I segreti del ponte di Besalù
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Mediocre
Questo romanzo prende il via da un fatto storico reale: la costruzione del ponte di Besalù nel corso del secolo XI.
Appunto prende il via ma dopo pochi metri (o pagine in questo caso) si potrà notare che l'impronta fantasy è molto evidente, anche troppo, rovinando secondo me l'atmosfera della spagna medievale.
Riti magici, evocazioni e controllo degli elementi naturali, mostri non identificati e druidi stregoni decisamente esagerati. Un romanzo ne carne ne pesce, insomma, ne è uscito un minestrone fantasy.
La storia d'amore che vede coinvolti Itram e Jezabel mi sà tanto di romanzo rosa, l'autore non è riuscito a catturarmi nelle emozioni dei due giovani innamorati. Stessa cosa per il resto delle caratteristiche emotive dei personaggi, non mi hanno colpito, sufficienti ma non di certo elogiabili a parer mio.
Nonostante tutti questi aspetti negativi, beh, c'è anche qualcosa che mi ha colpito in positivo ed è stato l'uso di una leggenda che riguarda la chiesa, ovvero la leggenda della menorah, il candelabro sacro a sette bracci. In realtà l'autore ha voluto recuperarla per l'azione del romanzo, poiché risale a secoli prima. La tradizione ebraica situa la menorah nel Vaticano, sebbene la Santa Sede non abbia mai riconosciuto che tra i suoi tesori ci sia questa gioia ebraica. Ma vabene lo stesso, almeno rende il tutto un pochino più intrigante.
Io credo ci siano molti libri migliori di questo, troppi, sia dal lato fantasy che da quello storico questo racconto è piuttosto carente. Mi sento di consigliarlo solo a chi proprio non sà che altro libro leggere, oppure vuole leggere qualcosa di leggero e molto poco impegnativo, infatti, quest'ultimo risulta piuttosto scorrevole nella lettura in assenza di un particolare stile.