L'ispanico L'ispanico

L'ispanico

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96 d.C. Mentre i Germani a nord e i Daci a est minacciano i confini dell'impero, a Roma Domiziano, sovrano debole e crudele, sta facendo piazza pulita dei suoi avversari. L'idea di una congiura ai suoi danni ha fatto proseliti persino tra i suoi familiari, prima tra tutti la moglie Domizia Longina, stanca delle continue violenze subite. In questo clima di tensione crescente, un uomo si distingue per valore, saggezza ed equilibrio: è Marco Ulpio Traiano, comandante amato dalle truppe e stimato dai membri del Senato. Di fronte al suo carisma, neppure le origini ispaniche saranno d'ostacolo quando il popolo di Roma avrà bisogno di una nuova guida.



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L'ispanico 2018-02-10 18:16:41 RadicidiCarta
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RadicidiCarta Opinione inserita da RadicidiCarta    10 Febbraio, 2018
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Un autore poco conosciuto in Italia, peccato!

L’ispanico è un libro di Santiago Posteguillo, il primo volume della Trilogia di Traiano edita in Italia da PIEMME. È un volume che può spaventare, non solo per la sua lunghezza, ma anche perché i fatti narrati dall’autore si snodano lungo trentasei anni di storia romana e innumerevoli personaggi.
Per agevolare la lettura, il romanzo è diviso in otto libri, ognuno dei quali racchiude un momento storico preciso nel quale si svolgono gli avvenimenti che decreteranno la sorte dell’Impero Romano.

L’autore, nato a Valencia, è titolare della cattedra di Lingua e Letteratura Inglese all’Università Jaume I e ha scritto oltre settanta pubblicazioni accademiche prima che uscisse, nel 2006, il suo romanzo d’esordio: Africanus primo volume di una trilogia dedicata a Scipione l’Africano.

Trama

“Oggi per noi è un nuovo inizio. Oggi è il giorno in cui saremo noi a decidere della vita e della morte.”

La storia inizia in media res, il 18 luglio del 96 d.C., presentandoci Marco Ulpio Traiano come governatore della provincia della Germania Superiore. Dei senatori sono arrivati da Roma, cercando il suo appoggio per assassinare l’Imperatore Domiziano, un despota debole e incompetente che sta uccidendo senatori, vestali, liberti e i migliori legati romani, lasciando sguarniti i confini dell’Impero e vuoto il Senato.
Il governatore si rende perfettamente conto di quanto sia pericoloso Domiziano, ma la sua famiglia è sempre stata fedele alla dinastia Flavia. Inoltre Traiano è preoccupato dalle conseguenze dell’assassinio: c’è, infatti, il rischio di una guerra civile che non solo distruggerebbe il poco di stabilità ancora presente, ma permetterebbe ai Barbari di invadere i territori di Roma, lasciati privi di difese.

Parallelamente, l’autore ci mostra i preparativi dei congiurati, le loro motivazioni e il loro piano, introducendo anche la figura di Domiziano. Il primo libro si concluderà proprio con la messa in atto della congiura, ma non scopriremo subito quale sarà il destino dell’imperatore. L’autore ci trasporterà indietro nel tempo con un abile flashback, per farci capire cosa ha portato alla serie di eventi di cui ci ha reso testimoni nelle prime pagine, per farci conoscere Traiano e, soprattutto, per spiegare il motivo di tanto odio nei confronti di un Imperatore di Roma.

Personaggi

“Temere il cesare? No, non ho più paura dei cesari di Roma.”

Come già accennato, sono presenti un gran numero di personaggi che si muovono all’interno del romanzo. Molti di loro sono marginali e compaiono esclusivamente per mostrare i dettagli della vita a Roma e i problemi presenti nell’Impero.

Anche i personaggi secondari non sono pochi, anzi. Il loro numero rende impossibile all’autore riuscire a dare ad ognuno di loro il giusto spessore, ma Posteguillo riesce comunque a caratterizzare in maniera netta gran parte di loro, in modo da renderli facilmente riconoscibili anche se non molto sfaccettati.

Paradossalmente, nonostante dovrebbe essere Traiano il protagonista delle vicende, ho trovato la sua caratterizzazione piuttosto superficiale. È il classico eroe coraggioso, giusto ed estremamente capace, rispettoso della moglie anche se non la ama, corretto con tutti i legionari, anche quelli di rango più basso: il principe senza macchia e senza paura delle fiabe. Questo, probabilmente, è dovuto alla scelta dell’autore di concentrarsi sulle vicende che hanno caratterizzato quegli anni di instabilità politica, piuttosto che su un unico personaggio.

Tutto ciò ha portato a incentrare la narrazione molto più su Domiziano che su Traiano, rendendo l’Imperatore il vero fulcro della storia e permettendo al lettore di vedere ogni vizio del suo carattere.

Per quanto mi riguarda, solo due personaggi mi hanno davvero colpito, per le sfumature che l’autore è riuscito a dare alle loro personalità:
-Domizia Longina, moglie di Domiziano, che ha un’enorme crescita durante l’arco narrativo. Da giovane donna innocente e fin troppo ingenua, si trasforma a causa del marito e di tutte le sofferenze subite, arrivando ad acquisire una forza d’animo superiore a quella di gran parte dei personaggi maschili.
-Partenio, il consigliere imperiale, che risulta un personaggio ricco di sfumature e profondamente umano. È un uomo fisicamente debole, che non nasconde di temere il dolore e di aver paura di morire, ma allo stesso tempo saggio e votato al benessere di tutto l’Impero, più che di un uomo solo. Con il progredire della narrazione, inoltre, il personaggio evolve, mostrando un coraggio notevole, pari a quello dei grandi generali.

Conclusioni

“Sì, amici miei, la merda dell’imperatore puzza proprio come quella di chiunque altro e vi assicuro che le nostre spade trapasseranno le sue ossa e la sua carne come quelle di qualsiasi uomo.”

L’ispanico è un romanzo che ho molto apprezzato, ma non è un libro per tutti. Nonostante lo stile di Posteguillo sia scorrevole e molto piacevole, gli avvenimenti siano ben descritti e calati in maniera superba nella narrazione, la mole di pagine e il gran numero di personaggi da seguire e ricordare non rendono la lettura delle più semplici.

Ho apprezzato molto che l’autore cerchi di compensare creando capitoli brevi, evitando descrizioni troppo prolisse e lasciando alcune note sul periodo storico e sulla terminologia sia nell’introduzione che nella postfazione, ma è innegabile che non tutti sarebbero a proprio agio con un volume di mille pagine tra le mani.

Nonostante tutti questi “inconvenienti” però, io lo consiglio perché Posteguillo riesce a rendere coinvolgente ed interessante gli avvenimenti, ampliando la narrazione con i punti di vista verosimili dei personaggi senza perdersi solo in descrizioni di battaglie e assedi. Ho amato soprattutto la fedeltà del racconto alla realtà storica e i riferimenti ai documenti di studiosi antichi.
Un altro punto a favore di questo libro, è il fatto che, nonostante faccia parte di una trilogia, si possa leggere tranquillamente come volume a sé. La narrazione, infatti, si concentra su un periodo ben preciso, anche se si intuisce che si tratti di una parentesi su qualcosa di enormemente più vasto.

L’ispanico è un ottimo volume per qualunque appassionato di Roma, dell’Impero Romano e di romanzi storici. Sicuramente leggerò anche gli altri scritti di questo autore.

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