Alla corte dei Borgia
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La fiera delle ovvietà
"Alla corte dei Borgia" è un romanzo storico ambientato nel centro del periodo rinascimentale, in particolare tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio. La trama segue la vita di Sancia d'Aragona, figlia illegittima di Alfonso II, dall'infanzia fino alla vita adulta.
Nella prima parte vediamo la giovane Sancia crescere alla corte di Napoli, divisa tra la genuina bontà del fratello minore Alfonso e la crudeltà dimostrata dal padre e dal nonno. La famiglia Borgia tanto sbandierata nel titolo non fa la sua comparsa se non ad un terzo del volume; o meglio, i membri più noti come Lucrezia e Cesare non si vedono nelle prime duecento pagine, ossia quando Sancia è costretta a trasferirsi a Roma con il marito Goffredo, figlio di papa Alessandro VI. A contatto con i Borgia, Sancia diventa più risoluta ed avvezza ad inganni e tradimenti di ogni sorta, in un luogo dove pullulano spie e sicari.
Sulla trama non ho particolari obbiezioni perché alla fine deve seguire gli eventi storici, anche se l'autrice da come dati di fatto parecchi pettegolezzi dell'epoca. Tutto un altro paio di maniche sono i personaggi che, quando non scompaiono tra una pagina e l'altra (qualcuno ha più visto il principe Djem il Turco?), peccano di una caratterizzazione sufficientemente solida: il risultato è l'incapacità del lettore di affezionarsi a loro.
Sulle relazioni interpersonali potrei spendere pagine e pagine, perché si creano e poggiano letteralmente sul nulla, tanto che abbiamo non uno ma ben due casi di insta-love!
«Non lo volevo, non lo avevo cercato e tuttavia stava accadendo, e io ero completamente alla sua mercé. E non sapevo nulla dell'uomo che mi aveva appena rubato l'anima.»
E proprio su queste "granitiche" basi poggia il rapporto principale del romanzo, ossia quello tra Sancia e Cesare Borgia, una delle storie d'amore (immaginate una sfilza di virgolette sarcastiche) più malate della letteratura contemporanea.
Già dall'inizio -quando il lettore dovrebbe vedere in Cesare un uomo da amare- lui le fornisce delle chiare indicazioni su come comportarsi; ad esempio, per evitare le attenzioni di Alessandro le consiglia
«[...] di vestirmi e di comportarmi in modo pudico quando ero nelle sue vicinanze e soprattutto di tenermi alla larga non appena mi accorgevo che Alessandro stava cominciando ad essere ubriaco.»
Ma la parte peggiore arriva quando lei capisce la sua natura omicida, frutto dell'ambizione e delle mire di conquista, eppure non smette di amarlo tirando in ballo dei sentimenti più forti della realtà oggettiva. Arriva perfino a volergli fornire delle prove dello stupro subito da parte di Giovanni (tra l'altro, inutile ai fini della storia), e questo delirio continua anche quando, più avanti, si trova a temere per la sua stessa incolumità:
«La mia vita era in pericolo; un passo falso e l'uomo che mi amava poteva con altrettanta facilità dispiacersi di me e uccidermi.»
Nella parte finale si arriva all'estremo con questa relazione: dopo aver rifiutato più volte di sposarlo, Sancia viene a sapere che durante le sue battaglie Cesare si diletta a stuprare le nobildonne delle terre conquistate e, quando le viene riferito delle sevizie sofferte da Caterina Sforza, Sancia afferma che,
«Provavo un indicibile disprezzo nei confronti di Cesare, ma anche collera verso me stessa poiché ancora sentivo delle fitte di gelosia.»
Se sei tanto gelosa di questo adorabile cavaliere perché non te lo sposi? magari non tediando più noi poveri lettori!
Con il resto del cast le cose non vanno meglio: passa dall'odio al fidarsi ciecamente degli altri personaggi. Il caso più inverosimile è l'amicizia con Lucrezia che si rinnova nonostante i reciproci sotterfugi e senza che ci sia mai un chiarimento genuino tra le due donne; è un vero peccato perché si poteva incentrare il romanzo proprio sulla solidarietà tra loro due.
