Narrativa straniera Romanzi storici I colori dell'incendio
 

I colori dell'incendio I colori dell'incendio

I colori dell'incendio

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Febbraio 1927. La Parigi che conta assiste al funerale del banchiere Marcel Péricourt. La figlia Madeleine deve prendere le redini dell'impero finanziario di cui è l'erede, ma il destino decide diversamente: suo figlio Paul, un bimbo di sette anni, compie un gesto inatteso e tragico che la porterà alla rovina. Posta di fronte alle avversità, alla cattiveria degli uomini, alla cupidigia della sua epoca, alla corruzione e all'ambizione del suo ambiente, Madeleine dovrà fare ricorso alla sua intelligenza e a tutte le sue energie, ma anche a soluzioni machiavelliche, per sopravvivere e ricostruire la sua vita. Compito reso ancora più difficile dalle circostanze, in una Francia che osserva, impotente, i primi colori dell'incendio che devasterà l'Europa. I colori dell'incendio è il secondo attesissimo romanzo della trilogia inaugurata con Ci rivediamo lassù - premio Goncourt 2013, tradotto in ventisei lingue e un milione di copie vendute nel mondo -, un'opera in cui ritroviamo appieno il talento straordinario, l'originalità visionaria e la lingua immaginifica di Pierre Lemaitre.



Recensione della Redazione QLibri

 
I colori dell'incendio 2018-09-09 21:40:06 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    09 Settembre, 2018
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La vendetta

Il romanzo di Pierre Lemaitre mi ha ricordato molto il film La stangata. Una scrittura brillante, mai noiosa che vuole acchiappare l’attenzione con continui colpi di scena. Il tipo di storia si presta perfettamente allo scopo. Il romanzo si apre con la morte di un vecchio banchiere. Al suo funerale assistiamo al primo colpo di scena: il tentato suicidio del nipotino che si getta dalla finestra del palazzo finendo proprio sulla bara. Da lì la corsa in ospedale e la paralisi del bimbo. La madre del piccolo, ricchissima ereditiera, viene truffata e tradita da tutti i suoi collaboratori che anziché ringraziarla per la sua generosità, approfittano della situazione. Ma come nella stangata, poi arriva la vendetta della donna. Il romanzo è ambientato nel periodo dell’ascesa di Hitler e credo che si ispiri almeno in parte ad alcuni fatti di cronaca dell’epoca. L’intento di Lemaitre però non è quello di ricostruire avvenimenti storici o economici, tantomeno di indagare su cause e effetti di questi ultimi in profondità. Quello che vuole è scrivere una storia mozzafiato che avvinca il lettore. Anche l’aspetto psicologico dei personaggi è secondario rispetto alla battuta a effetto, alla frase tagliente, e soprattutto alla concatenazione degli eventi che mantiene un ritmo incalzante per tutto il romanzo. Lemaitre calca la mano sulla perfidia di alcuni personaggi in modo che la vendetta sia attesa e desiderata come in ogni buon romanzo /film d’azione. Ovvio che considerazioni morali o riflessioni o sguardo in profondità su personaggi, fatti, eventi esulano dallo scopo del testo. Spicca fin dalle prime pagine come alcuni personaggi siano decisamente grotteschi, ad esempio lo zio Charles, soprattutto in alcuni momenti particolari come la lettura del testamento. Le considerazioni sulla politica e sui politici, sugli affittuari che non pagano l’affitto e sul modo di indurli a pagare e così via puntano dritto alla pancia del lettore cui il romanzo è diretto. E’ una scrittura brillante ma poco penetrante come invece è quella intelligente di Roth.
Perciò il romanzo è da una parte molto avvincente, adatto a chi da una lettura si aspetta soprattutto un piacevole passatempo. Non credo che sia adatto a chi cerca qualcosa di più, uno sguardo in profondità sulla realtà o sull’uomo che apra la mente a nuovi orizzonti. Il primo volume della trilogia ha vinto il Goncourt, forse per questo mi aspettavo qualcosa di diverso. Comunque il romanzo ha gli ingredienti del bestseller.

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I colori dell'incendio 2021-01-22 11:50:37 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    22 Gennaio, 2021
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Il Conte di Montecristo in gonnella

