L'infermiera di Hitler
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Il figlio di Eva
In questo romanzo si ipotizza che Hitler ed Eva Braun abbiano avuto un figlio. La gravidanza, arrivata quando si stava già intravedendo il declino del regime, sarebbe stata tenuta segreta per evitare che il piccolo potesse essere considerato un punto debole su cui fare leva contro il tiranno. La storia che ci viene raccontata è quella di una infermiera, prelevata dal campo di concentramento in cui è rinchiusa e dove di fatto è diventata la levatrice per le altre donne recluse nelle baracche. Il libro si divide in due parti: la prima piuttosto agghiacciante ci racconta il dramma di donne che partoriscono in un ambiente impossibile, consapevoli di non poter salvare quel bambino e combattute tra l'istinto di farlo vivere e la ragione che invece le spinge a desiderare che muoia piuttosto che subire quello che stanno vivendo loro. La seconda parte invece ci racconta il trasferimento dell'infermiera e la sua nuova attività di ostetrica per il figlio del regime.
Questo come altri romanzi che ci racconta di drammi, secondo me rischiano con molta facilità di cadere nel banale. Mi rendo conto che ci stia che una ragazza giovane, sola, spaventata, in un ambiente ostile si faccia affascinare dal bell'ufficiale nazista, ma ci dobbiamo per forza sempre mettere una storiella d'amore? Probabilmente sì, perché in questo modo il libro vende di più, però ne soffre tutta la storia facendo perdere spessore al romanzo.