Diario di una sottomessa
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Diario di una sottomessa di Sophie Morgan
Questo diario è il resoconto delle esperienze di una vera sottomessa, che non cerca di nascondersi dietro a un dito, ma spiega la sua vita chiaramente. Il linguaggio è abbastanza forte, ma adatto all’argomento di cui tratta. Il libro parla dell’evolversi dei gusti sessuali della protagonista gradatamente, spiegando in modo chiaro e senza inibizioni il suo passaggio da una sessualità “normale” ad una sessualità più disinibita e “particolare”.
Lo consiglio a persone con una certa apertura mentale e non a chi vuole approcciarsi severamente all’argomento di cui si parla. A persone che non si scandalizzano e che vogliono ampliare le loro conoscenze, anche in questo campo. Non perché una persona si debba lasciar convincere ad attuare pratiche che sono contrarie al proprio modo di essere, ma per accettare la diversità delle persone, anche in campo sessuale (che più di ogni altro, non ha regole né confini, ma è molto, molto ampio!) In questo campo, come in ogni altro della propria vita, vige la regola della libertà assoluta, se questa non va a ledere quella altrui. Per cui largo a chi vuole sperimentare, se questo lo fa stare bene e non va a compromettere la propria salute o quella di un’altra persona.
Indicazioni utili
La trilogia di Irene Cao
90 giorni di tentazione
Oltre il limite
“Essere sottomessa è solo un aspetto della mia personalità. Ma è una parte fondamentale di ciò che mi rende la persona che sono, nello stesso modo in cui lo è l’importanza che attribuisco agli amici e alla famiglia, il modo in cui amo il mio lavoro, la tendenza a essere indipendente e ostinata e persino la passione per la Nutella.”
Finalmente un punto di vista dannatamente sincero e dannatamente reale sul sesso BDSM, senza l’alibi di un romanzo da costruirci intorno.
Qui non ci sono ragazze ingenue da irretire e convertire, né miliardari annoiati con sfumature di grigio dentro di sé o traumi infantili da rimuovere, non c’è neppure (e per fortuna!) il solito mieloso happy end dove uno dei due dice all’altro “io ti salverò”, con contorno di lacrime e pentimenti. C’è invece una giovane donna normalissima, con buona istruzione, buon lavoro, senza particolari problemi ad interagire in società, e che crescendo diviene sempre più conscia di cosa piace a lei e al suo corpo.
E’ bene subito dirlo: in questo diario tutto viene chiamato con il suo nome, e ogni situazione viene descritta nel singolo dettaglio, per cui non c’è tempo per ipocrisie o finzioni. Di conseguenza, se pensate che la dolcezza trionfi sempre e comunque, se non siete in grado di sopportare scene intense e DAVVERO violente (in senso fisico-mentale-emotivo), lasciate perdere questo libro.
Il diario di Sophie non insegue lo scandalo, e io non ho trovato esibizionismi, né scene scioccanti messe là, solo per spiazzare gratuitamente: tutte le descrizioni, gli atteggiamenti, i termini usati, le situazioni che si vengono a creare fanno parte di un percorso graduale, dalla semplice curiosità di Sophie ai tempi del college sino agli anni della vera consapevolezza, e sino agli incontri con persone altrettanto consapevoli dei propri desideri e dei propri divertimenti.
Il diario di Sophie è il racconto lucido, spietato, crudelmente sincero di una donna felice, contornata da uomini e donne ugualmente appagati.
L’unica riflessione che mi viene spontanea è questa: Sophie ci accompagna nel suo mondo fatto di desiderio che supera il limite, che va oltre quel confine sottile che ci spinge a dire “questo si può fare” e quello “non riuscirei”. Ma così non si corre il rischio di porre invece proprio un limite al desiderio stesso? Alla fine, Sophie è felice solo quando unisce il piacere al dolore, mai senza questa particolare combinazione. E non è questo stesso un piacere che si autolimita?