Come tessere di un domino
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Identità perduta e ritrovata?
“ Come tessere di un domino “ riassume nel titolo l’ essenza del romanzo, una ricostruzione della complessa storia della Lettonia ( il testo originale è scritto nella propria lingua ) da parte di uno dei suoi massimi scrittori ed intellettuali contemporanei, Zigmunds Skujins.
La narrazione segue un’ alternanza; da una parte respiriamo la storia di un antico maniero di proprietà di una eccentrica baronessa ( siamo nel ‘ 900 ) e la voce narrante è quella di un ragazzino figlio di un artista circense con un nonno cosmopolita ed un fratellastro giapponese, dall’ altra ( nella seconda metà del XVIII secolo ) si inseguono le infauste vicende coniugali della nobildonna tedesca Waltraute Von Bruggen.
Allora Livonia e Curlandia, i cui confini coincidevano con l’ attuale territorio lettone, dopo secoli di influenza teutonica ed una parentesi svedese, erano state inglobate nell’ impero russo, ma un ceto dominante di baroni tedeschi continuava a signoreggiare sulla popolazione.
Un parallelismo che aspira a ricostruire un senso di identità perduto tra guerre, segregazioni, persecuzioni razziali, deportazioni, stermini.
L’ attuale Repubblica di Lettonia, resasi ufficialmente indipendente dalla Unione Sovietica nel 1991, ha ricoperto un ruolo di rilievo nella storia europea, attraversata dal secolo dei lumi, dall’ occultismo, dagli esiti della Rivoluzione francese. La città di Jelgava, già capitale della Curlandia, per un periodo epicentro degli avvenimenti, ha ospitato Luigi XVIII e la sua corte in fuga dalla Francia oltre che il celebre avventuriero siciliano Alessandro Cagliostro ( figura di rilievo nel racconto ).
Una innumerevole serie di tessere inserite nel complesso domino baltico di cui la Lettonia è stata protagonista.
E poi il ventesimo secolo, dalla proclamata indipendenza del 1918 al colpo di stato del 1934, alla invasione dell Armata Rossa nel 1940 con la successiva ondata di arresti e deportazioni in Siberia. Nel 1941 l’ occupazione nazista, i massacri degli ebrei lettoni, l’ istituzione dei campi di sterminio, la dominazione sovietica e, negli anni successivi, un’ ondata di popolazione russofona e la diminuzione dei residenti di lingua lettone.
“ Come tessere di un domino “ è indubbiamente un romanzo storico con una struttura narrativa intrisa di un certo realismo magico ed un filo conduttore parallelo alla semplice ricostruzione delle vicende del paese.
I capitoli che inseguono le burrascose vicende di Waltraute Von Bruggen, nobildonna che ricerca il marito scomparso in guerra e ne ritrova solo la metà inferiore, cucita alla parte superiore di un affascinante e misterioso soldato lettone ( a richiamare simbolicamente il proprio smarrito senso d’ identità ), si coprono di grottesco, tra dramma e farsesco.
Le parti ambientate nel ventesimo secolo si offrono ad un realismo con contenuti storici definiti, anche se il romanzato conserva una certa piacevolezza ed una prosa vivace.
La tesi del racconto riassume la volontà’ di Skujins di affermare e rivendicare l’ identità etnica e linguistica lettone, da sempre caratterizzata da dominazioni straniere, con molteplici razze, lingue, religioni, culture ad attraversarne la storia millenaria e radici smarrite negli alterni processi di indipendenza e dominazione.
È presente un’ idea di universalità, di fratellanza afinalistica, di uguaglianza nella diversità ( la voce narrante ha un fratellastro giapponese e si appassiona alla cultura nipponica ) oltre che un senso di umanità ed umanesimo inseriti nella complessità della Storia ( mondiale ).
Ogni possibile verità ( nel racconto ) è discutibile perché parziale e soggettivata, ma la storia ci insegna che gli amici improvvisamente si sono fatti nemici e la malvagità umana dilaga da sempre ( nelle ripetute guerre ).
Il racconto vive di un certo mistero ( quale il confine tra arte e magia, verità e bugia ?), vite cominciate in bellezza, bruciate, crollate e riparate, ingannate, ( ma da chi si è stati ingannati?) momenti che alternano insoddisfazione e speranza.
Al centro un mondo sempre interessante, nel quale ogni giorno si può scoprire qualcosa di nuovo, anche se vi è’ un confine labile tra reale ed assurdo e sovente ci si trova soli a risolvere i conflitti più profondi.
…” I sogni rendono più brillanti i desideri, drammatizzano i presentimenti, svelano i sospetti, forse anche la vita reale si rivela simbolica perché fluttua libera nel tempo con cause ed effetti inaccessibili alla ragione “…
Ecco allora una serie di domande. “…. Che cosa significa essere lettoni? Chi siete…, chi siamo”… ?
Sicuramente il passato ritorna e si mostra ed il presente è l’ incastro tortuoso e complesso dell’ accaduto, nel bene e nel male.
…. “Oggi la Lettonia ha ottenuto l’ indipendenza ma fatichiamo ad abituarci a questa situazione inconsueta. Per i popoli vivere sotto governanti stranieri ha sempre significato vivere con una parte superiore estranea. Noi lettoni per centinaia di anni siamo stati messi alla prova nella nostra resistenza e nella speranza che riotterremo la nostra parte superiore perduta, e che una volta per tutte impareremo a custodirla con rispetto “…