Narrativa straniera Romanzi storici Il visconte di Bragelonne
 

Il visconte di Bragelonne Il visconte di Bragelonne

Il visconte di Bragelonne

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Terzo e ultimo romanzo del ciclo dei moschettieri, "Il Visconte di Bragelonne", tra l'epopea e il romanzo picaresco, il dramma e la commedia di costume, si svolge nella Francia radiosa di Luigi XIV. I quattro moschettieri - d'Artagnan, Athos, Porthos e Aramis - ormai avanti negli anni, si ritrovano su sponde diverse, ma il vincolo saldo dell'amicizia non viene meno anche nei momenti di più forte intensità drammatica. Sullo sfondo, intrecciati con le loro vicende, si sviluppano avvenimenti importanti per la storia europea.



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Il visconte di Bragelonne 2011-12-30 00:57:24 Luciano Soana
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Opinione inserita da Luciano Soana    30 Dicembre, 2011

Il visconte di Bragelonne

CONTIENE SPOILER

Libro di lunghezza enciclopedica, che risulta promettente nella parte iniziale, noiosa fino all'irritazione in quella centrale e deludente in quella finale. Parliamo di un libro di oltre 1200 pagine e quindi la lettura è comunque impegnativa.
La prima parte tutto sommato è gradevole e si pensa possa servire come premessa per quello che verrà dopo. Invece...
La parte centrale, lunghissima, è un condensato di amori e intrighi di corte fra una quindicina di personaggi pieno di dialoghi inutili e melensi, balli, lettere perse, amori perduti, gelosie. Sembra di leggere Novella 2000. Per di più a un certo punto tutte queste storie vengono abbandonate a vantaggio di una sola (quella fra Luigi XIV° e Madamigella de la Vallière) e anche questa storia viene di fatto abbandonata nella terza parte e non conclusa.
Nella terza parte assistiamo al celebre episodio della maschera di ferro (che si conclude in realtà molto in fretta; della serie tanto rumore per nulla) e alle sue conseguenze sulla vita dei quattro moschettieri.
I quattro moschettieri sono presenti nella prima e nella terza parte, mentre nella seconda sono praticamente assenti. Viene meno il valore dell'amicizia tra loro (in 1276 pagine non ce n'è una dove siano tutti quanti insieme), Aramis soprattutto, al di la delle dichiarazioni di amicizia, si trasforma in un continuo intrigante doppiogiochista e trascinando nel suo folle progetto Porthos che conduce alla rovina. Segue la morte (anche questa inadeguata) di tre dei quattro. E non a caso sopravvive Aramis. Porthos muore da traditore. Athos di dolore per l'eccessivo attaccamento simbiotico con il figlio, D'Artagnan muore al culmine delle proprie aspirazioni professionali, come neanche nei fumetti.
Raul di Bragelonne è l'eroe romantico incapace di trovare dentro di sè la forza di adattarsi a una realtà che non si configura come lui vorrebbe. E non è che ci fa una bella figura. Alla fine si salva solo lei: Luise de la Vallière che, come dice alla fine, avrebbe dato la vita per Raul, ma non poteva dargli il suo amore, troppo travolta suo malgrado dalla figura del re e incapace di resistere alla chimica dell'attrazione

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I tre moschettieri e Vent'anni dopo
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Il visconte di Bragelonne 2011-12-12 08:46:20 enro
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enro Opinione inserita da enro    12 Dicembre, 2011
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Il visconte di Bragelonne

Inizierei questa recensione dividendo il romanzo, composto da 1200 pagine circa, in 3 tronconi da 400 pagine.
Le prime 400 pagine partono fortissimo sulla scia di "Vent'anni dopo" e sono molto avvincenti con la restaurazione di un monarca straniero.
Le 400 pagine centrali sono estremamente utili alla storia ma presentano soprattutto balli e vita di corte, che anche se ben presentata, mi ha un pò stancato. Comunque è ben fatta e ci mostra uno scorcio del passato.
Le 400 pagine finali riprendono il ritmo e l'azione dell'inizio con corse inseguimenti e battaglie..e un pò di tristezza.
Quindi come opera la considero un Capolavoro e direi che Dumas, in tutta la trilogia dei moschettieri non ha mai perso l'ispirazione.

Parlando dei nostri personaggi dico solo che sono solo "cresciuti" perchè proprio non invecchiano. Un pò più separati si intrecceranno con vicende personali. Mancano nella parte centrale del romanzo e sinceramente questo si fa un pò sentire.

La scrittura e lo stile sono a mio modo di vedere perfetti. Dumas mantiene il romanzo sempre frizzante e si legge in maniera molto scorrevole.

L'unica pecca di questo romanzo è la sua collocazione come termine della trilogia dei moschettieri..eh, mi ero affezionato, ed ora non posso più leggerli.

Come nei precedenti capitoli ho cercato la frase "Tutti per uno, uno per tutti" ed è presente in un momento molto toccante del libro, citata tra due nostri eroi. Quindi il conto per questa frase che ha fatto il giro del mondo ed è conosciuta da tutti è di due su tre libri..incredibile.

Consigliatissimo.

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Vent'anni dopo
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