Peccato originale. Il padrone
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Anche i dominatori soffrono
Terzo capitolo della serie che vorrebbe dimostrare che la relazione di una coppia basata su un collare, a volte, può essere più duratura e appagante (?) di quella testimoniata da una fede al dito (Sarà: io sono tradizionalista, e continuo ancora a credere nel potere magico di un anello con rilucente brillantone.)
Più che il capitolo decisivo su Nora e Wes (finora eravamo tutti in attesa che il ragazzino carino, ma irrimediabilmente vanilla, decidesse finalmente cosa fare della sua vita), questo è il vero libro di Soren e Kingsley, il prete algido e quasi perfetto e il domatore/dominatore con accento francese e stivali da cavallerizzo dell’Ottavo Cerchio.
Decisamente la parte più bella sinora di The Original Sinners, un gioco di incastri tra passato e presente, e tra gli intrecci amorosi/morbosi dei vari personaggi.
Kingsley, soprattutto, appare sotto una luce diversa, non più come l’avventuriero che manipola il mondo sommerso BDSM di New York, ma come il ricordo del ragazzino diciasettenne che fu, allievo di un collegio sperduto nel Maine, con una sorella troppo bella e un compagno di scuola che non era davvero uguale agli altri, e poi come un uomo maturo, ancora alla ricerca di una scusa (una donna da condividere?) che gli permetta di ritornare tra le braccia del suo primo e unico amore.
Anche i dominatori, a quanto pare, soffrono e si struggono, e presto o tardi devono rendere il conto del loro passato…
Ovviamente la serie non termina qui e mancano altri due capitoli, ma intanto il finale provvisorio è tosto: oh, oh, don Soren, abbiamo percepito la tua collera quasi divina, ma al dunque che farai?
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«Ma raison d’être», mormorò Søren, e lui tremò per il desiderio.