Figli del Nilo
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Opinioni inserite: 4
NOIOSO
Io non ce l'ho fatta a a finirlo. Uno dei pochi libri che chiudo senza sensi di colpa.
Non so, è scritto in un modo davvero troppo, troppo, troppo lento. E di libri lenti ne ho letti, però avevano una storia. Ho letto Anna karenina di Tolstoj, che è lento da morire, ma ha una storia che bene o male ti fa andare avanti.
Io la storia di questo libro non l'ho capita, c'era una guerra in corso?
Descrizioni troppo lunghe e noiose. Non amo le descrizioni, preferisco che le cose si dicano subito senza girarci troppo intorno.
Poi sesso, stupri chi più ne ha più ne metta.
Non mi sento di consigliarlo, poi decidete voi.
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TAITA IL MAGO
Altra indimenticabile vicenda che descrive l’epopea egizia in tutto il suo splendore. “I figli del Nilo” rappresenta il secondo capitolo della saga egizia di Wilbur Smith che dopo “Il Dio del fiume” ci concede un secondo episodio per nulla scontato e davvero coinvolgente. Taita abbandona i connotati umani per assumere quelli di un invincibile mago dalle sembianze ieratiche che con le sue prodezze riesce di volta in volta a manipolare gli eventi a suo favore e per il bene delle persone che ama. Stavolta dovrà proteggere Nefer, figlio di Tamose , nipote dell’amata Lostris e dell’amico Tanus (i protagonisti del primo capitolo della saga) . Le insidie che minano la pace e le sorti del basso Egitto stavolta si chiamano Naja , infedele ed indegno amico del faraone Tamose, che traendogli un tranello lo uccide per prenderne il posto , e Trok Uruk che farà la stessa cosa con Apepi, faraone Hyksos che governa l’Alto Egitto e padre di Mintaka, che poi diventerà moglie di Nefer. I due , grazie all’aiuto del buon Taita, danno vita ad un sodalizio forte e ben voluto dalla popolazione egizia, che riesce a sconfiggere quei malvagi usurpatori del potere nonché assassini dei rispettivi padri. Il libro è avvolgente come il suo predecessore e nonostante le 600 e più pagine, si legge avidamente. In alcune occasioni le vicende sono descritte in modo assai crudo , con morti e sevizie di tutti i tipi , una scelta che a mio parere poteva anche essere evitata perché non aggiunge pathos alle vicende ma solo un po’ di sdegno (specialmente se si pensa che tali cose accadevano realmente) ma tuttavia il mio parere conta ben poco al cospetto di chi ha venduto milioni di copie. La saga egizia di W. Smith è davvero coinvolgente e anche se ho letto soltanto due dei quattro libri che la compongono , già so che gli altri non mi deluderanno; non posso dire la stessa cosa per quanto riguarda il film che ne è stato tratto , che risulta veramente un’opera da dilettanti, una pellicola che mortifica le magiche atmosfere create con prodigiosa sapienza dall’autore africano; speriamo che in futuro qualcuno riesca a rendere il giusto omaggio a queste opere fantastiche.
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Guerra, sesso, potere e mistero..
Figli del Nilo è il terzo libro della trilogia di Wilbur Smith di cui fanno parte anche Il Dio del fiume e Il settimo papiro. Premetto che questo libro mi è stato regalato, in precedenza non avevo mai letto altri libri di questo autore quindi non posso riferirmi agli altri come metro di paragone.