Anche superando cotanto squallore, lo sviluppo della storia è penalizzato dalla sua estrema prevedibilità. Da un lato abbiamo la stessa protagonista che termina i capitoli lasciando intendere quello che succederà dopo,
«Credevo di essere riuscita finalmente a liberarmi dalla crudele trappola costruita da mio padre e di potermene stare al sicuro a casa mia.»
dall'altro alcune scene permettono di indovinare a colpo sicuro le successive cento pagine, come Sancia che riceve un pugnale da Alfonso (dici che le sarà utile da lì a poco?) o l'annuncio della gravidanza di Lucrezia seguito a ruota da una gara di corsa... non avrà mica una brutta caduta che la porterà a perdere il bambino, con conseguente disperazione collettiva?
Lo stile è perfettamente in tono con la storia, perché anche in questo aspetto il romanzo è prevedibilissimo, in gran parte per merito delle metafore ardite della Kalogridis.
«[...] uno sguardo che la fece appassire all'istante, come un fiore sotto il sole cocente.»
Per un esempio migliore, ecco le parole con cui Alfonso di presenta alla sua promessa sposa (nonché amore-a-prima-vista) Lucrezia:
«"Madonna Lucrezia [...] voi risplendete come una stella nella notte. Comparato con la vostra bellezza, tutto ciò che vi circonda è oscurità."»
Molto fastidioso anche il continuo ripersi dei titoli nobiliari e delle parentele tra i personaggi, soprattutto perché il volume stesso fornisce gli alberi genealogici nelle prime pagine. Altrettanto irritante (e ridicola) è la passione di Sancia per la meteorologia, o comunque la fissa di iniziare i capitoli con le previsioni del tempo locali.
«L'aria era fresca e umida per la brezza che veniva dal mare, ma il sole offriva un perfetto grado di calore; [...].»
Con tutti questi difetti, il titolo si è comunque meritato una sufficienza. In primo luogo perché rispetto agli altri della stessa autrice è scritto in modo chiaro e comprensibile dall'inizio alla fine, e poi lo considero una buona lettura di svago per chi legge poco e magari vuole un romanzo non troppo impegnativo da portare in vacanza.
Seduti sulla sdraio al sole, si può leggere rilassati e certi di non perdere il filo, anche distraendosi un po'.
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benvenuti alla corte papale
Non so come mai i Borgia sono sempre fonte di interesse, tant'è che sono moltissimi i libri e i film che narrano di loro. Quanto poi siano vere e quanto romanzate e storpiate nel tempo le storie (leggende) che li riguardano, sarà comunque sempre parte del fascino che li circonda.
Tutto ruota attorno a Rodrigo Borgia ovvero Papa Alessandro VI e i suoi figli, e alla Roma corrotta e cruenta dell'epoca. In questo caso però l'originalità sta nel punto di vista diverso e interessante: Sancia d'Aragona, erede del regno di Napoli e sposa di Goffredo Borgia, il più piccolo dei figli del papa. Tramite il racconto abbiamo quindi modo di conoscere le vicende del regno di Napoli, il modo in cui il destino dei figli fosse deciso solo in base al miglioramento delle sorti del regno; dall'altra invece vediamo la vita alla corte papale tra sprechi, violenza, ricchezza e lussuria.
E' un romanzo storico veramente accurato e pieno di dettagli storici, la ricostruzione mi sembra molto credibile e anche l'immedesimazione nella personalità di Sancia mi sembra coerente con quelli che potevano essere i pensieri e i modi di vivere di una donna nobile dell'epoca. Sono rimasta un po' impressionata dalla violenza e dalla crudeltà raccontata, so benissimo che era un'epoca molto diversa e molto truce, però mi ha comunque lasciato un senso di inquietudine.
Avevo già letto un altro libro della stessa autrice, essendo così accurati e ben scritti (anche se forse un po' prolissi) credo che ne leggerò altri.
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Il terrore dei Borgia
Quando si ha tra le mani una storia intrigante come quella della famiglia Borgia il pathos è assicurato. Ciò non toglie che sia necessaria anche una brillante idea attorno cui far girare l'intero intreccio.
E L'autrice riesce abilmente in questo. Ho amato la Kalogridis in tutti i suoi romanzi e ''Alla corte dei Borgia'', sebbene non all'altezza degli altri a mio dire, è un'opera ben riuscita.
La trama ruota intorno ad una figura secondaria rispetto alla storia tanta inflazionata dei Borga e dei suoi componenti, si concentra altresì su Sancia d'Aragona attraverso la quale l'autrice sceglie di descrivere questa cruenta famiglia.
