Narrativa straniera Romanzi storici L'inverno del mondo
 

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L'inverno del mondo

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Berlino nel 1933 è in subbuglio. L'undicenne Carla von Ulrich fatica a capire le tensioni che stanno lacerando la sua famiglia mentre Hitler rafforza la sua presa sulla Germania. In questo scenario fanno la loro comparsa la formidabile amica di sua madre Ethel e suo figlio Lloyd che subito capisce sulla sua pelle la brutale realtà del nazismo. Lloyd incontra anche un gruppo di tedeschi decisi ad opporsi ad Hitler, ma saranno veramente decisi a tradire il loro paese?



Recensione della Redazione QLibri

 
L'inverno del mondo 2012-10-20 17:31:59 rondinella
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rondinella Opinione inserita da rondinella    20 Ottobre, 2012
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Una serie di strane coincidenze...

... tanto da farmi pensare: ma questa è la versione storica di Tempesta d'amore?!?

No scusate, ma che sensazione questo Follett della Seconda Guerra mondiale! Mi è sembrato di leggere il copione di una ... telenovela!

Ma andiamo con ordine.
Chi conosce già Follett sa com'è: uno scrittore accattivante, ti strizza l'occhio al punto giusto, prende un pendolino e ipnotizza, fa perdere qualche ora di sonno etc etc... 'effetto Follett' in genere comune in tutti i suoi libri. Un intrico di situazioni appassionanti e ben descritte, vivide e che colpiscono.
Anche in questo secondo volume de The century trilogy, L'inverno del mondo, Follett si è messo all'opera mischiando di tutto e di più, azione, strategie belliche, amore, spionaggio, qualche sprizzatina di scienza, sfondo storico verosimile. Il suo mix ad effetto, audace ma che riesce (quasi) sempre.

Ma qui qualcosa cade... come si dice: questo libro è bello ma non balla.

Punto uno, iniziamo dai personaggi: solite descrizioni ampiamente soddisfacenti puntate sul dettaglio, ben caratterizzati, eppure...avete presente i personaggi delle telenovele, veri ma 'finti'? Ebbene, a me questi così son sembrati...certi atteggiamenti e profili messi lì per riempire, che però non servono davvero, con tratti davvero improbabili. E poi... ma è possibile che si trovano tutti al punto giusto nel momento giusto? Come già detto in precedenza da qualcuno prima di me queste coincidenze rendono la narrazione inverosimile.
Senza contare poi la scelta degli stessi protagonisti: potete dire (quasi) addio ai cari vecchi Ethel, Maud, Grigorji, Gus, Fizherbert, Billy etc... finita la prima guerra a quanto pare la loro vita si è ridotta a un mero contorno... che peccato!
Punto due, la narrazione storica. Che delusione. Anni di guerra e Follett non si è sprecato con più di un paio di frasi per dire della deportazione degli ebrei e altre atrocità commesse dai regimi. All'inizio qualcosa c'era, ma poi viene tutto trascurato, abbandonato, a volte concluso in modo spiccio. Ma cos'è? E io che mi aspettavo tanti accenni alle torture, ai campi di concentramento, al trattamento delle persone... ma no, a quanto pare i parties di Daisy erano più importanti e Hitler sembra quasi un fantasma.
Forse sarà una mia impressione, ma quando leggo Follett ho sempre l'impressione che la Storia serva per fare uno sfondo più particolare a vicende individuali.

Caro Follett, mi sembra che tu abbia perso di mira un po' di obiettivi, la voglia di graffiare si è ridotta a ferite superficiali. Spero ti riprenda, perché le potenzialità ci sono tutte! Non è che per caso (ma proprio per caso) c'era fretta di finire...?

Comunque per ci segue l'autore (e non) la lettura resta consigliata: stile scorrevole (anche troppo secondo me... troppe frasi spicce, proprio da film), storia interessante, coinvolgente e ben intrecciata che nonostante la mole si legge che è una meraviglia.
Finito in una decina di giorni!

