Wild
Editore
Una storia di avventura e formazione, di paura e coraggio, di fuga e rinascita.
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 4
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Wild
"Questo non è il genere che prediligo, ma.."
Probabilmente questo sarebbe stato il mio inizio, la frase che avevo pensato di utilizzare quando avevo preso in mano questo libro e avevo pensato di dargli una possibilità.
Ma sapete una cosa? Ultimamete mi capita di trovare la letteratura di viaggio avvincente ed appassionante, libri che ti fanno predere di corsa le scarpe da ginnastica ed uscire all'aperto, (per poi rientrare in casa poco tempo dopo con i muscoli doloranti per un crampo e mezzi intossicati dall'aria di città), e che ti fanno progettare viaggi.
Frose avrò cambiato gusti in fatto di letteratura, ma ritengo più probabile aver trovato scrittori veramente bravi, di quelli che non ti devono per forza insegnare qualcosa, cosa bisogna o non bisogna fare in mezzo alla natura, ma che descrivono a cuore aperto la loro esperienza e, soprattutto, le loro emozioni durante il cammino.
Questo libro mi è piaciuto fin da subito proprio per questo ed anche per qualcos'altro che non riesco a spiegare, quasi un colpo di fulmine!!
Ed è strano, sono la prima ad ammetterlo, perchè era impossibile per me immedesimarmi nelle esperieza di vita di Cheryl, (e come potrei?) ma dalle pagine è scaturita un emozione, che si è trasformata non tanto in commozione, quanto nel desiderio di continuare a leggere di vedere tutto il suo cammino.
E se pensate a una donna di 24 anni, sola in mezzo ai boschi, con uno zaino che pesa il doppio di lei, chi non vorrebbe conoscere la sua avventura, le persone che ha conosciuto, le sue esperienze e, la sua maturazione?
Un bellissimo libro.
Indicazioni utili
From lost to found
Wild è il racconto autobiografico di Cheryl Strayed e del suo viaggio a piedi, in solitaria, lungo il Pacific Crest Trail, un sentiero escursionistico lungo 4286 km che ha come capolinea meridionale il confine tra Stati Uniti e Messico e quello settentrionale sul confine tra Stati Uniti e Canada. In mezzo monti, fiumi, laghi, foreste. La natura selvaggia.
Nonostante i suoi 26 anni Cheryl ha già vissuto molte esperienze che in una persona “comune” spesso capita si spalmino in un arco temporale ben più dilatato. Ha sperimentato l’abbandono del padre, un’infanzia non del tutto serena, un matrimonio, la morte prematura della madre malata di cancro, un divorzio e la caduta nella spirale della droga e del sesso occasionale. Direi un bel concentrato di emozioni/esperienze che non fanno altro che distruggere il suo precario equilibrio. Arrivata ad un punto che per molti può essere di non ritorno, la protagonista decide invece che è il momento di dire basta, di riemergere da quel limbo in cui si era relegata cercando di rifuggire il dolore e in lei si affaccia l’idea di imbarcarsi in questo viaggio nella natura, un viaggio che a questo punto diventa non solo fisico ma anche spirituale.
Cheryl parte da sola, a piedi, con l’unica compagnia di “Mostro”, il nomignolo da lei affibbiato al suo enorme zaino. Mostro pesa tanto, è un fardello che lascia delle tracce dolorose sul suo fisico già provato dalla fatica, ma a ben vedere il peso più grande è quello che lei si porta dentro: il lutto irrisolto della madre, la sofferenza per un nucleo familiare disgregato, per la fine del suo matrimonio.