L'eunuco Taita, potente mago, riceve in sogno la visita dell'amata Lostris, la defunta regina d'Egitto, madre dell'attuale Faraone Tamose, la quale gli chiede di prendersi cura del nipote Nefer Seti, figlio del Faraone. Questo sarà il suo ultimo compito prima che, ormai vecchio, il mago possa aspirare al riposo eterno e al ricongiungimento con l'amata. Di ritorno dal ritiro spirituale nel deserto, durante il quale Taita affina le sue già potenti arti magiche, trova Tamose in procinto di combattere contro i suoi nemici di sempre, gli hyksos, governati da Apepi. Il Faraone gli affida il figlio quattordicenne affinchè possa completare la sua formazione e aspirare un giorno al trono d'Egitto. Tuttavia, proprio durante una pausa nella battaglia, Tamose viene ucciso a tradimento dal malvagio Naja, che da tempo anela il trono senza esserne il legittimo pretendente. Da qui inizia una lotta intestina tra tutti gli uomini di potere che girano intorno al faraone. Naja diventa reggente dell'Alto Egitto e in seguito Faraone avendo sposato le figlie femmine di Tamose, le principesse Heseret e Merykara, mentre il nobile Trok, in combutta con Naja, assassina il sovrano del Basso Egitto, Apepi e ne diventa il successore sposandone la figlia Mintaka, che invece era promessa sposa del giovane Nefer. Taita, con un escamotage fa credere morto Nefer anticipando la mossa di Naja e prepara un piano per far in modo che Nefer possa reclamare ciò che è suo di diritto e regnare finalmente, accanto all'amata Mintaka, sul regno d'Egitto finalmente unificato.
La trama è molto avvincente e lineare. Non ci sono particolari colpi di scena o sorprese, un lettore sufficientemente attento può tranquillamente prevedere ciò che accadrà. Tuttavia la semplicità e la linearità della trama permettono una lettura scorrevole nonostante l'enorme mole del romanzo, 654 pagine. Più che la trama in sè ciò che rende la lettura interessante è la capacità dell'autore di descrivere con maestria e perizia di dettagli gli usi e costumi del popolo egizio e di quello hyksos, alimentando quell'atmosfera di magia, fascino e mistero che contraddistingue le civiltà antiche. La cosa che può risultare un pò stancante e rallentare la lettura è la presenza di lunghe descrizioni. Chi non le ama rischia di perdersi nella noia di certi passaggi e di non apprezzare fino in fondo la storia in se. Altro punto a sfavore di questo libro è il fatto che sia un romanzo crudo, molto crudo. Vi sono descrizioni di morti terribili e torture di ogni genere che vengono riservati ai personaggi e in questo l'autore non si risparmia. Devo ammettere che in certi passaggi ho avuto un pò di nausea, se poi consideriamo l'aspetto emotivo, vengono descritte scene di stupro, violenza e sacrifici umani, anche di bambini. L'elemento sessuale è sempre presente e troppo spesso ne è protagonista, a volte in modo gratuito a mio parere. Se dovessi descrivere con una parola questo romanzo, userei l'aggettivo "primitivo": guerra, sesso, potere, mistero. Gli elementi alla base di ogni società primitiva (e non) ci sono tutti.
Non mi sento di bocciare questo libro, perchè nonostante alcuni elementi di disturbo è un libro affascinante. Ecco, magari il mio consiglio è se siete deboli di stomaco o facilmente suggestionabili non è il libro adatto a voi.
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il ritorno di taita
Praticamente questo romanzo è il seguito de " Il Dio del fiume " per cui consiglio di leggere prima quello. Detto ciò, ci troviamo di nuovo immersi nello splendore dell' antico Egitto, tra faraoni, stregoni,principesse e guerrieri. Il personaggio principale rimane il vecchio mago Taita, che somiglia sempre più e forse un pò troppo a Gandalf de "il signore degli anelli". Taita aiuterà il giovane principe Nefer a combattere contro gli usurpatori al trono, il feroce Trok e Naja il traditore. Anche in questo romanzo vi è una figura femminile di notevole spessore, si tratta della principessa Hyksos Mintaka: bellissima, ribelle, intelligente, naturalmente destinata a far innamorare il giovane Nefer, ma anche questo amore sarà ostacolato dai crudeli e spietati nemici del faraone Tamose. In questo libro il vecchio maestro dei romanzi d'avventura dà il meglio di sè...