Un'occhio esterno dunque capace di osservare le crudeltà della ''famiglia papale'', riscontrandone le insensatezze e talvolta le analogie con il suo animo.
Sancia è una donna consapevole della sua natura tutt'altro che angelica, dalla quale trae forza e coraggio ma al tempo stesso una paura che l'accompagnerà per tutta la vita.
Avere coscienza circa il proprio temperamento è infatti una fonte di indomia, celata però dal timore verso una forza talvolta incontenibile. Questo è ciò che accade a Sancia. Uno spirito sanguigno che si ritrova coinvolta in una trama di inganni, terrore e violenza di cui sarà lei stessa vittima.
Un racconto sui Borgia che sfrutta il punto di vista di un personaggio per così dire alternativo che ci consente di notare insieme a lei le assurdità compiute da una delle più famose famiglie della storia del nostro paese.
Tralasciando qualche elemento che sfiora il romanzo Harmony, l'intreccio è buono e il romanzo risulta avvincente.
Ciò che è da notare è l'abilità letteraria dell'autrice: riesce perfettamente a trasportare il lettore nelle trame da lei tessute, non solo con scenari avvincenti quanto affascinanti, quali quelli del Rinascimento italiano, ma anche attraverso ricche e buone descrizioni.
Una penna brillante. Ottima. Da tener d'occhio
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Borgia: mito o realtà?
Se dovessi utilizzare una sola parola per descrivere la famiglia Borgia così come narrata nel romanzo di Jeanne Kalogridis "alla corte dei Borgia" sarebbe tradimento, perchè niente sembra com'è.
Quello che inizia come un grande amore in realtà non è altro che l'inizio di un sanguinoso incubo che porterà la protagonista Sancia a perdere tutto ciò a cui più tiene.
è una storia di amore, fratellanza, presagi che è perfettamente inserita in un'ambientazione da favola , nella nostra bella Italia del 1400, caratterizzata da descrizioni minuziose che fanno rivivere gli ultimi anni del medioevo.
La narrazione ruota intorno alla famiglia Borgia composta da Rodrigo ossia papa Alessandro VI e i suoi quattro figli: Cesare, Goffredo, Giovanni e Lucrezia portatori di virtù, ma anche di vizi come la cupidigia, la smania di possesso e di potere, la voglia di prevalere gli uni sugli altri.
Una famiglia completamente diversa rispetto a quella a cui siamo propensi pensare ossia come porto sicuro e punto di riferimento.
Ciò che governa la famiglia Borgia è la voglia di riunire l'Italia e lasciare un segno tangibile del loro passaggio perdendo quelli che sono i valori più importanti quali la fedeltà, l'umiltà, l'amore verso il prossimo.
Sono sempre stata scettica nel leggere romanzi ispirati alla famiglia Borgia perchè il loro mito li precede e credo che in un certo senso se ne sia anche abusato del loro nome in letteratura.
Però questo romanzo mi ha permesso di camminare per i corridoi di palazzo Sant'Angelo, sdraiarmi su un letto pieno di cuscini di velluto con Sancia d'Aragona e sfuggire alle insidie di papa Alessandro.
Consigliato!
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Ritratto di famiglia
La celebre e vituperata famiglia Borgia è stata fonte di ispirazione per numerosi romanzieri storici e biografi; tanti i tentativi letterari per svelarne i segreti e catturarne le verità.
Anche la Kalogridis si imbarca nell'impresa non facile di dare un volto ai componenti di questa famiglia, di scavare nelle loro vite per portare alla luce uno spaccato della nostra storia.
Considerato il tema pluritrattato, il rischio è quello di raccontare aspetti e vicende già note; l'autrice supera egregiamente la prova, incentrando la sua trama su aspetti meno conosciuti, dando ampio spazio ai rapporti tra le famiglie Borgia e Aragona e affidando il racconto alla voce della giovane Sancia, anello di fusione tra i due casati.
Buona la caratterizzazione dei personaggi e la loro collocazione storica all'interno di una società governata da norme e consuetudini ferree; una società divorata da intrighi e corruzione, immoralità e ipocrisie, sregolatezza ed egoismi, alleanze e complotti.