La protagonista ci porta con sé nel suo viaggio nella natura, che ci sembra di veder materializzata davanti a noi per via delle dettagliate descrizioni che ci vengono offerte, e utilizza una prosa semplice ma allo stesso tempo ricca di profondità. Assistiamo all’evoluzione di Cheryl che, così come si abitua un po’ alla volta al peso dello zaino (anzi a sentirlo ormai come una parte di sé) riesce anche a metabolizzare la morte della madre e capisce che la sofferenza fa parte della vita ed è un tipo di emozione che non ha senso escludere in quanto nel bene o nel male ci porta ad essere dove siamo e come siamo. Alla fine del suo viaggio Cheryl è pronta a lasciare lo zaino ma porterà sempre con sé il ricordo di quello che il Pacific Crest Trail ha fatto per lei, anche se per anni non è stata sicura di quale sia stato il vero senso del viaggio. Più che la strada percorsa, di quanto si è andati lontano, della gente incontrata sul nostro cammino, dei pericoli corsi per arrivare al traguardo, il valore del viaggio sta in fondo nel superare le nostre paure, mettersi alla prova e tornare più forti di prima.
Wild è una storia di fuga e rinascita, di paura e coraggio. La scrittura è intensa, come la vicenda che racconta, in quanto vissuta in prima persona. Dalla lettura emergono con forza il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte ad essi. Allora la nostra sofferenza sembra nulla in confronto alla vastità dell’universo. E in quella immensità quasi sacrale Cheryl riconosce che è la vita stessa ad essere sacra e “come tutte le vite, misteriosa e irrevocabile”. La vera sfida adesso è vivere!
Indicazioni utili
Regina del PCT.
“Basta un attimo” sembra sussurrarci Cheryl. Per che cosa? Per perdere la retta via. Studentessa modello, affascinante nonché amata moglie, la giovane protagonista di questa avventura ci racconta con semplicità come, anche per le persone più forti, sia facile cadere, buttare tutto all'aria quando la vita si accanisce.
Per Cheryl la figura della madre ha ricoperto un ruolo più che essenziale. Bobbi costituiva l'universo attorno al quale l'esistenza dei figli si evolveva: la donna rappresentava il collante per la famiglia, la struttura portante per il nucleo, l'elemento che con la sua vitalità e spontaneità rendeva indimenticabili le giornate riuscendo, con il suo innato ottimismo, a ricavare anche dalle situazioni peggiori il lato positivo, del buono da cui trarre insegnamento.
Ecco perché quando ad appena 45 anni le fu diagnosticato un tumore ai polmoni per il quale i medici prevedevano un'aspettativa di vita di otto mesi al massimo (di fatto concretizzatasi in poco più di 40 giorni) per Cheryl, Karen, Leif e lo stesso Eddie quella sentenza non significava solo la morte della loro madre nonché compagna ma molto di più; la sua dipartita si traduceva in “la fine di tutto”.
Ognuno di loro era distrutto in modo diverso. Su chi fare affidamento, come tenere unita la famiglia ora che l'unica persona che veramente vi riusciva era venuta meno? Il padre biologico era un violento ed alcolizzato da cui in tenera età erano stati costretti a fuggire, Eddie, il nuovo compagno della madre, era al contrario un uomo affidabile e gentile caduto altresì nel distacco una volta defunta quella donna che gli aveva rapito il cuore, i fratelli erano troppo giovani per affrontare la morte e prendersi la responsabilità del nucleo familiare tanto che, inconsapevoli probabilmente delle conseguenze del loro agire, finirono con l'allontanarsi l'uno dall'altro. Ogni tentativo della protagonista di mantenere l'unione si rivelò vano.
Dal canto suo Cheryl aveva Paul il marito buono e gentile che tutto cercava di perdonarle ma più questo tentava di infonderle amore, sicurezza e di trasmetterle la sua vicinanza più ella si allontanava agognando nuovi “sballi” per non sentire il dolore. L'eroina si presentò senza troppe remore alla sua porta e, vuoi per le compagnie sbagliate, vuoi per la debolezza del momento, un “si” scavalcò quel “no grazie” che avrebbe senza dubbio pronunciato la vecchia Cheryl.
