L'ultima estate a Deyning Park
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Judith Kinghorn è stata per vari anni direttore generale di un’importante agenzia londinese di selezione del personale. A un certo punto della sua vita, però, ha deciso di mollare tutto per dedicare più tempo alla sua famiglia e soprattutto alla sua grande passione: la narrativa. Insieme col marito e i due figli, ha lasciato la città e si è trasferita nello Hampshire, dove ha iniziato a scrivere il suo primo romanzo, L’ultima estate a Deyning Park.
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Opinioni inserite: 4
Giù la maschera, mattone!
La cosa che si percepisce immediatamente leggendo questo mattonazzo, che sembra rubato appositamente dalla Grande Muraglia Cinese, dimenticato casualmente sullo scaffale di una libreria ed erroneamente acquistato dalla sfortunata sottoscritta in quanto scambiato per un romanzo gradevole e coinvolgente, è l’incredibile, spropositata e smisurata lentezza, caratterizzata da infinite, ridondanti, continue e ripetitive (a livelli da esaurimento nervoso) riflessioni psicologiche della protagonista, in perfetto stile “Sigmund Freud dei poveri”, e altre sul paesaggio circostante (le più odiose in assoluto), sull’ambiente, sul clima (roba da fare invidia a Giuliacci), sulla fauna e flora locale, alberi e uccellini che fanno rimpiangere quelli di Biancaneve per quanto anche loro non scherzassero nel rompere le scatole con i loro mielosi cinguettii.
Posso capire che la storia voglia incentrarsi sulla nostalgia provata dalla protagonista nei confronti della sua casa e di come ci stava bene in estate, però, cavolo, the plot must go on!! Non si prova neanche il minimo interesse ad assistere alla sua perdita dell'innocenza, alla crescita e alla "maturazione" da tanto è piatta e monotona la narrazione!
Oltretutto questo libro è un gran furbacchione perché si spaccia per romanzo d’amore e di guerra quando in realtà non è nessuno dei due.
La guerra rimane perennemente sullo sfondo, e se ne parla a malapena per una novantina di pagine, e le sue conseguenze non si fanno sentire totalmente, è impossibile percepirle e viverle sulla propria pelle, sentirle così come tutte le vicissitudini che capitano ai vari personaggi, praticamente tutti vuoti e privi di personalità, anche se la protagonista li batte tutti in questo ambito, tanto che non ci si può fare a meno di domandarsi come abbia fatto il suo amore a innamorarsi di lei e continuare ad amarla nonostante tutte le peripezie di guerra, d’amore e di lontananza che gli piovono addosso a raffica.
Fatto sta che tutto questo vuoto emotivo non fa provare la minima empatia nei confronti di niente e nessuno e mi fa sbellicare il fatto che la quarta di copertina prometta intrighi quando di essi non ce n'è nemmeno l'ombra.
Ciliegina sulla torta: il finale, per quanto si spacci come tale, lascia in sospeso un mucchio di questioni irrisolte e porta tristemente a riflettere quanti buchi siano presenti nella trama.
Consiglio caldamente di lasciar perdere questo prolisso ciarpame, che ha il solo pregio di essere scritto in modo grammaticalmente corretto, e di leggersi qualche numero di “Novella 2000” che è molto più edificante e costruttivo.
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L' ULTIMA ESTATE A DEYNING PARK
Questo libro mi è piaciuto dalla prima all'ultima pagina. Attraverso la vita e l'atteggiamento verso questa della giovane protagonista, l'autrice svela il modo di vivere e di pensare della nobiltà inglese poco prima dell'inizio della prima guerra mondiale e negli anni successivi.
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CLARISSA E TOM
***ATTENZIONE: IL TESTO CONTIENE SPOILER***
Se avete comprato l’edizione rilegata avrete sicuramente la fascietta gialla dove è scritto: “Una grande storia d’amore: convenzioni sociali, intrighi, scandali, tragedie nell’Inghilterra d’inizio novecento”.
Si in questo romanzo c’è tutto questo, la storia gira attorno a due persone: Clarissa, una bellissima nobildonna e Tom il semplice figlio della governante.
Il libro è diviso quattro parti, le vicende si evolvono negli anni, dapprima arriverà la prima guerra mondiale che sconvolgerà le vite di tutti i protagonisti e dopo il conflitto mondiale si apre un’epoca di profondi cambiamenti sia a livello di stile, che a livello culturale e di costume.
Tra Clarissa e Tom come si può ben immaginare scoppierà l’amore che però sarà ostacolato dalle famiglie, dalla differenza di classe sociale e anche dalla mentalità dell’epoca.
Nelle prime cento pagine circa Clarissa è una ragazzina viziata, immatura, sognatrice del grande amore un po’ insipida, non credo nemmeno per colpa sua, è stata educata in un ambiente molto ricco abituata alla bella vita, a essere servita.
Speravo che nel corso della storia la protagonista cambiasse ma non è così, la ragazza continua a essere superficiale, ad avere l’atteggiamento da eterna adolescente che si piange addosso.
