L'arciere di Azincourt
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Cornwell sottotono
La figura dell'arciere, un ruolo chiave nelle guerre del 1400 viene approfondita e a giusto titolo valorizzata. Soprattutto si approfondiscono tutti i temi legati agli strumenti dell'arciere dalla costruzione di una freccia alla scelta del legno più adatto per la costruzione di un arco, che se ai giorni d'oggi ricorda un giocattolo da bambini o l'epoca dei Pellerossa, per diversi secoli nelle guerre ha avuto un ruolo chiave, a volte anche sottovalutato. I maestri e' risaputo in questo campo erano gli inglesi e in questo libro che è soprattutto un racconto romanzato di un fatto storico, gli arcieri dell'esercito di Enrico V svolgono un ruolo chiave per la vittoria di una grande battaglia contro i francesi.
I fili principali necessari per tessere il racconto sono tutti presenti e compongono un tessuto narrativo ben bilanciato: abbiamo un contesto storico ben delineato, abbiamo un protagonista arciere e una diatriba famigliare, c'è una guerra, chiaramente, e una storia d'amore che lega il tutto.
Il libro e' scritto bene, e' scorrevole, avvincente ma...per un verso l'ho trovato un po' "insipido". Mi spiego meglio. Il libro ruota attorno alla campagna militare voluta dal re Enrico V e tutte le pagine creano una grossissima aspettativa per lo scontro con l'esercito francese che alla fine effettivamente divampa in modo sanguinoso e brutale e viene anche ben raccontato, ma, tutto il libro e'una preparazione strategica e psicologica alle ultime settantacinque pagine. Ribadisco, un finale da urlo,con un intero libro in buona parte preparatorio all'epilogo. Questo il lato negativo di un libro che ho apprezzato; i personaggi sono intriganti, la storia e' interessante e ben delineata e lo scontro finale con questo enorme clangore, nel fango sotto una pioggia di febbre potrebbe essere preso in esame per un cast cinematografico.
Consigliarlo? Cornwell ha lavorato meglio in altri romanzi, soprattutto napoleonici...