L'anello dei Borgia
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Michael White è stato musicista, docente di scienze, giornalista («GQ» e «Sunday Express») e consulente televisivo (The Science of the Impossible, su Discovery Channel), prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. È autore di 27 libri, tra cui i bestseller Equinox e The Medici Secret. Ha vinto il Bookman Prize per Newton. L’ultimo mago, la biografia di Isaac Newton. È Honorary Research Fellow alla Curtin University di Perth e vive a Sidney con la moglie e i quattro figli.
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Opinioni inserite: 3
CSI
Ho fatto una caccia spietata a questo libro che non si trovava più nelle librerie finchè l'ho visto su un banco della fiera a soli 4 euro e tutta contenta l'ho comprato e cominciato a leggere...non potevo rimanere più delusa. "L'anello dei Borgia"...ecco appunto, solo questo si dice sui Borgia, che apparteneva a Lucrezia che lo usava per liberarsi di alcuni nemici. E' carina l'idea di sfruttare questo anello realmente esistito per scrivere una storia di omicidi, ma dall'idea alla carta, si è perso tutto il bello. Vengono raccontate due storie contemporaneamente, quella degli efferati omicidi nella Londra dei nostri giorni con un ispettore Pendragon veramente insignificante; e il diario di un frate partito da Roma e diretto nella Londra elisabettiana per compiere una missione per cui non si poteva scegliere persona meno indicata. Un bel giorno il cardinale Bellarmino arriva a Roma, sceglie due frati a caso e dli dice che dovranno andare a Londra ad uccidere "la putt... Tudor"...bah!
Dei due racconti è quasi più avvincente quello ambientato nel 1589 rispetto a quello contemporaneo che sembra ispirato ad una puntata di CSI e a mio avviso, si intuisce chi è l'assassino un bel pezzo prima del finale.
Nel complesso non è scritto male però è uno di quei libri che non ti lasciano niente. Direi una lettura quasi inutile che non vale tutte le critiche positive che si leggono sul retro della copertina.
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Solo per appassionati
L'anello dei Borgia è un thriller che intreccia presente e passato, in cui il filo conduttore che unisce luoghi e tempi anche molto distanti tra loro è proprio l'anello di Lucrezia Borgia. Secondo la tradizione la bella nobildonna si serviva dell'anello per avvelenare i nemici politici, l'autore amplia ulteriormente la credenza popolare immaginando che l'anello e il suo potente veleno non siano scomparsi con Lucrezia ma siano giunti fino ai nostri giorni. Ritrovato per caso nel corso di uno scavo, l'anello ben presto cade nelle mani di un misterioso serial killer che ispirandosi a Lucrezia seminerà una scia di sangue. Il thriller alterna continuamente presente e passato, la scoperta della storia dell'anello si rivela importante per risolvere i misteri presenti. L'idea all'inizio sembra interessante, peccato che l'originalità venga progressivamente meno fino ad arrivare ad un finale, a mio avviso, anche un po' scontato. Mi sento dunque di consigliarlo solo agli appassionati del genere, specificando che non ci troviamo certo davanti ad un capolavoro ma piuttosto ad una classica lettura da spiaggia.
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Una lettura senza troppe pretese
Spinta dalla trama e dalla mia passione per il thriller; ho deciso di leggere questo libro. Il romanzo non mi ha particolarmente colpito. Non che il libro sia brutto o noioso ma mi aspettavo qualcosa in più.
L'incipit é decisamente originale e inaspettato, lo stile é scorrevole e di facile lettura.
L'autore ha una preparazione scientifica e si vede soprattutto dalle descrizioni dei veleni e delle autopsie.
Su quest'ultimo punto (compresi anche gli omicidi), le descrizioni sono estremamente dettagliate e raccapriccianti per cui se siete facilmente impressionabili, meglio essere pronti. Sinceramente é un elemento che non ho molto apprezzato perché non aveva alcuno scopo, se non quello d'impressionare il lettore (si poteva evitare, secondo me).
Il romanzo racconta due storie contemporaneamente (l'autore passa dal passato al presente e viceversa): il modo in cui l'anello di Lucrezia Borgia arriva sino ai giorni nostri (partendo dal 1589) e gli strani omicidi che stanno avvenendo a Londra (ai giorni nostri).
I protagonisti sono piatti e poco interessanti,l'ispettore Pendragon é un personaggio piuttosto stereotipato (per esempio, il fatto che abbia un matrimonio fallito e un passato tragico). Per quanto riguarda la descrizione delle donne mi ha colpito il fatto che l'autore parla spesso di occhi GRANDI.
Interessante la ricostruzione ambientale della Londra elisabettiana e la presenza di personaggi realmente esistiti. L'autore é riuscito ad unire un puntuale affresco storico a una trama poliziesca. Naturalmente non manca il risvolto romantico ma é decisamente molto marginale.
E' vero che in alcuni punti la trama é un pò prevedibile ma resta, comunque, una piacevole lettura (anche se un pò macabra). Senza troppe pretese e con qualche colpo di scena inaspettato.
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