Allontanarsi. La saga dei Cazalet
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Ritratto di famiglia
Quarto capitolo della saga di Cazalet, che, mi sento di dire, ha fatto decisamente riprendere verve al ritratto di famiglia che nel terzo capitolo, a mio avviso, era risultato un po’ sbiadito. Tanti sono i colori vivaci ed oscuri degli amori fra i personaggi principali e minori. Tanti sono i tradimenti, i piaceri, le delusioni. Con tanta storia sfumatissima proprio solo sullo sfondo, come una leggera pennellata all’acquarello e tanti attori in primo piano, ognuno con il proprio marcato colore. Di questa saga sto apprezzando l’evoluzione dei protagonisti, quelli che da bambini diventano giovani adulti, quelli che da adulti cominciano ad invecchiare. Con il conseguente “allontanamento” che fa parte della vita di tutti. Forse, se devo trovare un difetto, la lettura è meno scorrevole rispetto alle puntate precedenti.
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Passato sempre presente e futuro ancora da definir
La guerra è alle spalle, tutto è cambiato, un nuovo inizio accompagna la necessità di fare funzionare le cose, curare, rifondare, ricostruire. La Londra post-bellica e’ rappresa in una pagina di squallore e sfinimento, la gente stremata, grigia, dimessa.
Anche i Cazalet, oltre ogni apparenza, sono cambiati ed il ritorno alla vita non è più lo stesso.
C’e’ chi, oltre il dolore dei ricordi, si sente solo ( Hugh ), chi continua ad essere egoisticamente se stesso (Edward ), chi si sente diverso in una dimensione diversa e chi è ormai avvezzo a tristezza e privazioni, avendo rinunciato da tempo alla leggerezza (Villy ).
Coloro che fino a ieri rappresentavano l’ essenza di una vita, pensiero e desiderio costante, assumeranno contorni di estraneità, in un rapporto votato ad una cortesia ansiosa tra perfetti sconosciuti.
Quanto tempo ci vuole per elaborare un lutto, forse non basterà e quella pace così a lungo sognata non ha reso felice nessuno in un presente difficile e oscuro.
Clary, Polly e Louise, scosse, incerte, deluse, vivono ancora profonde incertezze sentimentali e professionali, avrebbero bisogno di un aiuto esterno ma non estraneo. Il ritorno alla libertà ed alla normalità, in un tempo che permetterebbe di scegliere e decidere del proprio destino, che si apre ad insperate possibilità, accresce incertezza ed abbandono perché, per quanto il passato pare morto e sepolto, il futuro al momento e’ solo un’ ipotesi.
Questo Natale potrebbe considerarsi il primo post-bellico o l’ ultimo trascorso nella collettività di Home Place, da domani ognuno prenderà strade diverse vivendo altrove la propria vita.
Tra le pagine una lunga serie di tradimenti, amori fugaci, impossibili, insostenibili, retaggio di un passato che continuamente ritorna ad impedire una vita degna di essere vissuta.
Spesso a mancare è l’ amore e la fiducia in se stessi, chi per un motivo chi per un altro, ed allora si cerca di ovattare una vita allo sbando, di farsi del male ( Louise ), o finalmente, per caso, si incontra qualcuno che riesca a farci guardare dentro o semplicemente ci consideri per quello che siamo ( Polly ). Altrove quel qualcuno pare esserci già da tempo, ma una scarsa autostima e la paura di amare ed essere amati rifugge qualsiasi tentativo di approccio ( Clary ).
Anche Home Place, con il trasferimento a Londra del Generale e della Duchessa, se copre di un alone di tristezza ed appare vuota, silenziosa, strana.
Da qui avrà inizio una peregrinazione lontano da casa con qualche ritorno, perché in questi anni, spesso inconsapevolmente, si sono creati e vissuti anche legami solidi.
Nel presente alcuni fanno i conti con un passato che ha svelato inganni ed egoismi, altri con un mondo cambiato scoprendo che le persone vicine ormai hanno altri confidenti.
Le ragazze desiderano allontanarsi da una educazione borghese che non prevede accesso alla modernità, le cose del passato vengono ancora taciute, evitate anche se non è più come prima. Nel frattempo il neo governo labour ed il Welfare State imperano, L’ Inghilterra abbandona l’ India ( 1947 ) e continuano le restrizioni alimentari.
