Figlie di una nuova era
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delle SS, la minaccia nazista.
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Quattro donne non piccole
Primo libro di una trilogia che ha avvio negli anni ’20, primo Novecento. Storie personali intrecciate a vicende storiche, quindi tutto molto promettente per il lettore e con una visione di medio lungo raggio. Peccato però che nella prima metà del libro, momento in cui dovresti appassionarti ai personaggi ed alle loro singole caratteristiche, per cominciare a identificarli, sentirli vicini per poi riconoscerli negli intrecci letterari creati, ti sembra di assistere ad una carrellata con pochi colori. Piccole scene di vita che ti sembrano insignificanti. Poi gradualmente le storie acquistano un loro spessore, anche se il contesto storico in cui sono ambientate risulta proprio molto sfumato sullo sfondo. Avrei preferito una maggiore incisività.
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Una storia affascinante
Sono entusiasta di questo libro che avevo in casa da anni e non mi attirava per niente, forse per la mole e un po’ per il timore che fosse noioso. Aggiungo che detesto le trilogie o comunque i testi con un seguito che si è costretti ad acquistare. Sono solitamente attirata dai romanzi brevi, forse perché anche i miei scritti lo sono; quelli lunghi sono talvolta gonfiati dall’autore per renderli più attraenti agli occhi del pubblico che pensa di trovarvi una trama particolarmente sfaccettata o profonde analisi e riflessioni.
Torniamo a questo libro, ambientato ad Amburgo intorno al 1920 e che narra la vita di quattro donne, i loro sogni, le loro difficoltà. Mi sono affezionata alle protagoniste, ognuna con il suo carattere e i suoi difetti, che riescono a portare avanti negli anni un'intensa amicizia; questo legame coinvolge anche le rispettive famiglie creando un'atmosfera serena, piena di affetto e solidarietà, un esempio per tutti. In due mesi ho letto la trilogia.
Mi ricorda "Piccole donne" di M. Alcott e "Signorinette" di W. Bontà perché ha uno stile semplice, fluido, piacevole; l’autrice sa come mantenere viva l’attenzione del lettore con piccoli e grandi colpi di scena.
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AMBIZIOSO E POCO CREDIBILE
Questo romanzo segue la vita di quattro donne: Henny, Käthe, Ida e Lina e copre un periodo temporale che va dal 1919 fino al 1948.
La prima guerra mondiale è stata devastante e dolorosa, ha lasciato molta sofferenza e delle ferite profonde difficili da rimarginare, sia per il popolo tedesco che per le nostre protagoniste.
Queste quattro donne sono molto diverse tra di loro: Hennie è dedita al lavoro ed è un ostetrica, la sua migliore amica è Käthe che nel corso degli anni si avvicinerà moltissimo alla politica.
Ida è una ragazza molto ricca, è viziata e capricciosa, incapace di amare, non vuole rinunciare al proprio status sociale e le sue scelte saranno sempre dettate dall'ottenere un vantaggio per se stessa e non seguirà mai il suo cuore.
Lina è la quarta protagonista è un personaggio anticonformista, la sua storia provocherà un forte scandalo per la società dell'epoca.
"Forse idealizzava il suo ricordo. Forse chi non è più in questo mondo ha più possibilità di essere amato senza riserve."(citazione)
Durante la narrazione seguiamo la vita di queste quattro donne, le vediamo crescere, innamorarsi, realizzarsi sul lavoro e vediamo anche come si evolve la scena politica della Germania che si preparava alla Seconda Guerra Mondiale.
La narrazione introduce, non solo le protagoniste, ma moltissimi altri personaggi e all'inizio è stato davvero difficile seguire tutto ed entrare nella storia, pensavo che le cose cambiassero, purtroppo però non sono riuscita ad affezionarmi a nessuna delle quattro donne.
Questi numerosi personaggi, però, vengono descritti in maniera superficiali e risultano piatti, neanche le protagoniste vengono analizzate dal punto di vista psicologico.
L'autrice decide di utilizzare molti dialoghi e le scene risultano essere molto brevi e veloci, forse troppo; la parte descrittiva è veramente marginale tranne alcune parti dove si parla della città di Amburgo, che è l'ambientazione della storia.
La parte più interessante, per me, doveva essere quella dedicata alla seconda guerra mondiale, però non è stato così perché credo che manchi un po' di profondità e di veridicità. Vengono introdotti dei personaggi ebrei, comunisti e omossessuali ma il lieto fine sembra essere ovvio, mi chiedo perché? Gli orrori della guerra ci sono stati purtroppo, credo che un libro anche se di fiction debba avere un fondo di verità.
La struttura narrativa è troppo caotica, in particolare all'inizio ci sono troppi personaggi insieme a tantissimi eventi uno dietro l'altro ed è difficile stare dietro a tutto senza fare confusione, era preferibile che l'autrice si concentrasse solo sulle quattro donne. Paradossalmente le protagoniste sono diventate quasi secondarie rispetto a tutti gli altri personaggi.
Durante la lettura mi sono sentita stanca e davvero frustata perché speravo che cambiasse qualcosa e che alla fine questo libro mi piacesse. Pensavo anche che fosse un mio problema di concentrazione mentre andando avanti, ho capito che non dipendeva da me, ma da come era stata concepito dall'autrice il progetto narrativo.