****ATTENZIONE SPOILER*****
Devo dire però che Clarissa dovrà affrontare moltissimi eventi tragici e drammatici, ma nonostante questo non reagisce, no lei rimane statica, lì immobile e invece di dare una svolta alla propria vita partecipata a feste varie e inizia ad usare la morfina per combattere il dolore che sente.
Ma neanche il personaggio di Tom secondo me, non viene descritto in maniera appropriata, vuole diventare qualcuno, avere un riscatto sociale e nel corso del libro si arricchisce ma non fa niente per lottare per l’amore della sua vita Clarissa anche lui rimane lì fermo aspettando che gli anni passano.
Anche se rispetto a Clarissa è un bravo ragazzo, di buon cuore e umile.
Sembra quasi che questo non sia un romanzo storico, ma credo sia più un romanzo d’amore diventa storico forse perché ha come sfondo la prima guerra mondiale e descrive un po’ la vita del primo novecento, ma per il resto il conflitto mondiale fa solo da cornice alla storia tra Clarissa e Tom.
Per la mia modesta opinione, ho trovato che questo libro sia stato scritto in maniera superficiale non affronta in maniera dettagliata alcuni temi che invece potevano diventare interessanti, e nemmeno i protagonisti non subiscono un’evoluzione.
Forse nelle ultime pagine si ha un cambiamento almeno lo vedo in Clarissa, forse con l’età riesce a prendere delle decisioni e a fare delle scelte importanti.
Mi dispiace molto, perché questo romanzo poteva essere una grande storia d’amore indimenticabile, di quelle che a distanza di anni quando vedi il libro sulla tua libreria ti scappa un sorriso per le emozioni che ti ha suscitato, ma purtroppo non sarà così.
A mio avviso l’autrice ha messo troppe carte in tavola senza però riuscire a giocarne bene nessuna.
Troppi argomenti buttati là, la guerra in primis, lutti famigliari, un matrimonio sbagliato, la violenza, l’abbandono di un figlio, la droga, le convenzioni sociali ,un amore impossibile, un segreto di famiglia inconfessabile.
In più mi è sembrato che questo romanzo sia simile ad un altro che avevo letto e avevo visto anche il film vale a dire “Le pagine della nostra vita” di Nicholas Sparks.
Ecco alcuni aspetti in comune:
- Allie era una ragazza di buona famiglia e Noah un semplice operaio qui abbiamo Clarissa che è una nobildonna e Tom un servo.
- Di mezzo si mettono le famiglie che non vogliono che i due stiano insieme questo c’è in entrambe le storie
- La guerra: in quello di Sparks c’è la seconda guerra mondiale qui la prima
- La madre di lei in entrambi i libri nasconde le lettere dei ragazzi alle loro figlie e in più entrambe le donne hanno avute delle relazioni extraconiugali con un uomo di umili origini
- Alla fine della guerra siano Noah che Tom tornano e si arricchiscono, così Noah riesce a comprare una vecchia casa che piaceva a Allie mentre Tom riesce a prendere la residenza in campagna dove era vissuta Clarissa fino a prima della guerra
I libri di Nicholas Sparks sono carini ma questo l’avevo letto anni fa e mi aveva colpito molto ecco perché lo ricordo a distanza di anni.
In conclusione gli aspetti che ho gradito di questo libro sono: sicuramente la copertina che è carina, lo stile dell’autrice che è abbastanza scorrevole nella maggior parte del libro e la parte finale del romanzo, le ultime cento pagine circa.
Per il resto come ho già detto non mi sono piaciuti i personaggi, alcuni temi delicati potevano essere approfonditi e forse la trama era abbastanza prevedibile.
Un’ultima cosa che voglio sottolineare: questa è una mia opinione, non mi permetto di giudicare il lavoro che l’autrice ha fatto, ma il libro non mi ha suscitato delle emozioni e l’ho trovato che mancasse di originalità.
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L'ultima estate a Deyning Park By Judith Kinghorn
Come posso scrivere una recensione senza svelare qualcosa, ho amato troppo questo libro, mi e piaciuta l'ambientazione, la scrittura, i personaggi,non dico che è al pari del Cavaliere d'Inverno, (libro che mi ha fatto piangere) però L'ultima estate a Deyning Park mi ha fatto venire il nodo in gola sarà per le vicessitudi dei due protagonisti,sarà perchè ambientatato durante la prima guerra mondiale,(se volete un consiglio tenetevi a portata di mano dei fazzolettini) merita di essere letto e un libro che fa sognare che fa sperare. Come i due protagonisti , nonstante tutto sia avverso i casini le difficoltà, loro non smettono mai di sperare e sognare
Se all'inzio pensavo che non c'e l'avrei fatta, se mi sembrava di aver perso tutto il mio coraggio,tanto da non riuscire piu a muovermi, a sentire, a parlare, a pensare,ora sembra che lentamente stia tornando,almeno per consertimi di andare avanti. Lo devo a loro e a tutti quelli che ci sono ancora. Ma la vita non sarà mai più la stessa, io non sarò mai piu la stessa,perchè qualcosa si è spezzato e non può più essere aggiustato.
Se fosse stato possibile tornare in quel posto,ritrovare quelle quel momento,avremmo visto le stesse stelle?