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La caduta dei giganti, tutto Follett
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L'inverno del mondo 2018-01-12 15:02:41 El Ghibli
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El Ghibli Opinione inserita da El Ghibli    12 Gennaio, 2018
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Avvincente

Secondo volume della trilogia. E' un romanzo avvincente che riporta con esattezza gli eventi storici della seconda guerra mondiale, insieme alle vicende personali dei personaggi già incontrati nel primo volume che qui invecchiano e crescono i loro figli. Il romanzo ha inizio con il periodo storico del nazismo che prende potere in Germania e finisce con la divisione della Germania in due. Si resta praticamente incollati al libro senza stancarsi mai grazie al cambio di scena che passa dall'Inghilterra alla Francia, dalla Russia alla Germania e poi anche l'Usa. Ance in questo volume è presente l'abilità di Follett di tenere sempre in tensione nell'attesa che si verifichi all'improvviso una svolta che faccia tirare finalmente il fiato. Il carattere dei personaggi presenta degli estremi: troppo buoni o troppo cattivi altri poi sembrano così invertebrati che passano con una semplice piroetta da uno schieramento ad un altro. Posso dire che per me ci sono delle pecche: una che pur facendo riferimento a Hitler, omette totalmente di parlare della Shoah, dei campi di concentramento : altra pecca, ma che non è una novità perchè è sempre presente nei suoi romanzi, è il riferimento al sesso con descrizione minuziosa dei particolari; ultima pecca è il finale, sembra che le ultime pagine le abbia scritte in fretta, giusto per fare proseguire la trilogia.

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L'inverno del mondo 2014-06-30 14:43:21 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    30 Giugno, 2014
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MOLTO LOVE E POCO STOR..Y

Il bilancio complessivo dell’opera non può definirsi completamente positivo ed espressione di una lettura pienamente soddisfacente. Pur se ben costruita ed avvincente vari sono gli elementi dissonanti e di dubbio in questa.
In primo luogo i personaggi che avevano reso il primo capitolo della trilogia affascinante ed entusiasmante vengono lasciati a loro stessi, fungono da cornice per l’introduzione dei nuovi, guarda caso i figli, senza nulla approfondire sugli avvenimenti che si sono seguiti negli anni che intercorrono tra il concludersi del primo grande conflitto e il secondo. L’autore si limita a dirci che sono invecchiati e a descriverci brevemente la posizione sociale che hanno raggiunto (modus operandi che a mio parere, verrà utilizzato anche nel terzo ed ultimo capitolo della trilogia). La loro vita viene sminuita quasi fosse inutile lasciando l’amaro in bocca nel lettore. Casualmente la maggior parte dei protagonisti si dà alla politica, elemento che seppur comprensibile ed utile per snodare i passaggi storici fondamentali, risulta pesante facendo perdere di suspence alla lettura..
In secondo luogo troppe sono le “cose” lasciate al caso. I fatti storici sono riportati prevalentemente dal punto di vista inglese (e nella seconda parte del romanzo americano); solo a tratti la narrazione si interseca con gli universi paralleli (russo, tedesco etc), visione un po’ restrittiva a mio giudizio. L’Italia fascista è a malapena citata, giusto per sottolineare la presenza del totalitarismo in Europa. Follet parla indistintamente di Fascismo, Nazismo, Franchismo e Stalinismo quasi a voler sottolineare che tra i detti regimi non sussiste differenza, che alla fine sempre di totalitarismo si tratta; quando sarebbe stato ben gradito un approfondimento storico atto, se non altro, a delinearne i caratteri principali.
La struttura del romanzo è prevedibile poiché ricalca esattamente l’impostazione data a “La caduta dei giganti”: stessi incontri tra protagonisti, stessi meccanismi di innamoramento, stesse sorti. Senza dover ricorrere ad un eccessivo sforzo di fantasia si è in grado di prevedere quali saranno le successive vicende. Sposo la scelta di Follet di spiegare la storia con l’utilizzo di personaggi trasmutati nell’epoca in cui i fatti sono narrati con una buona miscela di elementi storici veri, e per quanto abbia simpatizzato per molti di quelli presenti nel secondo capitolo, ho trovato che in alcune occasioni queste vicende fossero troppo presenti tanto da creare un surplus di informazioni di secondo piano che hanno appesantito la narrazione. Ethel, Maud, Walter, Billie, Grigorij sono entrati nel cuore del lettore radicandovisi con una facilità sorprendente senza forzature, viceversa nel secondo capitolo solo pochi (vedi Carla, Werner) riescono ad entrare nell’anima di chi legge.
Ancora, la narrazione ci descrive una Germania in cui la popolazione non si rende conto dei crimini contro l’umanità che si stavano ponendo in essere, elemento affascinante e storicamente riscontrato; ma, giunto a conclusione del Secondo Conflitto, lo scrittore liquida la tematica in poche “righe”. Pacifico è che ad oggi il tema dell’Olocausto è uno degli argomenti più dibattuti e risentiti e concordo nel focalizzare l’attenzione sulla Germania post bellica, sul paese in ginocchio, sulle decisioni prese dagli altri stati per la “questione tedesca” ma la scoperta dei campi passa tra le pagine silenziosamente, quasi impercettibilmente e solo per affermare che dopo la caduta del regime tedesco questi luoghi non sono rimasti inutilizzati poiché i russi se ne sono avvalsi. Calzanti sono i riferimenti alla popolazione ebrea, ovvero quei ragionamenti in cui sottilmente Follet evidenzia al lettore il paradosso della ricerca della purezza della razza ariana: si depura la società dalla “sporcizia” e solo dopo aver ripulito il sistema ci si rende conto di come questi uomini/donne/bambini fossero necessari alla stessa economia tedesca.
Ben narrata la parte in cui l’autore si dedica all’eliminazione dei soggetti portatori di Handicapp con relativa descrizione degli ospedali in cui questi venivano rinchiusi per poi essere uccisi e interessante la “fotografia” della Germania prima, durante e dopo il conflitto. E’ stato uno degli elementi che sinceramente ho più apprezzato.
Nel complesso, l’opera rimane interessante, degna e piacevole non riuscendo però a soddisfare le aspettative del lettore. Una buona prova vista la complessità della fase storica trattata che conferma le capacità di Follet che non riesce ahimé a fare quel “salto di qualità” in più.