Il momento del lutto è finito, la storia insegue altri tempi. E si scopre, tra riflessioni e sofferenze, che …” ciò che ci si deve lasciare alle spalle non sono le cose o le persone che hanno fatto parte della vita passata, ma altri fantasmi misteriosi ed ancora ignoti che ci si annidano dentro “…
Spesso l’ idea di andarsene ci fa respirare un’ aria nuova, la libertà, a volte il semplice affrontare gli errori o il confessare il proprio burrascoso recente passato rappresenta un nuovo inizio.
Ma c’ anche chi, fedele a se stesso, ritiene ancora che …” l’ essere accolto nella dimora dei Cazalet rappresenti una vita invidiabile “. A questo ha sempre mirato, ma …” qualcosa manca e forse l’ essenziale “. Per contro esiste la possibilità che …” un amore sincero irradi altro amore “…
Il quarto volume della saga e’ assimilabile e riconducibile al terzo per profondità relazionale e visione d’ insieme, senza più il peso insostenibile della guerra ma con l ‘ incertezza di un futuro economicamente instabile e pieno di insidie ed un desiderio di rinnovamento che scacci le nubi del passato in un viaggio affettivo ed autocritico periglioso e purificatorio.
Il desiderare fortemente per qualcuno pare impossibile, per altri, ancora in balia degli eventi, estraneo alla propria natura, c’è’ chi invece è ancora inserito nella grande menzogna, disilluso dalla vita, od ancorato ad un passato compassionevole ed a ricordi consolatori.
Con il solito linguaggio colloquiale, scorrevole, gradevole e mai banale, l’ intricato mondo dei Cazalet dopo dieci anni pare giunto ad una svolta, forse all’ epilogo, molti eventi ancora trascinati ed irrisolti, altri assodati e futuribili, i protagonisti entrati in un lessico famigliare in attesa di ulteriori sviluppi, invenzioni, colpi di scena, continuando ad immaginare scenari possibili e del tutto inattesi.
Tempi nuovi per i Cazalet
«Sono felice che il tuo libro sia finito».
«Anch'io. In un certo senso».
«Che c'è che non va?».
«Be', sai, è una specie di addio. Ai personaggi. Mi ci ero affezionata ormai. E io odio dire addio alle persone».
Così afferma Clary, una delle protagoniste della saga dei Cazalet, dopo aver terminato di scrivere il suo romanzo. E' un po' la stessa sensazione che si prova dopo aver concluso la lettura del quarto volume di questa appassionante opera: ormai siamo affezionati ai personaggi, alla loro vita, alle loro passioni e tormenti, ai loro amori.
Si tratta di un romanzo che ha la capacità di trascinare il lettore dentro quel mondo: questo rende la lettura estremamente piacevole. La Howard ha il dono di portarci lì e all'improvviso ci ritroviamo a Londra, nel 1946. La guerra è appena finita ma il cibo è ancora razionato, le case abitabili sono rimaste poche dopo i bombardamenti. E nella famiglia Cazalet ci sono stati e ci saranno cambiamenti: i ragazzi stanno diventando adulti, alcuni matrimoni finiscono, nascono nuove storie d'amore.
Una ventata di modernità soffia sulla famiglia intera: sembra che la vecchia abitudine a tacere e soffocare emozioni e sentimenti stia facendo spazio ad un modo più franco e vero di esprimersi e di vivere la vita. Parecchie persone dovranno smettere di reprimersi, di fingere, di assecondare la falsità della sola apparenza: il mondo sta cambiando.
Mentre la Gran Bretagna è guidata da un governo laburista e sta perdendo la dominazione coloniale sull'India, le donne di classe sociale agiata non hanno più a disposizione schiere di domestici e devono cucinare, fare la spesa, pulire la casa e accudire i bambini personalmente. Molte di queste donne devono anche lavorare, avere uno stipendio con cui costruirsi una loro indipendenza. I tempi sono cambiati ed hanno portato una maggiore libertà e la fine di molte situazioni fasulle, tenute in piedi solo per assecondare una confortante apparenza.
