Il fiume dell'oppio
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Una piacevolissima ed esaustiva lezione di storia
Anche io, come molti altri lettori, mi sono addentrata nella lettura di questo secondo testo della trilogia sull'onda del precedente Mare di Papaveri. ...E, sorpresa!, mi sono appassionata molto di piu' per questo secondo libro che per il primo! La situazione storica descritta dal Fiume dell'Oppio e' assolutamente veritiera - diversi personaggi citati sono esistiti realmente: per esempio il commerciante Mr. Jardine, il pittore George Chinnery, l'altro commissario cinese Liu Zexu, Lamqua, ecc. - e cio' crea una base solida e spessa alla trama, sulla quale poi fioriscono e si muovono i personaggi inventati - Bahram, Paulette, ecc. Il continuo passare da uno all'altro di loro, con il consegnente spostamento del focus del racconto e quindi della prospettiva, ha inserito nel lavoro un certo senso globale, una sorta di internazionalita' nel flusso degli eventi. Infatti, il commercio dell'oppio visto dal punto di vista dei mercanti indiani, o da quello degli inglesi, ovvero da quello delle persone esterne, come i venditori cinesi di liquori nelle bettole del porto frequentate dai lascari, offre considerazioni di vario tipo e contente di formarsi un'opinione piuttosto realistica del tutto.
E' vero, Ghosh pare non abbia poi tanta simpatia per gli europei... sono presentati spesso come arroganti, superficiali e viziati (buffissima la descrizione di cio' che accade quando i servi cinesi devono lasciare le abitazioni dei commercianti stranieri, durante il blocco!), ma come dargli torto? Daltronde scrive cosi' bene che non posso cricitargli proprio nulla!
Indicazioni utili
La prima guerra dell'oppio raccontata poeticamente
La seconda parte della trilogia è, forse, ancora più affascinante della prima, anche se meno novellistica o più realistica. La parte dedicata al progressivo sgretolarsi di un mondo commerciale occidentale, basato sullo sfruttamento organizzato e anche "ideologizzato" della debolezza e della corruzione del governo cinese e dei suoi funzionari, al confronto con la morale europea e quella asiatica, e alle sfumature delle diverse culture attorno a un tema così importante per l'oggi come quello dello sfruttamento commerciale delle risorse e del lavoro a livello globale e di eccezionale vivacità, intelligenza, profondità.
La prima guerra dell'oppio, che sarà all'origine di quello sgretolamento, ma pure la base del ricompattamento dei traffici occidentali in oriente, emerge vivida e chiara da queste pagine.
In più,la cultura di Gosh è stupefacente (può passare dalla contrattualistica commerciale alla descrizione minuziosa di navi e imbarcazioni di ogni dove, dalla floricultura alla produzione seriale di dipinti cinesi e così via, in modo documentato quanto basta da ricreare la realtà di cui ti parla sotto i tuoi occhi, e dartene una spiegazione tecnica). Infine la scrittura di Gosh è così piacevole da essere in grado di risucchiarti in una cultura e in un tempo non tuoi facendoti sentire parte di essi!
Anche io, però, consiglierei l'introduzione di un glossario per poter mantenere la pluralità dei linguaggi intatta, con l'espediente di non tradurre termini e espressioni originali, ma consentendo a chi lo desidera di calarsi nel significato.
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La crudeltà del commercio di oppio
Sinceramente la seconda parte della Trilogia della Ibis mi ha un pò deluso. Mare dei papaveri mi è piaciuto molto per lo spessore e il fascino di personaggi - sullo sfondo di un'India pre-moderna - che si sfiorano e si incrociano giungendo all'apice nell'epico finale. Non che fosse indispensabile riprendere ogni singolo personaggio anche nel Fiume dell'oppio, solo che se ne poteva anche fare un romanzo a sè, incentrato su una fase molto crudele dei rapporti commerciali fra Occidente ed Oriente. Il romanzo è anche interessante, ma solo a tratti emozionante come Mare di papaveri. A mio personalissimo parere è stata una lettura che avrei evitato a piè pari, se non fosse stato per il traino del primo volume; volendo se ne può tranquillamente fare a meno. Nota per i curatori: se si vuole infarcire il testo di tanti termini in lingua originale (cinese, indiano, bengalese, parsi e quant'altro), è bene allestire una sezione "Glossario", grazie!!