Narrativa straniera Romanzi storici Il ragazzo del Bounty
 

Il ragazzo del Bounty Il ragazzo del Bounty

Il ragazzo del Bounty

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Portsmouth, 1787. È la vigilia di Natale, e il ladruncolo John Jacob Turnstile, quattordici anni, è stato preso di nuovo con le mani nel sacco. Questa volta, può scegliere la sua condanna: un anno di galera o due come sguattero a bordo di una nave. Il ragazzo non ha dubbi: sceglie il mare. Il Bounty è un maestoso vascello della flotta inglese, e John, incantato dalla vastità dell’oceano, accoglie con tutta la meraviglia di cui è capace la nuovissima vita che gli si apre di fronte. Senza immaginare che sta andando incontro a uno dei viaggi per mare più travagliati di tutti i tempi, diventando testimone della più celebre rivolta della storia della marina britannica.



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Il ragazzo del Bounty 2012-04-11 17:54:18 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    11 Aprile, 2012
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Un viaggio che fa crescere

John Jacob Turnstile è un ragazzino abbandonato e vive, assime ad altri trovatelli nella casa del viscido signor Lewis a Porthsmud. Per guadagnarsi da vivere è costretto a rubacchiare durante il mercato cittadino.

La vigilia di Natale del 1787 però.viene colto in flagrante e viene processato. Il giovane non è nuovo ai tribunali ma, questa volta tutto sembra girare diversamente dal solito, il malcapitato che è stato truffato non molla e John Jacob viene condannato.
Gli viene concessa l'opportunità di scegliere la pena: galera o sguattero di bordo sul nuovo vascello Bounty, di rotta sulla indie. Il giovane si catapulta sulla seconda ipotesi, partendo così per un'avventura mozzafiato, costellata di inghippi e con l'evento che la storia ci racconterà come il più grande ammutinamento che una nave mercatile ricordi.

Ricordavo Boyne nel bellissimo "Il bambino con il pigiama a righe" e credevo di ritrovarmi una storia similare ma, non è così e ne sono rimasto ancora piacevolmente stupito.

Un romanzo che parla di un ragazzo, della sua storia che poi si addentra in temi attualissimi come il disagio sociale, i sentimenti forti ed i valori importanti. Ma, parla sopratutto di un viaggio, inteso sia nel senso fisico che in quello mentale del termine, Boyne ci trasporta a bordo del Bounty in isole meravigliose, in mari turbolenti e ci fa crescere ed emozionare con John Jacob.
L'autore ha una capacità impressionante di coinvolgere il lettore nei sentimenti dei personaggi (più di una volta sono dovuto andare a bere quando venivano raccontati i periodi passati a bordo della scialuppa senza acqua potabile =), che si amano e si odiano, ci fa vivere le loro paure e le loro gioie in maniera magistrale.

Il libro, come "Il bambino con il pigiama a righe" è scritto in prima persona dal protagonista e questo lo rende, a mio modo di vedere, ancora più avvincente.

Un bellissimo libro, che consiglio a tutti!

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Il bambino con il pigiama a righe
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Il ragazzo del Bounty 2010-05-20 17:36:54 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    20 Mag, 2010
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Avventuroso

Ci sono storie ormai conosciute e rivisitate innumerevoli volte dalla letteratura e dal cinema, scrivere un racconto su una di queste (in questo caso l'ammutinamento del Bounty ma penso anche al naufragio del Titanic e via dicendo...) è un grosso rischio perchè la storia è quella che si sa e si finisce facilmente nella noia se non si hanno notizie fresche da aggiungere.
Il merito di Boyne è quello di farci vivere l'avventura del bounty attraverso gli occhi di un ragazzino di 14 anni reclutato suo malgrado come servitore del capitano , il grado più basso esistente su una nave di Sua maestà Re Giorgio.
La vicenda è arcinota : il Bounty dopo alcune peripezie arriva a destinazione a Tahiti dove l'equipaggio deve raccogliere i semi e far germogliare le piante del pane da riportare in Inghilterra perchè possano essere trapiantate nelle colonie inglesi come nutrimento completo e soprattutto economico per gli schiavi.
La vita sulla paradisiaca isola è ben diversa da quella dura su una nave in balia dei capricci del mare e del tempo, e i rudi marinai trovano difficile staccarsi da cibi freschi ed abbondanti e dalle lussuriose attenzioni delle bellissime e "facili" indigene.
Il capitano William Blight cerca di mantenere l'ordine alternando grande comprensione a qualche sfuriata ma invece di trovare apprezzamento perde via via carisma ed autorevolezza e non si accorge che il secondo ufficiale sta tramando alle sue spalle.
Alcuni giorni dopo aver lasciato l'isola per fare ritorno alla volta dell'Inghilterra trenta uomini guidati dal secondo ufficiale si ammutinano e prendono il comando della nave relegando il capitano, il primo ufficiale e altri marinai a lui fedeli su una grossa scialuppa di salvataggio con solo una bussola e pochi viveri.
Il Bounty degli ammutinati fa ritorno verso l'isola di Tahiti mentre il capitano e gli uomini che per senso del dovere e dell'onore gli restano fedeli, tra cui il giovane Jacob, vengono abbandonati in mare aperto . Il loro straordinario coraggio e spirito di sopravvivenza, la loro coesione nelle difficoltà e la capacità unica del capitano di ricordare rotte e posizione delle isole permette a 13 di loro di raggiungere la colonia olandese di Timor dove verranno curati e troveranno un passaggio verso casa.
Bello il racconto ma anche la vicenda del giovane Jacob , un ragazzino a cui la vita ha già fatto troppo male e che ha già imparato a sue spese che non tutti quelli che dicono di volerti aiutare lo fanno disinteressatamente . Il giovane cresce durante il viaggio e si trasforma da impaurito ragazzino costretto a rubare ed ad altre terribili occupazioni in un marinaio ed un giovane uomo , con valori come l'amicizia , la lealtà , l'onore ed il coraggio ormai scolpiti nel cuore grazie all'esempio dei suoi compagni di avventura.
Boyne ha davvero costruito un bel racconto molto avvincente ed avventuroso.

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