Il tribuno
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Godibile ma non entusiasmante
La storia è godibile, soprattutto nella prima parte, quando si dipinge un affresco della prima Roma imperiale fino alla fuga di Vespasiano; diventa poi noiosa nella seconda parte, quella dedicata alla campagna militare di Tracia.
Detestabile il finale "sospeso", in attesa di un secondo libro che non leggerò mail...
Ne consiglio la lettura solo perché sono un amante della storia romana e, ripeto, la prima parte può risultare interessante.
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SCORREVOLE
Alla terza pagina sono già rapito dal racconto, l'autore mette subito tanta carne al fuoco con la rivalità dei fratelli, i banditi, i furti da vendicare, la brutalità della punizione "esemplare" del ragazzo catturato, e poi la partenza per roma.
Mi è piaciuta molto la scrittura, ci proietta direttamente nell'antica roma, belli anche gli intrighi e i personaggi incontrati lungo il cammino del giovane vespasiano.
Unico appunto la caratterizzazione dei personaggi, a proposito della quale, il libro è come se fosse diviso in due parti.
Tutti i personaggi incontrati nella prima parte del libro sono chiari e delineati, capiamo tutti i caratteri e le personalità.
dalla seconda parte in poi invece, i nuovi personaggi incontrati restano nomi fino alla fine del libro, non ne comprendiamo i profili, ne i motivi, ne i caratteri.
Nonostante qualche momento di incertezza qua e la, il libro lascia con la "voglia di leggere il proseguo" (il giustiziere di roma), cosa che sicuramente farò
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avvincente affresco storico
bella descrizione della vita a Roma e nelle province nel I secolo dC. Molto interessanti le descrizioni sull'organizzazione dell'esercito romano e della vita a Roma. Mi è piaciuto anche lo sforzo nell'indagare gli aspetti psicologici ed etici nel comportamento di queste figure storiche. La scrittura è fluida, lo stile asciutto: insomma si legge bene e ci si appassiona.
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Tribuno!, preparati al dolore!
Tito Flavio Sabino e Tito Flavio Vespasiano sono i classici "fratelli coltelli",
diversi in tutto,il primo Sabino votato fin da piccolo all'arte della guerra si è subito fatto legionario ed è partito in cerca di gloria agli ordini di Tiberio,
il secondo Vespasiano al contrario ha sempre dimostrato doti notevoli
nella gestione della fattoria di famiglia,la sua soddisfazione è far fruttare
le terre e mettere in riga gli schiavi. Il padre e la madre , Tito e Vespasia, un giorno però decidono di invertire i ruoli che i ragazzi si sono istintivamente cuciti addosso, così Sabino richiamato nella villa rustica fuori Roma è costretto dal padre a lasciare la carriera militare per occuparsi della fattoria, mentre a Vespasiano viene imposta la carriera di legionario.Tito Flavio Vespasiano,cuore di mamma!, tutto sommato è un semplice "campagnolo",Vespasia lo sà e per evitare che venga divorato dai lupi che siedono nel Senato romano lo affida alle cure del potente fratello, Gaio Vespasio Pollione.
Purtroppo la scelta non si rivelerà fra le più felici, Giao infatti è impelagato mani
e piedi in una lotta intestina per il potere fra l'infido generale Seiano e
la potente Antonia, vedova di Druso fratello dell'imperatore Tiberio. Questa lotta
accesissima costringerà Vespasiano a crescere sia come soldato che come uomo
rapidamente perchè il Potere,come imparerà drammaricamente sulla propria pelle, è un dio spietato che non fa prigionieri.
Roberto Fabbri ci offre un romanzo storico completo c'è azione, quella delle corse con le bighe o le battaglie truci con le orde barbariche, ma anche l'intrigo,quello della migliore tradizione della famiglia imperiale e infine la ricostruzione della vita quotidiana degli antichi Romani, sia di coloro che abitavano le insulae che le ville.
di Luigi De Rosa
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piacevole
la lettura è estremamente piacevole e coinvolgente, i personaggi sono appropriati e la storia plausibile. si legge tutto d'un fiato, speriamo che presto ci sia il seguito perché non amo aspettare tra un libro e l'altro.