L'ultima scintilla L'ultima scintilla

L'ultima scintilla

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

L'ultima scintilla, opera dello stesso autore di Niente di nuovo sul fronte occidentale, descrive la vita di un gruppo di prigionieri detenuti in un campo di concentramento a Mellern (campo immaginario), viste dal punto di vista del prigioniero numero 509. Numero 509 è un prigionerio politico del campo di concentramento di Mellern, in Germania (non è specificato in quale regione della stessa), incarcerato nel 1933, all'apertura del campo stesso, perché lavorava come caporedattore in un giornale, probabilmente contrario alla dittatura.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
L'ultima scintilla 2013-04-12 07:08:11 Mario Inisi
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    12 Aprile, 2013
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Come scarafaggi

Libro molto intenso, un altro libro dell'anima come tutti quelli di Remarque, che per questo è uno scrittore assolutamente intramontabile. La storia è ambientata in un campo di concentramento immaginario ma non di fantasia, nel senso che l'autore si è ben documentato prima di scrivere una storia simile. Ci viene presentato come uno dei campi di concentramento più vivibili: non ci sono ad esempio camere a gas (per cui è lasciato al lettore immaginare come potrebbero essere gli altri campi).
La scena si apre con un prigioniero, il 509, paragonato a uno scarafaggio, insetto che quando vede il pericolo si immobilizza e cerca di mimetizzarsi per passare inosservato. Il 509 sta nel campo piccolo, una specie di anticamera della morte, dove il cibo è pochissimo e i letti o le coperte si devono dividere tra più persone per cui i prigionieri dormono a turno. Dalla descrizione delle condizioni di vita dei prigionieri, resi meno uomini dalla fame perenne (come descriveva anche Primo Levi nel suo libro Se questo è un uomo) Remarque passa quasi subito a raccontare di un gruppo di prigionieri che, nonostante la fame e le privazioni sono ancora capaci di solidarietà, di amicizia, di rischiare la vita uno per l'altro. L'umanità di queste persone, pur nelle condizioni degradanti di vita, emerge prepotentemente a ha come sfondo la mancanza di umanità, intesa anche come mediocrità, assenza di senso critico e di capacità di comprendere le situazioni dei tedeschi carcerieri abbruttiti dall'ideologia accettata acriticamente, da una crudeltà inconsapevole e da una altrettanto inconsapevole cecità e stupidità. Sono loro ad essere quasi degli animali, sia per il comportamento sia nella descrizione fisica: ingrassati, arroganti, ingiusti, velenosi, violenti, crudeli. I veri insetti del campo.
E il libro l'ha scritto un tedesco! Questo lo rende ancora più interessante. E' come dire che l'umanità non ha etichette e la capacità di fare il male senza rendersene minimamente conto pure.
Un libro da leggere come tutti i libri di Remarque. Questo è uno scrittore dell'anima perciò intramontabile come tutti gli scrittori dell'anima. Forse non è il suo libro che preferisco ma è comunque molto bello e lascia qualcosa.
Alla bellezza della storia e alla sua profondità fa da contrappeso lo stile semplice e senza orpelli. Non c'è vanità, nè pretesa di bellezza formale nella sua scrittura. Punta diritto al cuore del lettore con la storia in sè e con i pensieri e le vicende dei personaggi.
L'arrivo dei liberatori farà nascere l'ultima scintilla: di vita, di umanità, di speranza. Nei prigionieri naturalmente, compresi quelli che faranno una brutta fine.
Per i carcerieri invece non c'è speranza, nemmeno di fronte all'arrivo degli americani si rendono conto di quello che hanno fatto: hanno obbedito agli ordini, dicono e si aspettano quasi di essere difesi dagli stessi prigionieri.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Remarque, Primo Levi
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il fantasma del vicario
La grande fortuna
Sabotaggio
Nuove abitudini
Linea di fuoco
L'ufficio degli affari occulti
Il mago
La moglie del lobotomista
La guerra di H
Il canto di Calliope
L'aria innocente dell'estate
Max e Flora
Rincorrendo l'amore
Giochi proibiti
Il canto di Mr Dickens
I Netanyahu