Confusione. La saga dei Cazalet
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Affinare la conoscenza
Terzo capitolo della saga dei Cazalet. Ormai possiamo dire che in questa famiglia ci siamo proprio entrati e, ad ogni lettura, affiniamo la conoscenza dei personaggi e delle dinamiche interpersonali che dominano i rapporti fra di loro. Quella dei Cazalet è indubbiamente una famiglia borghese, un po’ disfunzionale. In questo capitolo prevale, ancora di più che in quelli precedenti, l’aspetto descrittivo, estremamente minuzioso, a volte addirittura estenuante, rispetto all’aspetto contenutistico della trama in sè. Forse dei tre è quello un po’ più stancante, invece che ravvivare la fiamma, un po’ la spegne, ma l’importante è non demordere ed affrontare anche i prossimi due capitoli: ormai il giro di boa è fatto.
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Passato, presente e futuro, quale destino?
Il terzo volume della saga dei Cazalet, “ Confusione “, abbraccia il cuore della guerra negli anni tra il 1942 ed il 1945 fino al suo sospirato epilogo, almeno sul fronte europeo.
Il racconto attraversa un intricato sistema relazionale con al centro la vita, come sempre, mai così vividamente descritta, vissuta, sofferta, ed i protagonisti ormai noti finalmente si aprono alla propria essenza.
Ancora una volta emergono le figure femminili in tutta la propria solida fragilità, sensibilita’, volutta’, in quel desiderio di altro, accantonate dal tempo, dalle consuetudini, dalla guerra, dall’ egoismo e dalla noncuranza di un mondo ancora troppo maschile e maschilista, che le vede protagoniste tra le mura domestiche e di amori disperati, sognando un destino diverso.
Polly, Clara e Louise paiono essere la voce della coscienza, espressione di una verità incontaminata, veraci nel proprio mostrarsi, tempo ed eventi le hanno maturate, da acerbe adolescenti a giovani donne con una esperienza di vita che le indurrà ad accantonare facili voli pindarici abbracciando una nuova coscienza di se’( e degli altri ), perché la guerra logora la mente ed il corpo e le ristrettezze sono di casa.
Polly vive un periodo atroce e muto, sviluppa un intenso rapporto con Clary, fondato su intimità, buone letture e quel lasciarsi andare che non ha nulla a che vedere con il comportamento dei Cazalet. Vogliono, e vi riusciranno, andare a convivere a Londra, realizzando un sogno, aprirsi al mondo, a libertà inattese, abbandonando la solidità artefatta di Home Place per coltivare la vita, ma essa, oltre ogni speranza, va presa per quello che è e le aspettative, di questi tempi, riposte.
Clary continua a tenere il proprio diario rivolgendosi al padre Rupert, in cui parla di se’ e degli altri, dell’ essenza delle cose e non solo di come si mostrano. E’ una voce critica che descrive le atrocità della guerra, l’ unicità delle persone, i propri desideri, ma è pur sempre un diario ed il reale si mostra diverso. Scrive prevalentemente per ravvivare i ricordi ed evitare che il padre sparisca dalla propria memoria e dal proprio orizzonte.
Louise realizzerà il proprio sogno, diverrà una sposa bambina, una principessa che ha trovato il suo lieto fine, ma fino a quando, ingabbiata in una noiosa routine, al merce’ delle decisioni altrui ( marito e suocera ), e sarà mai portata per il delicato ruolo di madre?
Intanto Rachel continua ad occuparsi degli anziani genitori, il Generale ormai cieco, la Duchessa ancora in buona salute, intrappolata in quei doveri famigliari che l’ etica vittoriana appioppa alle donne nubili, sognando in futuro una vita a Londra con Sid.
E poi un vortice di personaggi, accadimenti e relazioni, alcune nate quasi per caso, altre interrotte, solo sognate, frutto di dolore, solitudine, abbandono e desiderio, perché la guerra nella propria cruda e minacciosa presenza indirizza gli eventi ma non può cancellare se stessi rafforzando un certo senso di appartenenza, anche se noia e solitudine sono i sentimenti prevalenti.
E così Zoe continua a vivere in un limbo di attesa e speranza senza sapere più chi è, una vedova o una giovane splendida signora il cui marito è stato fatto prigioniero in guerra? Si rifugerà nel presente, in tutte quelle minuzie che costituiscono la vita quotidiana al tempo di guerra.
Comincerà a leggere romanzi, probabilmente non lo avrebbe mai fatto, convinta ormai che Rupert sia morto. Negli ultimi quattro anni, da semplice bellissima ragazza invidiata, coccolata, amata, si è trasformata in una donna matura.
Nel frattempo Archie, caro amico di Rupert, voce narrante all’ interno della narrazione stessa, non un Cazalet ma ormai di famiglia, continua a frequentare le ragazze della casa, e gli altri membri, divenendone confidente, amico, consigliere di speranze disattese, solitudini prolungate ed amori fallimentari, lui stesso oggetto di affetti insperati.
