Il vagone
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Arnaud Rykner è nato nel 1966. Scrittore, saggista (è un affermato specialista del "nouveau roman"), drammaturgo e regista, insegna letteratura francese all'università di Tolosa. Ha al suo attivo sei romanzi. Il vagone è il primo pubblicato in Italia.
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Discesa agli inferi
Libro breve, ma intensissimo che lascia sicuramente il segno.
L'autore in questo romanzo ci narra della peggiore atrocità commessa dai nazisti che , per quanto mi riguarda, non è lo sterminio nei forni crematori, ma la disumanizzazione compiuta attraverso le deportazioni in lunghissimi viaggi in treno, senza dare né acqua, né cibo, né possibilità di usufruire di servizi igienici ai malcapitati prigionieri.
Un incubo e una discesa negli inferi più bui che Rykner ci descrive pagina dopo pagina, il treno dei deportati parte in un giorno caldissimo di luglio 1944.
Ammassati e stipati come polli d'allevaento i prigionieri partono dalla Francia per raggiungere la Germania, lo scrittore ci fa toccare con mano la sofferenza umana iniziando a descrivere prima la necessità di poter occupare un minimo di spazio in un luogo super affollato, poi inizia un crescendo di sofferenze che è spaventoso.
Mancanza di acqua, mancanza di aria, impossibilità di poter soddisfare i propri bisogni organici, fino al clou: scoppia una rissa all'interno del vagone e molti prigionieri completamente impazziti e abbruttiti iniziano a picchiarsi selvaggiamente fra loro fino ad ammazzarsi, ne muoiono più della metà,ma...il treno continua verso la sua meta, con i cadaveri ammucchiati all'interno.
Da queste pagine si capisce che lo scrittore vuole mettere in primo piano proprio questo concetto: i nazisti avevano calcolato tutto, anche le risse, i cadaveri ammucchiati etc per poter disporre di esseri umani ormai devastati.
Molto toccanti le digressioni riguardanti l'arrivo a Dachau dei pochi sopravvissuti, voglio riportare alcuni brevi passaggi
"Qualunque cosa siamo, qualunque cosa facciamo,saremo sempre più forti di loro,perché siamo più umani...è la ns sofferenza a impedirci di assomigliare a loro. Io voglio essere quello che resiste loro,anche da morto, e che mai gli assomiglierà.Voglio esserlo. Lo sono..."
Molto intenso questo libro
certo non per bambini
Indicazioni utili
La barca di Caronte
Alla fine di questa lettura mi è venuta spontanea una domanda: ma qual è il vero Inferno? Un campo di concentramento o un vagone di trasporto? In entrambi i luoghi ovviamente si moriva in modi atroci e disumani, ma non ho potuto fare a meno di pormi questo drammatico quesito.
Non ho dato il voto massimo a questo libro non perchè sia brutto, ma perchè è angosciante. Terribilmente direi, tant' è che ho faticato non poco a finirlo, avendo addirittura la sensazione che le pareti delle stanze si restringessero intorno a me fino a soffocarmi.
"Il vagone" è un libro piccolo e breve, costituito da frasi semplici e corte ma che si imprimono come un sigillo nella mente e nell'anima.
Il protagonista parla in prima persona di un viaggio. Un viaggio di tre giorni, in condizioni totalmente disumane. Le vittime sono migliaia di ebrei, ma anche oppositori politici e tanti altri innocenti.
Non lo si può nemmeno chiamare "viaggio".
Il caldo è soffocante, la puzza di morte, sudore e feci costante e sempre più intensa e l'aria praticamente inesistente.
Acqua e cibo sono parole sconosciute e le persone sono letteralmente schiacciate l'una contro l'altra senza alcuna possibilità di movimento.
Se si sta in piedi ci si stanca, se si sta seduti si soffoca.
Le scelte sono poche e solo i più forti e resistenti sopravviveranno.
Urla, lamenti, liti s'odono in maniera costante.
Speranze e futuro svaniscono come cenere al vento e solo la morte di dipana davanti agli occhi di coloro ancora aggrappati alla vita e che hanno perso tutto.
I sentimenti scompaiono quasi del tutto, lasciando il posto a quel che viene comunemente chiamato "istinto di sopravvivenza" per chi ancora non si è rassegnato alla morte che ormai regna sovrana insieme agli assassini di quelle povere vittime.
Gli uomini sono stati trasformati indipendentemente dalla loro volontà in qualcosa di molto peggio di bestie, e così verranno sempre visti dai loro carnefici.
Ecco cosa c'è in questo libro. Sono cose purtroppo reali e accadute a moltissime persone innocenti che l'autore è riuscito a rendere perfettamente. Un terribile incubo reale, tante anime e cuori che diventano carta e che vogliono in qualche modo dimenticare e ricordare, dibattendosi tra un disperato desiderio di pace e il bisogno di far sapere cosa è capace di fare l'uomo e quante persone può convincere a seguirlo nella sua pazzia. Un desiderio di appoggiarsi a qualcuno per non dover rimanere soli con il dolore proprio e altrui.
Leggendolo anch'io sono entrata in quel vagone diventando una di quelle vittime senza essere per niente consolata dal fatto che fosse solo un libro: perchè quelle cose sono successe davvero. Quelle cose sono state vissute da tantissime persone e molte di esse non ci sono più.
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