Madeleine Pericoult è figlia di uno dei più grandi banchieri di Francia, è ricca, non ha avuto un matrimonio felice ed il marito è in carcere per una serie smisurata di reati finanziari. Il figlioletto Paul è affidato alle cure di un giovane istitutore, Andrè, con cui Madeleine ha un'ambigua relazione.
Quando il vecchio padre di Madeleine muore improvvisamente non è l'unica tragedia, il giorno del funerale il piccolo Paul tenta inspiegabilmente il suicidio, si salva ma rimane paralizzato. Improvvisamente sola, affranta dal dolore per la perdita del padre e angosciata per la situazione del figlioletto Madaleine tronca la relazione col giovane Andrè , non si interesa delle vicende della banca e rifiuta il corteggiamento di un alto funzionario. Non si accorge che le persone che dovrebbero costituire la sua nuova cerchia di intimità le sta tramando contro e in pochi mesi la donna si ritrova a perdere la quasi totalità del suo patrimonio. Perfino il palazzo signorile in cui ha sempre vissuto viene venduto per pagare i debiti e lo acquista proprio uno dei suoi traditori. Madeleine si ritrova a vivere con poco assieme a Paul che, seppur paralizzato, inizia una nuova vita e ad una governante polacca che non parla una parola di francese ma è una straordinaria figura piena di entusiamo e altruismo, l'esatto opposto di chi l'ha tradita e umiliata : loro affini a Madeleine come ceto e istruzione ma vili e meschini , la governante quasi aliena nella sua non padronanza della lingua ma capace di comunicare con i fatti e assolutamente fedele e fidata. Una sera il figlio le confessa il terribile motivo del tragico gesto e Madaleine decide di non essere più la giovane donna in balia degli eventi, trama una tremenda vendetta ai danni di chi l'ha rovinata e di chi ha fatto del male al figlio. Per fare questo si affida all'opera di un ex collaboratore del marito, un uomo con pochi scrupoli ma con un minimo di senso morale. Inizia una parte diversa del romanzo, meno malinconica e dal ritmo più serrato in cui evolve anche il carattere dei personaggi.
Si tratta del seguito del bellissimo "Ci rivediamo lassù" ma può essere letto anche come storia a se stante . Le vicende della Francia post prima guerra mondiale sono trattate con una certa cura, l'autore riesce ad integrare alla perfezione le vicende dei protagonisti con quelle storiche e a rendere molto bene il fascino che esercitava il nascente movimento fascista su tante culture in Europa e la progressiva paura che insorgeva nelle menti più attente, molto interessante il rapporto tra il giovane Paul e la famosa cantante lirica Solange Gallinato, un personaggio di contorno davvero ben riuscito.
Vale la pena di scoprire se e come Madeleine riuscirà ad avere la sua vendetta, ottima lettura veramente.

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I colori dell'incendio 2020-05-28 15:41:01 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    28 Mag, 2020
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La vendetta è un piatto che si serve freddo

“I colori dell’incendio” è il secondo romanzo di una trilogia di Pierre Lemaitre, che segue le vicende di una famiglia della grande borghesia francese dai primi del novecento. Mentre “Ci rivediamo lassù” è una lettura più impegnativa, che affronta il tema della guerra e delle sue conseguenze nel pubblico come nel privato, qui la vicenda si dipana nell’ambito familiare, pur esprimendo tacitamente considerazioni sulla politica, sulla società, sui mezzi di informazione.
Al centro della storia è Madeleine che assiste al tentato suicidio del figlio di otto anni proprio nel giorno dei funerali del nonno. La tragedia colpisce Madeleine quando è assolutamente impreparata a gestire l’ingente patrimonio lasciatole dal padre. Per necessità dunque si affida a chi le sta più vicino e di cui si fida. L’avidità, tuttavia, trasforma le persone che ha intorno che non esitano a tradirla. Ridotta quasi alla miseria, Madeleine è costretta a ridimensionare il suo stile di vita mentre vede prosperare chi l’ha tradita. Escogita così una serie di espedienti per mettere in atto una vendetta feroce.
È un mezzo efficace per portare avanti una critica sul sistema politico troppo spesso incline a compromessi disonesti, efficace per mettere in risalto la frequente mancanza di scrupoli di certa informazione sempre a caccia di scoop a fini personalistici e scandalistici, efficace inoltre per sottolineare quanto sia sempre stata diffusa in ogni epoca la pratica dell’evasione fiscale da parte di chi possiede ingenti patrimoni. Il tutto sullo sfondo dell’ascesa del nazismo in Germania e dello stabilizzarsi del fascismo in Italia.
Un romanzo assai scorrevole, di piacevole lettura, pur non essendo forse all’altezza del primo.

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I colori dell'incendio 2019-01-20 20:59:30 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    20 Gennaio, 2019
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Tempi duri

Madeleine ha sempre vissuto in un universo di denaro. Muore il padre, banchiere, e ne eredita il patrimonio, che però perde per colpa di cattivi consiglieri, che hanno voluto imbrogliarla. Oltre a tutto ciò ha l’onere di crescere suo figlio, rimasto paralizzato a causa di un tentativo di suicidio conseguente ad un ingombrante segreto. Una vita non facile che si snoda nell’Europa degli anni ’20 e ’30 con, sullo sfondo, la crisi finanziaria di quegli anni e l’imminente ascesa di movimenti politici che fanno da cornice, importante, di una storia davvero drammatica. Madeleine finisce in rovina a causa di persone senza scrupoli, ma con un’intelligenza ed un sangue freddo invidiabili, riesce a trovare il modo di vendicarsi. Buono lo stile, un libro davvero ben scritto. Buono il modo di concatenare vicende private a vicende politiche e sociali. Buono il titolo, che lascia intravedere quei primi fuochi che nascono in Europa, avvisaglie di ciò che la storia ci insegna sta per succedere. Buona copertina che, a dispetto del titolo, è in bianco e nero e, da sola, ci permette un piccolo tuffo in quegli anni così particolari.

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