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4 donne e la guerra
Il romanzo copre un arco temporale di circa 30 anni e racconta le storie e le vite di 4 amiche molto diverse fra loro e di varie estrazioni sociali, e delle loro famiglie e amici. Ci dà uno spaccato molto realistico e concreto della vita di una donna ad Amburgo e soprattutto di come è cambiato nel tempo il contesto storico con l'avvento del nazismo. In particolare mi ha colpito vedere come molti, ebrei compresi, non avrebbero mai creduto che Hitler avrebbe preso il sopravvento e come alcuni di loro che in un primo momento non erano così contrari alle idee nazionalsocialiste, hanno cambiato opinione quando hanno visto come poi il tutto è degenerato. Ci si affeziona a queste donne e alle loro vite, si fa il tifo per loro e alla fine ci si commuove anche. Lettura molto intensa, ci trasmette l'orrore della guerra, la paura, la distruzione, ma ci si affeziona anche a queste donne.
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Nel turbine della Storia
Il flusso inarrestabile della Storia travolge la vita delle quattro giovani protagoniste in una Germania impoverita, incerottata e risorta che sta ancora scontando gli esiti della Prima Guerra Mondiale , aperta alla modernità ma che vive di restrizioni prevalentemente al femminile.
Da questo momento un disgregamento interno ad indirizzo nazional-popolare sfociera’ in odio e persecuzione razziale, fino all’ avvento del nazismo ed allo scoppio di un’ altra guerra, la desolazione di una nuova cocente sconfitta ed un progressivo desiderio di rinascita.
Amburgo è il luogo prescelto, una città anglofila non classicamente teutonica, le protagoniste inserite in un flusso storico che ne condizionerà vita e sentimenti inseriti in un privato assai complesso.
Quattro giovani donne, Henny, Ketty, Lina ed Ida, tutte nate nel 1900, i propri ideali e sogni giovanili contrari ad un reale limitato e limitante che riescono tuttavia ad indirizzare le proprie vite.
Se Henni e Ketty diverranno ostetriche, Lina insegnante e Ida, ragazza viziata di buona famiglia, ostaggio di un matrimonio riparatore, tutte dovranno affrontare l’ ostilità e la complessità di un mondo maschile e maschilista che non insegue aspirazioni e desideri, ma l’ accettazione di scelte obbligate.
In tutto il romanzo si respira, nonostante i tempi, una forte caratterizzazione al femminile, una sensibilità recalcitrante ingiustizie sociali e personali con un presente inquietante ed un futuro inguardabile.
Ecco la rappresentazione di un’ epoca, tram elettrici che sferragliano tra le vie, macchine sempre più numerose, linee ferroviarie moltiplicate, ecco la nascita e la crescita di nazionalismo, populismo, del nazismo più bieco, l’ ascesa di Hitler, un uomo da subito ritenuto pericoloso e da fermare ma adorato da ampi settori della popolazione, antisemitismo, povertà diffusa, il progressivo culto della razza ariana, un’ atmosfera liberale che sta sfumando.
Nel mezzo minoranze che stentano a darsi voce e storie parallele di aspettative rimosse, fughe obbligate, persecuzioni politiche, scelte dolorose.
Ormai i tempi sono cambiati con il tramonto della moderazione e l’ avvento di nuovi giorni di paura, un’ ondata di inaudita violenza, un orrore senza fine per le persone ed i loro sogni con una affievolita gioia di vivere.
Di nuovo il ritorno alle atrocità della guerra, persone ridotte a giocattoli, senza libertà di azione, uomini impegnati in un viaggio spesso senza ritorno, mutilati nel corpo e nello spirito, delatori, persecutori, perquisizioni, deportazioni, lavori abbandonati per costrizione o perché non si vuole stare al servizio di gente dagli ideali oscuri e depravati.
Intanto si moltiplicano i morti e sinistre carovane di disperati si trascinano per le strade suburbane dirette a paesini di campagna già pieni di uomini in pena.
Un conflitto che non accenna a fermarsi e la profonda nostalgia per un mondo in cui regnava la pace, oggi non c’e più niente da proteggere, i giovani sono invecchiati profondamente, senza una casa, continuano a fare la conta dei morti, sognano ritorni improbabili e conducono una vita da sfollati, tra amori definitivamente tramontati e l’ inizio di nuovi giorni....
Primo capitolo di una trilogia, “ Figlie di una nuova era “ ci consegna una esposizione chiara, semplice, lineare, indirizzata alla realtà di un mondo in divenire ( il ‘900 ) ed alla rappresentazione di classi sociali eterogenee, inserendo le vicende delle protagoniste nel flusso della Storia, dando voce ad idee e speranze disilluse di donne ed uomini travolti da una cecità onnipresente.
La storia, questa volta, è vissuta e descritta dai vinti ma nulla cambia, l’ incubo bellico e l’ orrore di persecuzione e morte non risparmieranno alcuno, ne’ vincitori e ne’ vinti, e gli esiti nefasti all’ inseguimento di fanatismo ed ideologie accecanti restituiranno infine solo disperazione e morte in un univoco ed inumano deserto di cuore ed animo.
Per contro, una forza condivisa e vitale continua ad abbracciare e ad alimentare sogni e speranze delle protagoniste, indubbiamente sentimenti umani totalizzanti ed universalmente condivisibili.