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A chi ha letto "La caduta dei giganti" e a chi desidera approfondire un argomento storico ancora vivo.
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L'inverno del mondo 2014-03-04 20:15:21 Ashuan
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Ashuan Opinione inserita da Ashuan    04 Marzo, 2014
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Una lettura interrotta...

Ha il diritto di recensire un libro uno che quel libro non è riuscito a finirlo? Io penso di sì, forse anche più diritto degli altri!
Letto il primo capitolo, "La caduta dei giganti", che non era poi tanto male, mi sono avvicinato al secondo, "L'inverno del mondo", non senza una certa aspettativa. Lo scenario è quello della seconda guerra mondiale, un argomento senza dubbio interessantissimo ma che posso dire di conoscere abbastanza, non mi aspettavo quindi di trovare una storia completamente nuova ma ciononostante di certo speravo di emozionarmi seguendo le vicende di quegli anni così importanti.
Quello che mi si è presentato davanti mi ha però deluso molto... Come può essere che i molti protagonisti vivano in prima persona ogni santo momento importante della storia? Quanto può essere irrealistico che una stessa famiglia (quella tedesca per esempio) sia così legata ad ogni avvenimento notevole dell'ascesa di Hitler? E come poteva non avere questa stessa famiglia un figlio maschio pronto ad aderire al movimento nazionalista ed una figlia femmina conscia del dramma che sta per perpetrarsi? Senza contare poi lo zio omosessuale che finirà vittima della persecuzione...
Troppa banalità. Caso chiuso, insieme al libro.
L'impressione, netta, che ho avuto è stata quella di un libro per far conoscere ai bambini la storia; suvvia Ken, ne sappiamo tutti abbastanza della seconda guerra mondiale per poter evitare gli eventi banali e per poter comprendere dinamiche più complesse e articolate.

Detto ciò ribadisco che il libro non sono riuscito a finirlo e magari nella seconda metà il mio giudizio sarebbe stato ribaltato

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Consigliato a chi sa poco di storia del Novecento e vuole impararla
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L'inverno del mondo 2014-01-15 08:37:45 MATIK
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MATIK Opinione inserita da MATIK    15 Gennaio, 2014
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L'inverno del mondo.