Pochi mesi di sesso, droga e alcol e addio laurea, addio matrimonio, addio alla vecchia vita. E quando raschi il fondo del barile non hai che due possibilità, quella di lasciarti andare ed arrenderti al casino che hai combinato oppure quella di cercare una nuova via, ritrovarti. Così è nata l'idea del PCT, quattromila chilometri di trekking tra deserto, montagne, neve, volpi, serpenti, foreste, torrenti impetuosi ed una unica sincera compagnia: se stessa.
E' un viaggio di fuga quello della Strayed ma anche di riscoperta, di rinascita, di formazione. Imparare a contare soltanto sulle proprie forze, mettersi alla prova giorno dopo giorno, non avere altro che “mostro” (lo zaino, capace di contenere il minimo indispensabile per la sopravvivenza marcando dunque l'indispensabile dal superfluo), la fatica fisica ed un obiettivo, sono i perni su cui la giovane imparerà a fare affidamento.
Caratterizzato da una scrittura intensa, semplice ma profonda, sentita ed intrigante, “Wild” è un testo che seppur talvolta farraginoso perché troppo prolisso di dettagli e descrizioni, si fa amare. Pagina dopo pagina il lettore è messo alla prova, è costretto a chiedersi “ed io? Cosa avrei fatto al suo posto?” o ancora è invitato a riflettere sui propri errori, sul significato di quel cammino in solitudine che ha portato al rinnovamento di un'anima troppo giovane messa in ginocchio dalle avversità della vita.
Un romanzo introspettivo, piacevole.
« mentre sedevo sulla panchina bianca quell'ultimo giorno del mio trekking tutte quelle cose mi erano ignote. Tutte, tranne il fatto che quello che avevo portato a termine era vero. Comprenderne il significato senza essere in grado di dire precisamente qual era, come tutti quei versi di “The Dream of a Common Language” che mi erano girati in testa giorno e notte. Credere che non era più necessario tentare di afferrarlo a mani nude. Sapere che vedere il pesce sotto il pelo dell'acqua era già abbastanza. Era tutto. Era la mia vita, misteriosa come tutte le vite. Così vicina, così presente, così intimamente mia nel suo slancio sacro e selvaggio. E com'era selvaggio lasciare che fosse ».
Indicazioni utili
L'unica ragazza nei boschi
1995, Cheryl Strayed è arrivata ad un "punto di non ritorno"; decide di dare una svolta alla sua vita.
La sua svolta si chiama Pacific Crest Trail (PCT).
"Un mondo che pensavo avrebbe potuto fare di me la donna che sapevo di poter diventare e al tempo stesso risvegliare la ragazza che ero stata una volta. Un mondo che misurava sessanta centimetri di larghezza ed era lungo 4260 chilometri".
A ventisei anni, con zero esperienza di trekking nella natura selvaggia, Cheryl si incammina con mostro (così chiamerà il suo zaino a causa del peso) ed a piedi e in solitudine attraverserà la California.
Con la compagnia della natura, degli animali, dei pochi trekker incontrati e soprattutto dei libri, la protagonista (anche autrice del libro) proverà a ritrovarsi.
Questo viaggio le insegnerà molte cose. Fra le prime che "la paura, in gran parte è figlia di ciò che ci raccontano e quindi io avevo scelto di raccontarmi una storia diversa da quella che narrano alle donne". Non solo, ma il PCT gli ha insegnato a conoscere i suoi limiti, l'umiltà e la forza di non arrendersi.
"Il PCT mi aveva insegnato cos'era un chilometro, ero umile davanti a ciascuno di essi".
Con una scrittura davvero eccellente e coinvolgente, la Strayed ci racconta la sua esperienza di "ragazza dei boschi". I suoi momenti no, le sue soddisfazioni, le sue paure e i suoi traguardi. Sono così sentite queste emozioni, da risultare anche un pò nostre.
Sono un'amante dei racconti di viaggio, specialmente quando riguardano le donne e questo mi ha veramente colpito. Un viaggio affrontato negli anni in cui internet era ancora poco sviluppato..
Schietto, avvincente e profondo; è una lettura che consiglio vivamente. A breve guarderò anche il film uscito da poco.
Buona lettura!!!