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Acciaio contro acciaio Acciaio contro acciaio

Acciaio contro acciaio

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Le strade roventi popolate da orde di mendicanti, da cortei funebri, da bande militari tedesche, dai temuti Ussari della morte che sfilano in tutto il loro minaccioso splendore, da individui affamati e senza casa che si aggirano con espressione apatica, indifferente. Il gigantesco cantiere sulla Vistola dove gli operai – russi, ebrei e polacchi – si sfiancano assonnati e indolenziti, perennemente sovrastati dal fragore delle onde, dal rombo dei macchinari, dal ruggito delle voci che sbraitano in varie lingue. È la Varsavia che accoglie Binyamin Lerner, reduce da nove mesi sul fronte galiziano nella fanteria dello zar. E più che mai deciso a sopravvivere, anche a prezzo della diserzione, a conquistare il suo destino in un mondo divelto dalle fondamenta: a contrastare, acciaio contro acciaio, l'inesorabile violenza della Storia. Una violenza che Singer ha vissuto sulla propria pelle e nella quale ci sprofonda.



Recensione della Redazione QLibri

 
Acciaio contro acciaio 2016-07-05 17:56:35 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    05 Luglio, 2016
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Codice d'onore

Ci sono valori e principi imprescindibili che costituiscono il codice d’onore di ogni individuo rispettabile. Eppure esistono casi in cui trasgredire può divenire una necessità.
Nella storia passata, come in quella presente e contemporanea, abbiamo assistito a eventi che hanno trascinato il mondo in guerre, persecuzioni, stragi che hanno annientato generazioni e generato grande dolore.
Si è molto discusso sulla opportunità di ubbidire a ordini aberranti, in virtù del fatto che dovere di un soldato è l’obbedienza. Si è giunti alla conclusione più o meno unanime che ignorare simili ordini sia non solo opportuno, ma dovere di ogni soldato coscienzioso.
Cosa dire poi della diserzione, atto di codardia che lascia ad altri responsabilità che non si sente di assumersi? Come valutare questa decisione quando essa sia stata maturata dopo aver assistito a un susseguirsi di ingiustizie, di punizioni immeritate, e aver realizzato di essere costretti a combattere per un fine che non si condivide, per una patria che non è la propria e che ti perseguita? Pur rimanendo la diserzione un atto ignobile nella sua essenza, ad esso si può talvolta concedere qualche attenuante. È questo il motivo per cui il lettore è portato a guardare costantemente con simpatia al personaggio del giovane Lerner, protagonista del romanzo “Acciaio contro acciaio” di Israel Joshua Singer, pubblicato per la prima volta nel 1927.
Lerner, infatti, ebreo polacco, trovatosi coinvolto nella catastrofe della prima guerra mondiale, arruolato nelle fila dell’esercito russo, stanco delle sopraffazioni subite, rifiuta di continuare una guerra che non capisce e diserta, affrontando una serie di rischi e pericoli che possono costituire una minaccia anche per la famiglia dello zio Reb Baruch Yosef che lo ospita. Il destino di Lerner è quello di molti ebrei vissuti in quell’epoca e in quella zona di Europa ambita dalla Russia da un lato e dalla Germania dall’altro. La peregrinazione di Lerner, dunque, lo pone di fronte a molteplici minacce e lo porta a contatto con moltitudini di diseredati, poveri lerci individui, avvezzi a traffici di ogni genere. È un mondo degradato e privo di speranza, quello descritto da Singer in questo romanzo: un’umanità preda di loschi individui che non esitano a farne oggetto di guadagno. Lerner e Gitta, la giovane cugina che lo ama sin dall’infanzia, sono gli unici che si dedicano disinteressatamente ai più deboli.
Con grande sensibilità Singer descrive le figure femminili, spesso prostitute costrette a umilianti esibizioni, talvolta giovani oneste e abusate come la stessa Gitta.
È la storia del primo ventennio del novecento che fa da sfondo a questo romanzo ed emerge chiaramente il contrasto con il popolo tedesco e la diffidenza per il popolo russo. Nelle ultime pagine la rivoluzione del ’17. Per Lerner è la speranza di una vita migliore.

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