L'autunno dell'Azteco
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Bruciante realtà
"Lo vedo ancora bruciare".
Con queste lancinanti parole, l'autore inizia la sua opera di corteggiamento, nei confronti del lettore.
Avventuroso,
dinamico,
triste,
accurato,
struggente,
crudo,
reale,
vero,
storico,
appassionante,
VIVO.
Un superbo romanzo storico ricco di dettagli veri e verificabili, reso intenso da una storia tanto plausibile (perché ben inserita nel contesto storico), quanto inverosimile (per le coincidenze inserite nella trama), uno straordinario vigore narrativo, ci incolla alle sue pagine.
Mentre veniamo così brutalmente scaraventati in un mondo, in una realtà che non esiste più e non potrà mai più esistere, non possiamo non innamorarci, di questi personaggi, di queste situazioni, di queste avventure.
Mentre la rabbia per quello che le civiltà precolombiane hanno subito, ci monta dentro in un turbinio di emozioni, l'autore riesce ad istruirci amabilmente.
Amo Jennings.
Con estrema precisione storica e con uno studio approfondito degli usi aztechi di quell'epoca Jennings ci mostra il declino di una bellissima cultura. Che purtroppo non esiste e non esisterà più.
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Di padre in figlio
Secondo episodio della tetralogia dell'azteco, almeno presumibilmente visto che dopo il decesso dell'autore è stato pubblicato "Fuoco azteco".
Come il primo episodio, anche questo sfrutta lo stesso tipo di narrazione. Mediante lettere che vengono dettate o lette il protagonista racconta la sua intera vita ed i suoi punti di vista.
I racconti sono legati dal vincolo di sangue. In particolare in questo secondo racconto il protagonista è Tenamàxtli, figlio di Mixtli – protagonista del primo.
La trama entusiasmante è ricca di azione. L'autore infarcisce il racconto di termini aztechi in un primo momento incomprensibili ma che ritornano spesso, quindi ci si abitua, rendendo tutto più reale.
Il racconto, o meglio il viaggio di Tenamàxtli è strutturato come l'Odissea. Lui che percorre in lungo ed in largo l'"Unico mondo" alla ricerca di seguaci che lo accompagnino nella rivolta contro i bianchi spagnoli. C'è stato solo un momento nel quale la narrazione non mi è piaciuta perché sempre più il giovane Tenamàxtli imita le avventure del più noto Ulisse. Infatti l'azteco, naufraga proprio sull'isola delle donne. Non ho potuto fare a meno di pensare al naufragio su Eea e alla sua bella Circe.
Come nel primo romanzo Jennings rimarca le angherie subite dagli indios da parte dei Cattolici.
"Perché la sia pur minima traccia di sangue non bianco, evidente o meno che sia, fa di chi la possiede un essere inferiore."
Roba da far volar via il solideo del buon Francesco.
L'autunno dell'Azteco
"L'autunno dell' Azteco" è il seguito diretto de " L'Azteco". Jennings ci trasporta nel periodo immediatamente successivo alla sconfitta dell'impero azteco per mano degli spagnoli; gli aztechi sono ancora caldi e carichi di odio verso i conquistadores e bramano la riconquista della propria terra e del proprio onore, i nuovi sovrani reprimono sempre più brutalmente i gruppi di indios che mostrano apertamente il proprio astio e l' inquisizione brucia sul rogo gli eretici che abbracciano ancora la loro fede. In questo clima di guerra e di sangue si erge la figura di Tenamaxtli, figlio di Mixtli; egli vedendo bruciare sul rogo il padre, nutre nel proprio cuore un sentimento di odio nei confronti degli spagnol e decide di dover ridare la libertà al proprio popolo. "L'autunno dell' Azteco" riprende molto fedelmente le usanze e la cultura azteca, Jennings ci immerge nella magia e nella spiritualità ,che caratterizzarono questo affascinante popolo; lo stile narrativo è leggermente diverso de " L' Azteco", il periodo dell'infanzia di Tenamaxtli è trattato molto velocemente, e dopo pochi capitoli ci ritroviamo di fronte ad un uomo adulto in cerca di vendetta. Nonostante la narrazione sia più "frettolosa", le ambientazioni e le usanze di popoli precedentemente citati e mai approfonditi ( il popolo Yaki), vengono descritte minuziosamente. Unendo fedeltà storica a un pizzico di magia e mistero, Jennings ci ripropone un affascinante affresco, ancora più interessante, della cultura mexica. Assolutamente consigliato