Il rumore delle cose che cadono
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Un proiettile vagante
Una pallottola che non aveva scritto su il suo nome lo colpisce, per fortuna non in modo vitale, ma uccide la persona che era di fianco a lui. Una conoscenza recente, ma un uomo con cui sentiva di avere un certo legame. Questa pallottola infittisce questo legame. Lascia strascichi fisici ma soprattutto psicologici, perché anche la casualità deve avere un senso. E se un senso c’è, va cercato, va capito. Parte una ricerca, caratterizzata da una morbosità del conoscere che non ha una sua razionalità, è guidata dall’istinto, e porta un senso di ansia e di rincorsa, per tutta la lettura. La trama della ricerca porta a scavare nella vita di uno sconosciuto, spiandone anche gli ultimi secondi di vita, quando ha ascoltato un audio più che mai impossibile da immaginare, e che poi è il cuore di questo romanzo. Si scopre l’esistenza di una figlia, figlia che conosceva molto poco del padre. Si scoprono coincidenze e casualità, anche storiche, nella storia della loro famiglia. E questo proiettile vagante porta delle conseguenze anche nella vita dell’uomo a cui non era destinato. Proprio perché niente avviene per caso. Stile concitato, a tratti rallentato, con immagini folgoranti, ma anche con tanti tratti di nebbia, che rappresentano la confusione dell’anima.
Indicazioni utili
IL RUMORE DEL PASSATO
IL RUMORE DELLE COSE CHE CADONO è un romanzo storico che si distacca completamente dallo stile magico-surrealista dell’America Latina che Vasquez intende ribaltare.
Il protagonista e voce narrante, Antonio, conosce Ricardo Laverde in una sala da bowling, nessun rapporto particolare, nessuna amicizia fraterna, tra loro solo brevi frasi che rivelano una sintonia che non durerà a lungo: Ricardo sarà assassinato davanti agli occhi di Antonio che rimarrà a sua volta gravemente ferito. L’episodio segnerà per sempre la vita di Antonio il quale, pur costruendosi una famiglia, non riuscirà a superare il trauma dell’incidente fino a quando non sarà risucchiato dal passato di Ricardo.
Il personaggio di Ricardo viene fuori un po’ alla volta attraverso le lettere e i documenti e ricordi della figlia Maya che lo ha creduto morto all’età di cinque anni.
Una storia commovente con tanta carne a cuocere che però è stata tolta via troppo presto dalla brace: la conclusione sembra un po’ troppo affrettata, il personaggio di Maya troppo poco approfondito considerando il passato che ha dovuto subire, e il parallelo con la vita di Antonio troppo scontato. Ho avuto la sensazione che l’autore si sia perso nel flashback per poi annoiarsi dopo e accelerare la narrazione saltando qualche pezzo e infilandoci una notte tra Antonio e Maya che diventa una tappa scontata e banale.
Manca la perla finale (la storia la pretendeva) anche se lo stile è scorrevole e piacevole pur senza quella poesia dell’anima che mi piace ritrovare in alcuni scrittori (ma questo è un gusto personale) e di materiale su cui indagare ce n’era tanto.
Nota: questa resta un'opinione personalissima di una semplice lettrice che nulla toglie ai meriti di un libro che ha riscosso così tanto successo.