"Se morirò lottando per un paese democratico contro una crudele dittatura militare, la mia vita non sarà andata sprecata. "

Un libro storico, da cornice alle storie dei protagonisti tutti i fatti salienti che vanno dagli anni trenta fino al 1946: l'avvento di Hitler e del fascismo, la guerra con tutti i suoi orrori (morte, campi di concentramento, stupri, uccisioni di massa e di persone deboli o affette da malettia che venivano considerate un vero e proprio peso per la società, la persecuzione agli ebrei e agli omosessuali ecc.), la costruzione della bomba atomica, le lotte di potere tra Stati Uniti e Russia, l'attacco di Peal Harbur e lo sbarco in Normandia, l'Inghilterra che non cedette mai all'avvento delle tirannie e delle dittature presenti in tutto il resto dell'Europa.
Storie di uomini e di donne coraggiose, di spie e di agenti segreti, di politici e strateghi che cercarono di combattere e di salvare un mondo alla deriva, dove orrore, morte, tragedie, soprusi, angherie, prevaricazioni, strapoteri, tirannie e ingiustizie facevano da contorno alle loro vite, con la loro forza e temerarietà volevano che tutto tornasse alla normalità e che i loro futuri figli potessero di nuovo vivere in un mondo sereno, pacifico e tranquillo.
Un buon romanzo, anche se Follett non raggiunge mai i livelli ottenuti nei Pilastri della terra, un libro che si legge bene, scorrevole, con tanti personaggi che intracciano le loro vite e le loro storie, a volte non molto credibili, ma bisogna tener di conto che è pur sempre un componimento narrativo che deve coinvolgere e appassionare il lettore.

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Per chi ama i romanzi storici.
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L'inverno del mondo 2013-08-02 07:55:29 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    02 Agosto, 2013
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The century trilogy vol. 2 (Bah)

Se il primo volume ero riuscita a finirlo in poco tempo perché mi era piaciuto moltissimo non si può dire la stessa cosa di questo che ho appena terminato.
In un certo senso mi ha lasciata parecchio perplessa.

Dovrebbe essere un romanzo storico ambientato negli anni dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ma a me è sembrato tutto tranne che un libro a carattere storico.
Di solito l’autore nei suoi testi decide di inserire sempre qualche piccolo risvolto da romanzo rosa questa volta però mi sembra che ha aggiunto un po’ troppe storie d’amore ed in un certo senso ha fatto perdere l’importanza all’ambientazione ed ai fatti principali accaduti in quegli anni.

Passiamo ai personaggi, anche questa volta sono davvero molti, talmente tanti che l’autore (come nel primo testo) all’inizio del libro ha deciso di inserire una piccola tabella per non farci perdere tra i vari alberi genealogici.
Tanti di questi protagonisti il lettore li aveva già trovati nel primo volume mentre altri si aggiungeranno man mano nella storia.
Anche se Follett li ha saputi descrivere con molta cura non è riuscito a farmi sentire vicino a loro, anche perché inserendone molti altri ha fatto, a parere mio, un grande caos nella testa del lettore.

Lo stile è sempre lo stesso, molto scorrevole e di facile lettura, la narrazione è impeccabile, ma per essere un romanzo storico ha citato davvero pochi fatti storici.
Per esempio sull’olocausto degli ebrei, in specifico: la deportazione, le torture, l’uccisione e la scomparsa dei loro corpi, viene detto davvero poco per non dire che il discorso viene appena accennato, eppure ce ne sarebbe da scrivere.
Magari se la trama fosse stata più incentrata sulla storia invece che di tutte le telenovele che ci appioppano alla televisione lo avrei letto molto più volentieri e più velocemente.

Con ciò non voglio dire di non leggere questo libro perché comunque è scritto molto bene, ma non mi è piaciuto tanto come gli altri di questo autore perchè di storico ha solo le ambientazioni.

Peccato Ken, speriamo in meglio per la prossima volta!

Buona lettura!

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L'inverno del mondo 2013-07-19 10:21:09 Elisabetta.N
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    19 Luglio, 2013
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La seconda guerra mondiale

WOW!
...Voglio dire... WOW!
I miei più sentiti complimenti per la ricerca storica e per l'immenso capolavoro che ne è uscito, ma...
Mi dispiace, io adoro tutti i libri di Ken Follett, ma stavolta, mentre leggevo, sentivo che mancava qualcosa..
Mi è mancato il legame con i personaggi. Non so se questo sia dipeso dal numero piuttosto elevato dei personaggi e quindi dei vari punti di vista, o dalle vicende in se che per quanto terribili potessero essere erano (non tutte) prive di tensione e spesso si risolvevano senza molti problemi..
Con questo non voglio dire che siano mancate le scene drammatiche, in diversi punti ho persino versato qualche lacrima, ma diversamente ad altri suoi libri, non leggevo febbrilmente macinando pagina dopo pagina per scoprire se un certo personaggio sarebbe sopravvissuto o no (tranne in alcuni limitati casi)..