La narrazione è sempre in terza persona ma segue il punto di vista dei vari personaggi. Rispetto ai precedenti romanzi della serie, costruiti nello stesso modo ma in cui emergevano soprattutto le vicende di Louise (alter ego dell'autrice), Polly e Clary, qui, secondo me, la tecnica dell'autrice è maggiormente affinata e perfezionata. Questo ci fa riflettere su come ogni aspetto della vita che viviamo sia il frutto della nostra personale percezione e su come non esista niente di completamente oggettivo quando abbiamo a che fare con le altre persone.
In conclusione, posso affermare che “Allontanarsi” non mi ha affatto delusa, anzi... mi è piaciuto anche di più dei tre precedenti: il volume è abbastanza corposo ma la lettura è stata così gradevole che è scorsa via anche troppo in fretta. Attendiamo, a questo punto, la pubblicazione del quinto volume e la conclusione della saga dei Cazalet.
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Il cambiamento nella saga dei Cazalet.
Dopo Gli anni della leggerezza, Il tempo dell’attesa, Confusione, l’editore Fazi pubblica Allontanarsi, quarto libro della saga della famiglia Cazalet. La saga è scritta dall’autrice britannica Elizabeth Jane Howard (1923-2014), figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, modella ed attrice, matrigna dello scrittore Martin Amis.
Nel luglio del 1945 nel Regno Unito le elezioni avevano registrato la vittoria del Partito Laburista di Clement Attlee sul Partito Conservatore di Winston Churchill, dando così a questi la possibilità di realizzare le loro riforme. Questa vittoria a Hugh Cazalet appariva del tutto fuori luogo. Per lui questo dimostrava che in ultimo ciò che era veramente determinante erano le idee, più delle persone, visto che Churchill era considerato un eroe nazionale. La guerra era terminata e la vita proseguiva il suo corso. Ciononostante Hugh sentiva ancora la mancanza di sua moglie Sybil, a distanza di tre anni e mezzo dalla sua morte. Suo fratello Edward, invece, meditava di abbandonare la sua legittima consorte Villy in favore della sua amante Dana. Una cosa era certa: si trattava di un intrico ingarbugliato. Il senso di colpa trafiggeva Edward, poiché qualunque scelta sarebbe stata fonte di sofferenza per qualcuno. Non era un bel momento neppure per Rupert, il terzo figlio maschio di William e Kitty Cazalet, chiamati “Il Generale e la Duchessa”. Dato per disperso in Francia durante l’ultima guerra, era tornato da sua moglie nel Sussex, ma continuava a pensare a Michele, la donna che lo aveva nascosto nella sua fattoria e con cui aveva intrattenuto una relazione. La decisione di restare in Francia per così tanto tempo appariva, ora, a Rupert folle nella sua auto indulgenza, nel suo sconsiderato egoismo, per cui “se almeno fosse tornato con un cuore puro, indiviso ….”.
L’unica ad avere una situazione immobile e ferma era Rachel, l’unica figlia femmina degli anziani Cazalet. Non più giovane, prodiga per tutti, coltivava in segreto l’amore per la sua paziente amica del cuore: Margot Sidney. E poi i ragazzi Cazalet: Polly e Clary, figlie di Hugh e Rupert, condividevano un appartamento in affitto a Londra. La prima lavorava per un arredatore e la seconda per un agente letterario. Il fratello di Polly, Simon, studiava ad Oxford, e, il fratello di Clary, Neville, si trovava in collegio. La figlia di Edward, Louise, era infelicemente sposata con il ritrattista Michael Hadleigh. Quel primo Natale dopo la fine del congedo aveva il sapore amaro del congedo e l’atmosfera che si respirava faceva presagire che nulla sarebbe stato come prima. I membri della famiglia Cazalet erano destinati ad allontanarsi l’uno dall’altro, in quello che era veramente l’ultimo Natale.
Il quarto appuntamento con un’appassionante e quanto mai intrigante saga. Non stupisce apprendere che i diritti di questo racconto epico siano stati acquisiti dai produttori di Downton Abbey per la realizzazione di una nuova serie televisiva in fase di lavorazione in questo periodo. Così che:
“è veramente tempo di cambiare.”.