Ci proteggerà la neve
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Recensione della Redazione QLibri
UN VIAGGIO VERSO LA VITA
“Ci proteggerà la neve” è il nuovo romanzo di Ruta Sepetys che con la sua scrittura e la sua storia mi ha emozionato, un racconto pieno di coraggio e di speranza.
Siamo nel 1945 e la Prussia è invasa dalla Russia, nel libro le voci narranti e così i protagonisti sono quattro: Joana, giovane lituana scappata dal proprio paese e da una colpa che non sa dimenticare, Florian un misterioso ragazzo che ha una missione da compiere, Emilia giovane polacca incinta e Alfred ufficiale tedesco che crede ancora nella Guerra e negli ideali tedeschi.
Mano a mano che la storia va avanti capiamo i segreti dei vari personaggi, l’autrice è brava a svelare a poco a poco le loro vita e a tenere il lettore con il fiato sospeso.
Joana, Florian e Emilia si incontrano nel corso della storia e il loro unico obiettivo è quello d’imbarcarsi in una nave che attraverso il Mar Baltico e lì porti nella Germania orientale in una zona non occupata, questa nave rappresenta la libertà, una via di fuga verso la salvezza.
A viaggiare con loro ci sono anche una donna gigante, un calzolaio, una ragazza cieca e un bambino di sei anni, tutto il gruppo conta su Joana e sul suo aiuto come infermiera ma anche sul suo carisma nel non arrendersi mai.
Alfred invece è un ragazzo tedesco di soli diciassette anni che crede al Fuhrer e alla sua pazzia, non ha nessun dubbio e cerca di servire la patria come un bravo soldato, anche se lui nasconde un passato che non ci aspettiamo.
Ogni personaggio ha la propria personalità che esce nel corso della storia, chi sembra più fragile, chi poi invece si scopre forte ma nonostante le differenze che ci possono essere, tutti i profughi in fuga cercano di farsi coraggio e forza tra di loro per cercare di sopravvivere.
L’autrice è riuscita a descrivere in maniera vivida e molto realista l’enorme disagio e difficoltà che i nostri ”profughi” hanno incontrato nel loro percorso per la salvezza, affrontando, il freddo pungente, l’inverno, le temperature sotto lo zero,la neve, il poco cibo e le ferite.
Non so immaginare cosa abbiano provato le persone durante la guerra, quanta paura avranno avuto di non riuscire a sopravvivere e se credevano davvero che un giorno sarebbe tornata la pace.
In quel periodo la Prussia però si trovava con un duplice pericolo: da una parte c’era i tedeschi che stavano avanzando e che imprigionavano le persone nei ghetti o nei campi di concentramento e dall’altra i sovietici che mandavano la gente nei gulag o in Siberia.
L’unico modo per salvarsi era attraversare il mare.
Come accade oggi non riesco a pensare a quanta paura possano avere i profughi ad attraversare il mare e il nulla davanti a loro, non avendo la certezza di riuscire ad arrivare a terraferma.
La storia è interessante, piena di segreti e di misteri sui protagonisti oltre che molto appassionante, i capitoli brevi aiutano moltissimo a rendere scorrevole la lettura, che risulta essere semplice ma piena di descrizioni accurate e precise.
Nonostante il libro sia romanzato, si base su alcuni fatti realmente accaduti e forse poco conosciuti, la nave su cui i protagonisti salgono e dove Alfred è arruolato è la “Wilhelm Gustloff”, a molti non dirà nulla questo nome, ma quando questa affonda nel gennaio del 1945 porta con sé in mare circa 15000 persone e la maggior parte non riuscirà a sopravvivere.
E’ forse uno dei naufragi più catastrofici della storia e furono tre siluri russi ad affondarla.
La “Wilhelm Gustloff”, fa parte come altre navi, “dell’Operazione Annibale” che aveva lo scopo di salvare migliaia di rifugiati, soldati e feriti dall’attacco dell’esercito russo.
Una guerra senza esclusione di colpi, piena di sofferenza e di devastazioni che non lascia spazio a nulla, atroce, crudele e senza nessun senso.
Joana, Florian, Emilia e Alfred hanno un loro passato, dei ricordi, dei rimpianti e delle persone care che hanno lasciato o che hanno dovuto abbandonare e sperano un giorno di poterle rivedere e di ritornare nelle loro case anche se in realtà queste forse non esisteranno più.
Questo romanzo mi ha spiazzato, devastato, incuriosito e soprattutto emozionato, una storia che ho sentito veritiera fin dall’inizio e soprattutto piena di speranza verso il futuro, verso una nuova vita.
La trama non mi aveva coinvolto molto pensavo che la storia prendesse un’altra via invece sono stata piacevolmente sorpresa, quello che mi ha colpito di più è la scrittura dell’autrice fluida, scorrevole e con uno stile unico nel descrivere la storia e i personaggi.
Questo libro è un omaggio a tutti i profughi e le vittime di quel naufragio, è una testimonianza per ridare loro la giusta importanza e dignità e per non dimenticare mai.