Estasi infinita
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Ne prendi 1 e te ne ritrovi 4
Dopo il quarto romanzo di Maya Banks che leggo, sono giunta alla conclusione che quest’autrice prediliga uno schema fisso: a prescindere dalle scene sudate e abbastanza coreografiche che sono l’ingrediente principale (il che non guasta mai), il tutto ruota attorno a una lei, con seno e lato B extra-large e con coefficiente intellettivo pari a meno zero, e a un lui, con pacco e conto in banca extra-large e con coefficiente intellettivo pari a meno meno meno zero.
Il risultato è che la storia si trasforma sostanzialmente in una carrellata degli accoppiamenti di questi due graziosi coniglietti lobotomizzati, e la sfida intrinseca che viene posta al lettore è (naturalmente!) tentare di trovare un nesso logico tra la scena pre-amplesso e la scena post.
Estasi Infinita (in originale “Exiled” ) si sottrae in parte a tale schema. In effetti, c’è una fanciulla vergine che – solo per salvare mamma da una grave malattia – accetta di donare la sua innocenza a un principe azzurro che vive su un’isola dei Caraibi (!). Solo che lei ha frainteso i termini dell’accordo e anziché solo il principe, si ritrova lui più altre tre sue guardie, ovviamente sempre con attributi extra-large.
Tutta la storia è così assurda che ogni volta che qualcuno apre bocca risulta involontariamente comico.
Non voglio essere ipocrita, e posto che uno si mette a leggere questi romanzi per svago e senza chiedere sforzi eroici alle proprie meningi, arriverei a dire che qui i tentativi di dialogo risultano quasi irritanti. Ci sono già tanti ansimi (anzi, grugniti): perchè voler appesantire la trama insistendo sul voler dare un senso al tutto?