Un mondo dove la vita non vale nulla, dove si arriva all'assassinio di un fratello solo per brama di potere; un mondo dove i legami familiari non impediscono odiosi atti di abuso e incesto;
un mondo dove le cariche religiose assurgono a trampolino di lancio verso il potere politico.
Questo è il XV secolo.
Questa è la rappresentazione che la Kalogridis fa' di un'epoca complessa e avvolta tutt'oggi in un certo alone di mistero e di segreti taciuti.
Dovendo esprimere un giudizio complessivo sul romanzo, occorre fare alcune precisazioni.
Questo è un libro che parla di storia in maniera semplice, essendo figlio di un'autrice che predilige la narrazione romanzata scandita da un ritmo veloce e da un vocabolario adatto anche ad un pubblico non avvezzo a letture di stampo storico o saggistico. La Kalogridis utilizza una forma stilistica alquanto moderna e lineare, dominata da dialoghi diretti tra i personaggi, per avvicinarli al lettore, anzi per catturare l'attenzione e la curiosità di quest'ultimo.
Di contro, un pubblico abituato a leggere romanzi storici di spessore a livello contenutistico e stilistico, apprezzerà molto meno la performance dell'autrice; seppure documentata e studiata, tuttavia la ricostruzione storica che funge da sfondo al racconto rimane abbastanza superficiale sul piano politico e storiografico, senza pretese di dettaglio e statistica. Altra nota dolente è il tono eccessivamente “rosa” che assumono taluni dialoghi tra i protagonisti; si scivola a tratti nel mieloso, denotando un certo interesse a stuzzicare il lettore con particolari piccanti del tutto fuori luogo in un genere narrativo che voglia ambire ad assumere una pertinente valenza storica.
Ora, tenuto conto delle suddette caratteristiche del romanzo, rimane apprezzabile il tentativo della Kalogridis di avvicinare i lettori alla storia e raccontare usi e costumi di un'epoca lontana, con toni leggeri e frizzanti; insomma una discreta e vivace passeggiata nei corridoi delle corti rinascimentali.
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ALLA CORTE DEI BORGIA - J.KALOGRIDIS -
Leggere questo libro è stato davvero come mettersi un abito dell'epoca e assistere ad ogni singolo avvenimento in prima persona. La storia raccontata dalla Kalogridis (scrittrice molto capace e soprattutto informata - alla fine del libro infatti mette in chiaro ciò che è realmente accaduto, ossia la maggior parte delle cose che ha scritto - , e ciò che è stato da lei inventato) è molto coinvolgente ed appassionante. L'avvenimento principale? L'ascesa al soglio pontificio di Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, che dalla Spagna giunge a Roma portando con se' i suoi figli. La cosa però che mi ha principalmente affascinata è stata la scelta della scrittrice riguardo il punto di vista degli avvenimenti: la Kalogridis infatti sceglie un personaggio che solitamente resta un po' nell'ombra, Sancia d'Aragona, figlia di re Alfonso II di Napoli. La ragazza si ritrova ad essere, per motivi di alleanze, la sposa del più giovane dei Borgia, Goffredo, non proprio il marito che tutte desiderano. Goffredo infatti si dimostra essere molto fragile e soprattutto impaurito dalla sua famiglia, e Sancia, pur dimostrandogli dell'affetto, e provando quasi della compassione per lui, resta inevitabilmente intrappolata nella tela ammaliante di Cesare, il figlio più ambizioso di Rodrigo, pronto a fare qualsiasi cosa pur di ottenere ciò che vuole. La trama diventa via via sempre più elaborata, intrigante, e molte volte lascia il lettore attonito: spesso sono rimasta stupita da quanto palese fosse la corruzione, la violenza, ma anche la consapevolezza delle persone riguardo a tutti gli "scandali" e gli avvenimenti. Tutti conoscevano la potenza dei Borgia ma nessuno aveva il coraggio di contrastarli...o almeno nessuno che avesse qualche cosa da perdere! Ed è proprio qui che si delinea il coraggio e la risolutezza di Sancia.
Da non dimenticare poi la figura di Lucrezia Borgia, la bella figlia del Papa che viene coinvolta in amori proibiti, incestuosi, ma anche in amori puri e sinceri che la porteranno a tradire o proteggere persone diverse nel corso della storia.
Consiglio davvero a tutti gli amanti del genere di leggere questo libro, che è molto curato nei particolari e ricco di informazioni. La storia è molto coinvolgente e ti porta letteralmente a divorare il libro in poco tempo. Lo stile è molto semplice anche se molto curato, ed il vocabolario usato è accessibile a tutti.
