Peccato originale. Il ritorno
Letteratura straniera
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Anche i dominatori hanno paura
Ancora l’amore in tutte le sue possibili declinazioni.
Come una partita a scacchi, il Re, la Regina, la Torre, l’Alfiere e il Pedone, ciascuno muove i suoi pezzi.
E ogni mossa è una nuova rivelazione, un brivido, una coltellata al cuore per qualcuno.
Per rimanere viva un altro giorno ancora, Nora racconta squarci della sua vita e tutta la storia (che conosciamo dopo i primi tre romanzi) viene ripassata sotto un prisma sfaccettato, perché ora abbiamo la versione di Eleanor, quella di Soren, quella di Kingsley.
Ma ogni volta il ricordo muta sfumatura, perché basta poco, basta variare lievemente l’angolazione e anche l’amore più puro per alcuni si fa tenebra e fa male, così come, al contrario, quello che per altri è solo dolore è anche il mezzo per la passione assoluta.
Ho amato un po’ tutti i personaggi in scena. Soprattutto il Re, Kingsley, qui, è grandioso, impotente e vulnerabile coma mai era apparso (è fantastico pensare che Nora lo definisca “brutto”, e Wes giustamente si chiede: Nora ha mai conosciuto un uomo “brutto” nella sua vita?).
E finalmente capiamo perché, un giorno di molti anni prima, Kingsley Thèophile Boissonneault ha deciso di chiamarsi Edge, il Limite.
Ma c’è un limite che questo intreccio di amore e dolore non abbia superato? L’amore tra due uomini, l’amore tra Dio e i propri amanti, l’amore tra fratello e sorella, l’amore che sfiora la morte e l’amore come dono di vita…la Reisz non si è negata niente in questa saga, che, a mio parere, resta sicuramente tra le cose migliori lette di recente.
Indicazioni utili
"Soren non poteva vivere in un mondo senza Nora.
Kingsley non poteva vivere in un mondo senza Soren."