Il canto di Mr Dickens
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Dickens oh Dickens
«Tra loro c’era sempre stata una sorta di spinta in avanti, come se la vita potesse solo tradursi in un’espansione continua: altri figli, una casa più grande, cose migliori. Lo stesso Dickens era noto per la sua tendenza alla prodigalità, generoso fino all’eccesso.»
Piccola ma doverosa premessa: Samantha Silva si ispira alla vita di Dickens per questa storia che ci riporta ai tempi de “Canto di Natale” ma sin da subito premette di distanziarsene. È invenzione letteraria liberamente ispirata alla figura e da qui si sviluppa uno scritto che conduce per mano.
A questo dato di distanza dalla realtà vi è però anche l’assonanza tanto che molti lettori affezionati di Charles Dickens riconosceranno. Dickens, al tempo, si trovò nella necessità di scrivere in poche settimane un racconto di Natale poi trasformatosi in Canto di Natale. Il racconto doveva rispondere alle esigenze del pubblico e doveva soddisfare anche le richieste economiche degli editori. Dickens, ancora, per tutta la vita ha dovuto fronteggiare i debiti costanti del padre, le richieste di prestito da parte dei parenti e uno stile vita fin troppo spesso più alto delle proprie e reali possibilità.
«Avrebbe voluto vedersi offrire, se non del denaro, almeno una ventata di quel suo ottuso ottimismo, ora che ne aveva tanto bisogno. Un orecchio pronto ad ascoltare, una parola di saggezza, una spalla su cui appoggiarsi, ora che si sentiva vacillare. Un qualche segno che l’ordine naturale del rapporto tra genitore e figlio era ancora intatto. Era ridicolo aver bisogno di un padre alla sua età, adesso che lui stesso lo era diventato, e per ben sei volte. Eppure era così.»
Ecco allora che siamo trasportati in questa Londra umida e fredda, nella vita di uno scrittore che sta per vedere nascere un altro figlio e con la minaccia di dover anche restituire quelli che sono stati gli anticipi al lavoro dato. Tante le tematiche che vengono trattate, tanti gli aspetti che riconducono il lettore al testo originale. Che dire, o si ama, o si odia. Non ci sono tante vie di mezzo. È uno scritto che si sceglie perché ci si aspetta un qualcosa ma si deve sempre ricordare che è finzione narrativa e dunque adattata agli scopi. Certamente serve una buona dose di spirito natalizio perché il tema Natale e le sue ambientazioni non mancano.
Edito da Neri Pozza nella traduzione di Daria Restani, in libreria dall’8 novembre 2022.
«I miei fratelli, mia sorella, mia madre… se li portò dietro tutti quanti. Lo supplicai di portare anche me. Ma a me spettava il compito di farli rilasciare. Lavorando in questa fabbrica»