Auguro a tutti una buona lettura.
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p.s. lo consiglio anche a chi segue la serie tv americana "The Borgia" su Showtime (con Jeremy Irons come Rodrigo Borgia)
Alla corte dei Borgia
"'Canterella' la chiamano: un'erba da cui si ricava un veleno in polvere così letale che ne basta un pizzico per uccidere un uomo, per annientarlo in pochi giorni [...].
Si dice che solo i Borgia ne conoscano il suo segreto: come miscelarla, conservarla, somministrarla in modo da celarne il gusto".
Con queste allettanti parole, la Kalogridis ci introduce nel prologo della storia dei Borgia, una nobile famiglia italo-spagnola nata per essere romanzo.
A fine lettura ho dato uno sguardo d'insieme per cercare eventuali difetti in questo libro; non ne ho trovati.
Questo testo è un lavoro eccellente, non solo perché è storicamente molto pertinente (quanto gioirò quest'anno quando non mi toccherà sudare sul libro di Storia!) ma perché ha di mirabile anche la parte romanzata.
Sancia d'Aragona, figlia del re Alfonso II di Napoli verrà data in sposa al 'bastardo' del papa Alessandro VI (al tempo Rodrigo Borgia) per sancire un'allenza che garantisca la protezione del sud Italia dai francesi.
Ma c'è da fidarsi di un papa così instabile, influenzabile e ambiguo?
Sancia sarà costretta a spostarsi dalla sua amata Napoli alla corrotta e depravata corte di Roma. E qui si ritroverà in un ambiente così immorale e pericoloso da costringerla a trovare dentro di se armi che non sapeva di possedere.
"Ma che razza di mostruosa famiglia è mai questa?"
I principali punti di forza di questo libro sono due:
-lo stile della scrittrice, incalzante, la lettura che risulta facilmente comprensibile e mai banale, il lessico adeguato;
-i personaggi. I personaggi così reali, vividi, pieni di emozioni; mi sono commossa nel vedere l'amore di Sancia per il fratello (ad un certo punto giuro che ho quasi versato lacrime...) e la fragilità di Lucrezia, sono rimasta succube anch'io del fascino misterioso di Cesare. Ma questo è dir poco.
Ribadisco, un lavoro superbo. Come se non bastassero le lodi che ho intessuto sopra, aggiungo che la ricostruzione storica-artistica della varie ambientazioni è ottima e verosimile, e le parti di fantasia aggiunte dalla scrittrice si integrano perfettamente con i fatti realmente accaduti. Bravissima.
Consigliato
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I "terribili" Borgia visti da Sancia d'Aragona
Un libro ben scritto , che riesce a trasportarci nella famiglia Borgia facendocela conoscere da un punto di vista originale, infatti la Kalogridis attraverso gli occhi della giovane Sancia d’Aragona (data in sposa a Goffredo Borgia) ci svela tutti gli intrighi , i complotti e le relazioni “pericolose” della corrotta corte romana. Al centro di tutto il Papa Rodrigo Borgia , Alessandro VI, uomo privo di scrupoli morali e provvisto di un ambizione sfrenata che tenta di dominare l’Italia intera, personaggio corrotto ma soprattutto in grado di corrompere tutte le persone che lo circondano a cominciare dai figli . In mezzo a questo clima di torbide passioni, di tradimenti e di delitti si staglia la figura di Sancia , in un primo tempo abbagliata dalla grandezza e dallo splendore di Roma ma ben presto vittima della terribile famiglia Borgia dalla quale riuscira’ a salvarsi grazie a insospettabili doti che scopre piano piano dentro di lei. Probabilmente la figura di Lucrezia Borgia risente troppo dell’immagine negativa diffusa dai nemice dei Borgia, in realta’ Lucrezia e’ stata fortemente rivalutata ed ormai considerata una vittima del fratello Cesare ( descritto in modo molto realistico) e del padre Alessandro VI . Ammirevole la postfazione dove l’autrice indica gli episodi realmente accaduti e quelli frutto della sua fantasia. Un libro da leggere visto che le ambizioni politiche e di potere unite alla ricerca del piacere e della ricchezza non sono certo finite con la famiglia Borgia ma anzi son ben presenti ed attuali .