Febbre. Passione senza tregua
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L'unico termometro che sale è quello dell'idiozia
Conoscevo già Maya Banks per una serie di romanzi erotico-sentimentali che hanno invariabilmente come protagonista un magnate greco o uno sceicco arabo, o giù di lì, e stavolta ero curiosa di vedere se aveva fatto il famoso salto di qualità. Dirò solo che se questa voleva proporsi come una serie intrigante ed originale, risulta invece un concentrato del più becero pseudo-erotismo finto scandaloso.
Certamente influisce non poco la protagonista, Mia, per cui si prova un’antipatia istintiva e che rappresenta una lagnosa stupidina senza arte né parte (cioè esattamente il contrario di una ragazza consapevole, libera e disinibita che ci si dovrebbe aspettare in un erotico al femminile nel 2013).
Mentre i suoi compagni di università si sono trovati un’occupazione, lei è ancora precaria in una pasticceria, nonostante un fratello ricco e sistemato. Ma guai a pensare che abbia chissà che ambizioni o che voglia farsi strada da sola: la verità è che lei è innamorata fin da ragazzina e ancora in attesa di un tizio più vecchio di quattordici anni, la cui unica qualità sembra essere quella di nascondere il santo Graal tra i pantaloni.
Uno pensa: beh, dai, la realizzazione di un sogno infantile.
Invece la misera viene messa “sotto contratto” da un idiota di portata stellare, tale Gabe, ulteriore esempio di ricco squallido che non si sente sicuro nel sesso se non impone fantasie perverse a suon di clausole e codicilli sottoscritti (Ancora i contrattini BDSM? E dove sta la novità? Oramai ti ritrovi i fac-simile di libro in libro). E lei, dal canto suo, è strafelice di trasformarsi in una mantenuta (visto che non saranno quattro dati inseriti nel computer a giustificare il suo posto ufficiale nella società di lui – e tutti i colleghi giustamente se ne accorgono), senza alcun briciolo di consigliabile esitazione.
Almeno ci fosse un po’ di gioco tra i due, qualcosa di meno ovvio e noioso: macché, Mia è sempre prona o supina come moquette in saldo. E il lettore sbadiglia.
(* SPOILER) Finché si arriva alla scena cruciale, quando l’idiota supera il limite e la offre quale agnello sacrificale. Ma se uno si aspetta (finalmente!) un barlume di reazione, attende invano, perché lei rimane in stato di choc giusto dieci minuti, il tempo di ritornare in modalità scodinzolante con perdono automatico.
Tutto ciò mentre le persone adulte intorno a lei si devono preoccupare se questa “bambina” mangia abbastanza, torna a casa da sola o ha le medicine per la febbre.
E’ sarebbe una storia d’amore? Siamo al limite della circonvenzione d’incapace.
Sorvolo sul finale (o.r.r.i.p.i.l.a.n.t.e), che ci viene risparmiato persino nei filmetti natalizi a basso costo.