario esecutivo di Gore Vidal.
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Un piacevole racconto su un grande uomo
Non sono un esperto di letteratura russa, ho letto alcuni romanzi di Bulgakov, che ho enormemente apprezzato, e ho studiato come molti le grandi opere di Dostoevskij e Tolstoj durante gli anni al liceo.
Quando questo romanzo , L'ultima Stazione, mi è stato regalato, sono rimasto un poco perplesso.
Per poter leggere un racconto dedicato agli ultimi anni di vita del celebre Tolstoj non sarebbe stato forse più opportuno conoscere prima Guerra e Pace?
Nonostante questo, incuriosito dalla trama ma soprattutto dal titolo, decisamente accattivante, ho deciso di avventurarmi nelle lande gelide della Russia per fare conoscenza del celebre romanziere, ormai alle soglie della morte, e della sua nutrita famiglia.
Parini apre delicatamente le porte dell'intimità familiare e del focolare di Tolstoj.
Una attenta ricostruzione storica, coniugata con una ottima caratterizzazione psicologica dei personaggi che popolano le pagine del racconto hanno l'effetto di rendere molto vivide le contraddizioni di un uomo reso celebre dalla scrittura.
Tolstoj è giunto ormai alla fine di un percorso ricco, di una vita lunga e piena, ma, proprio ora all'ultima stazione, si materializzano i demoni della fama, delle gravose responsabilità verso sè, verso la propria famiglia ed il proprio pubblico. Non è facile quando si è ormai deboli e anziani continuare a lottare, tentare di conservare e preservare gli affetti da rancori, invidie e gelosie.
Tolstoj vorrebbe ormai la pace, la pace che ha fatto da vessillo al suo più celebre romanzo, ma ora più che mai per averla è ancora necessario affrontare la vita.
L'ultima Stazione è di certo un romanzo suggestivo, introspettivo e delicato, scorre con una certa facilità.
Chiunque sia alla ricerca di una lettura non banale non rimarrà che piacevolmente soddisfatto.
Il rischio in cui l'autore sarebbe potuto incappare, una narrazione monocromatica e noiosa, è ampiamente sventato, la grande figura di Tolstoj, ne sono certo, conquisterà anche il lettore meno convinto.
Finzione e verità storica sono dosate la punto giusto, la trama non si riduce affatto ad una mera biografia né pecca di troppa fantasia. Il più grande scrittore della Russia, idolo di folle e di donne è lì: vivo, granitico ma stanco.
Cosa ci sarà dopo l'ultima stazione? Tolstoj è lì per raccontarvelo.