Narrativa straniera Romanzi storici L'amante giapponese
 

L'amante giapponese L'amante giapponese

L'amante giapponese

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Ceylon, 1932. A sedici anni Parvathi viene promessa in sposa dal padre a Kasu Marimuthu, ricco proprietario di un palazzo da fiaba in Malesia, al quale viene però fatta avere la foto di una ragazza molto più bella. Scoperto il tranello troppo tardi, Kasu tratta la giovanissima sposa con disprezzo e freddezza. Ma Parvathi non ha intenzione di arrendersi e con l'aiuto di Maya, una guaritrice, riuscirà a trasformarsi da ragazzina ingenua in una donna colta e raffinata. Allo scoppio della guerra e con l'invasione giapponese, però, tutto cambia. L'incontro con uno spietato generale dell'esercito occupante le fa conoscere inaspettatamente la vera passione, rivelandole un universo fatto di abbandono e sensualità. Nonostante l'uomo sia un acerrimo nemico del suo popolo, con lui Parvathi scopre un appagamento e una gioia di cui non immaginava nemmeno l'esistenza.



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L'amante giapponese 2021-04-27 13:37:33 Fanny Julie
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Fanny Julie Opinione inserita da Fanny Julie    27 Aprile, 2021
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Non mi rimane nulla.

** spoiler alert **

Cosa mi rimarrà di questo libro? Assolutamente nulla, se non il sollievo di averlo finito.
Il problema è che l'altro romanzo di Rani Manicka, "Madre del riso", mi era piaciuto tanto e non credevo che un autore del genere, dopo aver scritto un romanzo coinvolgente come quello, potesse avere un cambiamento così drastico, così ho deciso di leggere anche "L'amante giapponese". E invece avrei dovuto fermarmi a "Madre del riso", ahimè.
L'autrice introduce tante, troppe cose che non servono assolutamente a nulla, tutta la side-story del tempio di Kupu (e le sue visioni), i siamanghi (non so quante pagine ha sprecato a riguardo), il flirt con Samuel West, tutte queste cose non lasciano nulla al lettore e non servono all'evoluzione dei personaggi. Vengono sviluppate quel tanto da farti credere che torneranno più avanti, ma dopo non vengono approfondite e muoiono così.
A proposito di evoluzione dei personaggi: è completamente assente. Tutti i personaggi sono piatti, non cambiano mai, dall'inizio alla fine, e spesso non c'è una reale giustificazione dei loro comportamenti. La protagonista poi è il classico personaggio femminile che sulla carta è intelligente, scaltro, carismatico, ma di fatto ha la personalità di un cucchiaino. La Manicka tenta diverse volte di convincerci del suo carisma e intelligenza (tramite le parole di Maya), ma la verità è che non riesce a infinocchiare nessuno. Parvathi non sa fare nulla, non sa nulla, non si interessa a nulla se non a sé stessa, è ignorante e sembra quasi contenta di dipendere dagli altri e farsi sfruttare per tutto il romanzo, che siano il marito, Maya, Samuel West, Hattori, i fratelli, i suoi figli o Bala. Il figlio poi: stupratore, criminale, assassino, le tiene nascosto il fatto di essersi sposato e aver avuto una figlia e lei lo perdona SEMPRE, anzi, subito dopo che è stato espulso da scuola per tentato stupro lei lo premia mandandolo a studiare in Inghilterra! Io sono esterrefatta.
Maya: personaggio che non si è capito che ci stava a fare esattamente in questo libro, parla sempre per frasi fatte e fa solo discorsi esistenziali. Anche lei non ha un minimo di evoluzione perché rappresenta la saggezza divina e imperturbabile. E' l'opposto di Parvathi: una non sa fare nulla, l'altra è un'esperta di ogni campo. Che noia!
Il ritmo del romanzo nel complesso è troppo rapido per goderselo a pieno e immedesimarsi seriamente nel personaggi, empatizzando con loro. L'impressione è che l'autrice avesse una scaletta di cose da dire e che non si potesse fermare per approfondire nulla, perché la storia doveva andare avanti.
Non spendo altro tempo a commentare questo romanzetto, ma voglio dire una parola anche su Hattori: Rani, sul serio??? Un generale giapponese che viaggia con tutto l'armamentario per vestire una geisha e solo io ci trovo qualcosa di anacronistico e di forzato? Secondo l'autrice è perfettamente normale che Hattori sia generale, parrucchiere, vestitore di geishe, esperto di make-up, cerimonia del tè e kimono, tutto contemporaneamente: eppure nella realtà per vestire una geisha ognuno di questi compiti viene svolto da una persona diversa e ci vogliono ore per prepararne una, ma lui è così efficiente che può fare tutto in mezz'ora. E non commento il resto, perché il suo personaggio è veramente cringe.
Vorrei aggiungere altro perché sono tante, troppe le cose che mi hanno fatto storcere il naso o mi hanno strappato una risata durante questa lettura (quando però l'intento non era affatto quello di far ridere, anzi), ma credo che sia sufficiente così. Leggete altro, non buttate tempo prezioso su questo romanzo.

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L'amante giapponese 2015-08-08 15:53:04 El Ghibli
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El Ghibli Opinione inserita da El Ghibli    08 Agosto, 2015
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UN LIBRO NEL LIBRO.

Una bellissima storia ambientata nella seconda guerra mondiale. Un romanzo che mi è piaciuto tantissimo. Narra la storia di una ragazza che a soli 16 anni viene data in moglie a Kasu Marimutu, un uomo immensamente ricco, proprietario di una casa stupenda in Malesia, rimasto da poco vedovo. Parvathi, questo il nome della ragazza, è convinta di dover fare una brutta fine in quanto il padre aveva ingannato Marimutu facendogli credere di dover sposare una bellissima donna vedendo nella realtà la foto della cugina di Parvathi. Quando l’inganno viene scoperto Marimutu è tentato a mandare al mittente la ragazza, ma poi giorno dopo giorno, tra i due si instaura un legame speciale nonostante la freddezza dell’uomo e un matrimonio senza amore. Con l'aiuto di Maya, una guaritrice dotata di profonda umanità e di poteri straordinari,Parvathi riuscirà a trasformarsi da ragazzina ingenua e timorosa in una donna colta e raffinata, in grado di tenere legato a sé il marito Quando scoppia la guerra Marimutu muore e Parvathi viene adocchiata da un perfido e glaciale comandante giapponese di cui diventa l’amante e si innamora perdutamente. Da quell’esperienza Parvhati cambia totalmente. Sono in tanti a parlare del romanzo precedente “madre del riso”come il piu' bel libro scritto da rani manicka, Io sinceramente non posso fare paragoni perché ancora l’altro non l’ho letto ma posso solo dirvi di leggerlo se vi capita perché è molto carino. Vi sono anche numerose riflessioni sulla vita e sulla morte un libro nel libro.

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