Viva per raccontare
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Salvata dalla fede
Una storia vera che ha dell'incredibile: è quella di Immaculée Ilibagiza, sopravvissuta al genocidio in Ruanda nel 1994, una terribile pagina di storia, una delle più feroci e strazianti guerre civili del secolo scorso tra gli hutu e i tutsi.
La sua terribile vicenda è stata raccontata dal giornalista e scrittore Steve Erwin che, sentendo come dovere nei confronti del mondo diffondere il suo messaggio di pace, decide di scriverne un libro di 300 pagine, attraverso la testimonianza della donna ruandese.
Dopo vari tentativi di fuga, riesce, quasi per miracolo, a nascondersi in un bagno angusto con altre donne per tre mesi senza mai uscire, con il terrore addosso (gli hutu nella stanza accanto con il macete pronto all'uso), con un dolore sordo nel cuore (per aver saputo che la sua famiglia intera è stata uccisa) ma con una forza d'animo e coraggio inauditi.
??Cit. Alcuni uomini battevano un macete contro l'altro, facendo un rumore angosciante. Altri strisciavano le lame lungo la strada, producendo scintille arancioni,ogni volta che l'acciaio colpiva una pietra...".
Con una fede incrollabile e la preghiera come unica arma, Immaculée confida in Dio con la certezza che riuscirà a salvarsi, ringraziandolo ogni giorno per essere ancora viva. Dopo i primi momenti di vero sconforto, in cui si sente perduta, ecco che, da credente, riesce ad affidarsi completamente e ripone in Dio le sue angosce e speranze.
E da donna libera, trova la forza di perdonare le malvagità inflitte al suo popolo: un gesto incomiabile, un modello a cui tendere, per rinascere a nuova vita, con una nuova famiglia.
Una testimonianza intensa e straziante, che a messo a dura prova la mia emotività. Sarà che ho scelto il momento meno adatto per affrontare questo tipo di lettura, il fatto è che, nonostante la narrazione fluida e il linguaggio diretto e semplice, si fatica a tenere il passo con le scene cruente di violenza e l'odio smisurato degli assassini. Per contro, le sue parole di pace e di perdono sono talmente toccanti e 'controcorrenti' che inducono alla riflessione.
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Viva per raccontare
Un vero resoconto da chi ha vissuto davvero di uno dei più atroci genocidi, quello in Ruanda. Immaculèe dopo aver assistito al massacro della sua famiglia riesce a salvarsi grazie all'aiuto di un pastore che nasconde lei e altre otto donne nel bagno dello scantinato per tre lunghi mesi, veramente un'uomo coraggioso. Dopo essere stata liberata trova rifugio in un campo francese dove si ricongiunge a qualche parente e amico sopravvissuto. La forza di questa ragazza è nella sua fede, davvero incrollabile che le permetterà in seguito anche di perdonare, incredibile! Una testimonianza molto molto cruda, l'autrice non ci risparmia niente come è giusto che sia per renderci conto di quello che è successo sotto gli occhi di tutti in in paese talmente povero da non interessare a nessuno.Lo consiglio veramente.