La guerra sta esaurendo la propria minaccia, lo sbarco alleato in Europa e’ imminente e la sorta di Rupert forse verrà finalmente svelata. Ma Clary ha perso la speranza in un ritorno del padre ed ha smesso di scrivere il proprio diario.
La fine del conflitto porterà relazioni senza futuro, specchio macabro degli eventi. Intensa e struggente, tra attesa e ricordi, quella tra Zoe e Jack ( fotografo americano ebreo inviato nei luoghi di guerra ), due anime sole affamate d’ amore, che parlano del passato ma mai del futuro, perché futuro per loro non c’e, lei con una vita sospesa tra attesa e disillusione, lui di ritorno dai campi di sterminio, con gli occhi ed il cuore pieni dell’orrore di una carneficina impossibile da immaginare, vivere e soprattutto dimenticare.
I tedeschi si sono arresi, Londra e’ mutilata, irriconoscibile, il popolo inglese, stremato, può finalmente esultare, ma quale futuro? Home Place, maestosa dimora che ha accolto i Cazalet per sei lunghi anni, teatro di nascite, morti, amori, dolori, partenze e ritorni di una vita non vita costretta a mostrarsi al volto dell’ orrore ( la guerra ) ed al sorriso delle circostanze ( le consuetudini borghesi ), e’ avvolta nel buio e nel silenzio, in attesa di altro, anche di una sola singola speranza…
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Louise, Polly e Clary
Il terzo volume della saga dei Cazalet si apre nella primavera del 1942. La guerra sembra non finire mai, in famiglia ci sono stati lutti certi e presunti ma la vita comunque prosegue.
La penna della Howard si sofferma sulle tre protagoniste: Louise, Polly e Clary, le tre giovani cugine che stanno diventando adulte. Il narratore rimane sempre esterno e si alternano capitoli dedicati a “Polly”, “Clary”, “Louise" ed alla famiglia in generale.
Polly sta diventando una ragazza davvero bellissima, dolce e buona. Pur avendo talento artistico non è molto ambiziosa. E' l'unica ad avere un padre presente ed amorevole sul quale può contare.
Clary invece è un tipo particolare, non bella ma affascinante, vorrebbe diventare una scrittrice ed infatti tra le righe del romanzo sono riportate anche le pagine del suo diario personale. Clary è l'unico personaggio che parla di sé in prima persona, così la conosciamo senza il filtro della narratrice attraverso le pagine del suo diario. Deve affrontare la perdita del padre che è disperso in guerra da quasi tre anni ormai e si rifiuta di cedere alla rassegnazione e crederlo morto.
“Se continuo a scrivere è per me quanto per te, perché mi aiuta a ricordare. Uno degli aspetti peggiori del fatto che tu manchi da casa ormai da così tanto tempo -due anni e nove mesi- è che, anche se ti penso spesso, ho costantemente la sensazione di perdere dei ricordi. E' come se lentamente tu ti allontanassi e sparissi pia piano dal mio orizzonte. E' una cosa che odio. Se è questo che la gente intende quando parla di “superare il dolore”, allora a me non interessa.” (p. 197)
E infine c'è Louise, la cugina più grande. Dopo aver cercato di affermarsi come attrice cede alla corte di un uomo più grande di lei di una decina d'anni, un militare, e accetta di sposarlo. Poco dopo si accorge di essersi chiusa da sola in una gabbia dorata. Suo marito infatti si dimostra una persona di poco valore. La vita coniugale e la maternità si rivelano completamente diverse da quello che si aspettava la ragazza.
Il terzo capitolo della saga è quello che mi è piaciuto di più tra i tre attualmente pubblicati, il ritmo della narrazione si fa più veloce, ci sono alcuni colpi di scena che rendono la lettura più piacevole rispetto ai due volumi precedenti. L'approfondimento psicologico delle protagoniste ed anche degli altri personaggi è ottimo: sembra di essere lì con loro e conoscerli personalmente ormai.
Finalmente, dopo aver aspettato un tempo che è sembrato quasi infinito, arriva la fine della guerra.
“Ad Archie doleva la gamba -forse stava invecchiando davvero. Adesso che la guerra era finita, poteva tornare al sole, in Francia, a dipingere: lo avrebbe fatto davvero? Per molto tempo, lui come gli altri, aveva pensato alla fine della guerra come all'inizio di una vita nuova e meravigliosa, o almeno come il ritorno alla vecchia confortevole vita in tempo di pace. Adesso si domandava se questo miraggio si sarebbe avverato, per quelli che lo circondavano.” (p.520)
Anche noi lettori ce lo domandiamo. Cosa accadrà a questo punto?
Non ci resta che attendere la pubblicazione del quarto volume dell'appassionante saga familiare dei Cazalet. Buona lettura!