Inoltre ho notato che manca la guerra in Italia.
A parte un piccolo accenno all'inizio quando viene detto che anche l'Italia, con Mussolini, appoggia la Germania, non se ne parla più. Mi aspettavo che qualche personaggio venisse mandato in Italia per raccontare un pezzettino della guerra, invece nulla..
Forse l'Italia non ha mai costituito un reale pericolo agli occhi dell'America, anzi forse eravamo il punto debole del nazismo a causa del movimento partigiano che minava il regime, ma abbiamo avuto i nostri morti e intere città devastate, non meritavamo forse un capitolo o due?

A parte questi particolari, ho apprezzato la storie e la capacità dello scrittore di intrecciare le vite dei diversi personaggi.
Devo ammettere che all'inizio ero un po' confusa da chi fosse chi. Già nel primo libro c'erano diversi personaggi che poi hanno avuto 1 o 2 figlio (legittimi e non), quindi i punti di vista sono molteplici, ma Ken Follett è stato abile nel mettere alcuni indizi sparsi qua e là per far riprendere il filo al lettore. In fondo sono passati almeno 2 anni da quando ho letto il primo volume, è normale non ricordarsi proprio tutto..

La trama è incentrata sulla seconda guerra mondiale e attraverso i vari personaggi percorriamo i momenti più drammatici della storia, compresa la terribile invenzione della bomba atomica.
L'evoluzione a cui assistiamo, non solo dell'epoca in se, ma dei vari personaggi che rappresentano in un modo singolare, le diverse tipologie di persone e i diversi caratteri..
Sono rimasta sconvolta da Erik, che credeva così fermamente nel nazismo per poi credere fermamente nel comunismo... eppure erano in tanti che non riuscivano a pensare con la propria testa e che pertanto cercavano la "stabilità" di un regime oppressivo..
Sono rimasta invece piacevolmente colpita dall'evoluzione di Daisy, da snob vanitosa a guidatrice di ambulanze durante i bombardamenti..

Veramente un ottimo libro che fa apprezzare la storia!

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L'inverno del mondo 2013-01-24 15:56:41 Gianni Fornai
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Opinione inserita da Gianni Fornai    24 Gennaio, 2013

Follett mantiene la suspence per quasi mille pagin

CONTIENE SPOILER

L'incipit del romanzo è ambientato a Berlino con una discussione nella famiglia di Walter von Ulrich sull'imminente salita al potere di Hitler. La famiglia perde, ucciso dalla Gestapo, il suo capostipite e conclude il romanzo in modo triste, anche se arricchita nei suoi componenti, nel bene e nel male, grazie alla figlia di Walter, Carla, uno dei personaggi positivi del libro. Gli altri personaggi principali sono i tre figli di Lev Peshkov, il gangster: Daisy, Greg e Volodya, figli avuti da tre donne diverse e i due figli, anche essi avuti da due donne diverse, di Earl Fitzherbert: Boy e Lloyd, rivali nelle idee e in amore. Una parte dell'intreccio del romanzo è basato sulle storie del figlio naturale che incontra e conosce da adulto quello legittimo, mentre la "fabula" principale segue gli avvenimenti storici nella loro cronologia, con una selezione da parte dell'autore che riesce a riempire 950 pagine, pur evitando di approfondire l'Olocausto, il massacro degli Ebrei, accennando solo a Sachsenhausen alla fine del libro e a Oranienburg, la cittadina dove si trovava quel campo di sterminio, all'inizio. Su Wikipedia il lettore curioso può informarsi. La scelta di Follett è forse dovuta all'uso del punto di vista dei personaggi e non di quello dell'autore. I campi di sterminio erano abbastanza ignorati durante la seconda guerra mondiale, mentre il progetto T 4 di eliminare disabili, anziani e malati, era abbastanza noto, grazie anche all'intervento della chiesa. Follett scrive le pagine migliori quando parla di spie e di spionaggio, con il suo linguaggio scarno che predilige la paratassi all'ipotassi e che domina gli avvenimenti senza perdere il filo della narrazione. L'autore fa un frequente uso della prolessi e dell'analessi, prepara gli avvenimenti successivi con un anticipo di molte pagine e si riallaccia a quelli del romanzo precedente per non lasciare un eventuale mancato lettore di "The Fall of Giants" totalmente ignaro. I personaggi femminili sono quelli, a mio modesto parere, meglio delineati, in particolare Carla e Daisy, alle quali si possono aggiungere i rispettivi mariti, LLoyd Williams e Frank Werner e Ethel e Maud, già protagoniste del libro precedente. I personaggi storici sono ben delineati, gli avvenimenti storici principali chiaramente ricordati e, per la gioia del lettore, diversi cattivi fanno una brutta fine.

