Amore
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L'amore non ha età
Elizabeth Von Armin pubblica nel 1925 questo romanzo fortemente autobiografico nel quale si narra l’intensa storia d’amore tra l’affascinante quarantasettenne Catherine ed il giovane Christopher, di 22 anni più giovane di lei. Forse ai giorni nostri, ormai abituati a questo tipo di liaison tra donne più grandi e uomini molto più giovani che incarnano la figura del “toy boy”, può apparire normale ma non certamente in quell’epoca, quando le convenzioni sociali e l’ipocrisia borghese imponevano il rispetto di rigide regole per evitare lo scandalo. Catherine è una donna rimasta vedova, con una figlia sposata e incinta. E’ una madre insomma e “Le madri, per essere interamente soddisfacenti, dovevano essere votate al sacrificio, solo il sacrificio e null’altro….Non dovevano desiderare altra felicità…”. Catherine si trova pertanto isolata davanti a questa sua follia (“L’amore non è opportuno. L’amore è splendido e spudorato”) e vede ergersi un muro formato dall’ostilità e diffidenza di parenti come il genero, la consuocera, alcuni amici e conoscenti. Lei stessa per prima è poi assalita da legittimi dubbi visti gli inevitabili nodi al pettine che a lungo andare, una relazione del genere, comporta, tenuto anche conto dell’incontenibile entusiasmo del giovane spasimante (“Era una vera sfortuna che il caso le avesse fatto incontrare l’unico ragazzo su dieci milioni, supponeva, abbastanza matto da innamorarsi di lei…”).
La Von Armin affronta dunque un tema delicato, spinoso e che prende spunto da episodi vissuti in prima persona, attraverso un romanzo godibile, mai noioso, adottando allo stesso tempo uno stile leggero e pregno di un notevole senso dell’umorismo. Indimenticabili risultano le caricature del bigotto genero, pastore anglicano anche lui tra l’altro molto più grande della donna che ha sposato (la figlia di Catherine) e della consuocera. Molto realistiche anche le considerazioni sui rapporti domestici tra parenti, soprattutto quando si tratta di sopportarne la presenza come ospite (“L’ospite è un essere indifeso; una suocera ospite è un essere molto indifeso; una suocera ospite non richiesta è una creatura legata mani e piedi”).
Proseguendo nella lettura però, la spensieratezza e l’umorismo lasceranno progressivamente spazio a temi molto più seri ed anche drammatici, come ne testimonia in qualche modo il finale, direi abbastanza imprevedibile ed inatteso ma allo stesso tempo molto intelligente. L’autrice, attraverso alcuni discutibili comportamenti della sua protagonista, ha il pregio di porre davanti agli occhi del lettore, alcune inevitabili considerazioni sulle potenziali dinamiche correlate a rapporti in cui la differenza di età è così evidente. Allo stesso tempo però introduce interessanti riflessioni sul tema dell’amore, la stessa parola che dà il titolo al romanzo e che alla fine può rappresentare la soluzione a tutti i problemi (“l’amore deve imparare a dare…quando è vero, è anche generoso, non chiede nulla e lascia liberi..”) .