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I pilastri della terra, world without end, the fall of giants.
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L'inverno del mondo 2013-01-13 08:36:27 chicca
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chicca Opinione inserita da chicca    13 Gennaio, 2013
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L' inverno del mondo

L' inverno del mondo è il secondo libro della trilogia "the century", in questo nuovo romanzo Ken Follett riprende la storia delle famiglie di cui aveva parlato nel volume precedente, " La caduta del giganti".
Ne " L' inverno del mondo" la storia è ambientata dal 1933 al 1949 e ripercorre l' ascesa di Hitler, l' avvento del Nazismo, la seconda guerra mondiale fino a raggiungere Pearl Harbur e Hiroshima.
Grazie al genio narrativo di Ken Follett i personaggi di fantasia si intersecano con le vicende storiche dando vita ad un romanzo che ci trasporta in quel doloroso periodo.
La " leggerezza" di alcune pagine fa da contraltare all' angoscia e al dolore che provocano nel lettore le vicende storiche, rendendo il romanzo fruibile a tutti.
Il risultato è un libro alla ken Follett, avvincente, dallo stile misurato, puntuale nelle descrizioni dei luoghi e dei personaggi.

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L'inverno del mondo 2013-01-02 09:53:56 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    02 Gennaio, 2013
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Tante luci e poche ombre

Un romanzo storico di alta, altissima qualità.

Follett ci ha ormai abituati a puntigliose descrizioni dei personaggi e degli ambienti in cui essi muovono le proprie fila, e nemmeno questa volta ci ha deluso.
Lo stile è contraddistinto dalla classica ipotassi con cui lo conosciamo da sempre, e non stanca mai.

Tutto perfetto, se non fosse che manca il personaggio che fornisce il quadro relativo all'Italia: il Fascismo, la Repubblica di Salò, lo sbarco degli Alleati, le Brigate Partigiane e la Liberazione avrebbero quantomeno meritato un pizzico di attenzione in più. Inoltre, Eisenhower e Hirohito non sono citati nemmeno una volta. E, soprattutto per il primo, manca completamente il discorso con cui "benedice" lo sbarco in Normandia del 1944.
Anche la parte finale relativa all'inizio della 'Guerra fredda' è spiegata in maniera un po' confusionaria e frettolosa: avrei preferito dover leggere altre 300-400 pagine e non di assistere a un "buco" del genere.

La qualità rimane comunque altissima, anche se la speranza è che il romanzo finale della trilogia compensi le mancanze del secondo capitolo.

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La caduta dei giganti
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L'inverno del mondo 2012-12-02 10:33:03 Rosa Maria Lucifora
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Opinione inserita da Rosa Maria Lucifora    02 Dicembre, 2012

Mah!

Sono veramente delusa che l'autore di libri così affascinanti (Pilastri della terra, Mondo senza fine, etc.) abbia potuto concepire un libro "corale" in un modo così ingenuo e, oserei aggiungere, rozzo. L'avrà scritto per fare soldi, e ciò, certamente, è legittimo; tuttavia, avrebbe potuto avere un poco di considerazione per il popolo italiano, che nella seconda guerra mondiale ha sofferto e, purtroppo, si è diviso in una faida civile che non ha avuto ancora termine. Inoltre, bisognerebbe che qualcuno lo informasse delle violenze e delle angherie perpetrate nel Sud-Italia dai "liberatori" Americani. Se fosse informato - e avrebbe dovuto, no?-, sarebbe meno sprezzante e non oserebbe dichiarare che solo i Russi "sono così" .
Nel complesso, sono pentita di avere speso i soldi dell'acquisto.

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