Uno chalet tutto per me Uno chalet tutto per me

Uno chalet tutto per me

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Estate 1919. Oppressa da una profonda tristezza causata dagli orrori della guerra, Elizabeth si rifugia nel suo chalet svizzero. Arriva sola, l'animo rabbuiato dalle pesanti perdite subite e consapevole della malvagità umana, nella casa tra i monti che fino a pochi anni prima riecheggiava della presenza e delle risate di numerosi amici. Vuole ritrovare la gioia di vivere, scuotersi dall'apatia, tornare ad amare la natura, ad apprezzare i fiori e i panorami incantevoli che la circondano. Non è un'impresa facile, ma lentamente comincia a riaccendersi in lei una sottile vena di energia. Anche per il suo compleanno è sola. Concede ai domestici un giorno di libertà e si accinge a dedicarsi a qualche lavoro pesante che la costringa a non pensare, quando le arriva un regalo inatteso: due donne inglesi, reduci da un'escursione e in cerca di una pensione dove trascorrere la notte, giungono per caso allo chalet. Elizabeth le invita a pranzo, poi per il tè, quindi a rimanere con lei per alcune settimane. E dalla loro presenza nascerà la promessa di una nuova felicità. Pieno di scene divertenti e intriso della solita lieve ma spietata ironia che contraddistingue lo stile di Elizabeth von Arnim, "Uno chalet tutto per me", scritto in forma di diario, ci offre una serie di pensieri profondi sull'importanza del preservare la vita e sull'insensatezza della guerra.



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Uno chalet tutto per me 2018-06-14 13:36:28 68
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68 Opinione inserita da 68    14 Giugno, 2018
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Lontananza ed appartenenza

Elisabeth, un anno dopo la fine della prima guerra mondiale, sfinita dagli avvenimenti e dalle perdite, sopraffatta da una assoluta solitudine spirituale, ultima tragedia della vita, si trasferisce per qualche mese nel proprio chalet di montagna, sulle Alpi svizzere, con un desiderio di sonno infinito, annotando in un diario emozioni e quotidianità.
Una casa sospesa in alto, in pieno sole, così vicina al paradiso e con un passato di gentilezza, ospiti, amici, volti cari, quando si vivevano soggiorni prolungati abbandonandosi alla gioia ed al sorriso ritrovato della giovinezza.
Oggi, in queste giornate silenti, la scrittura è balsamo, medicina, conforto per sentirsi meno soli ed Elisabeth vuole dimenticare, non ricordare, unica speranza di salvezza, fuga e guarigione, circondata dalla bellezza.
E’ stata privata di ciò che rendeva la vita incantevole, ha perso tutti quelli che amava, e non è stata solo la guerra, oggi il mondo le pare orribile anche se niente supera l’ uccidere ed il dolore peggiore sta nel ricordo della felicità quando non si è più felici.
È intrappolata tra i libri in una assenza che dovrebbe durare il necessario per fare chiarezza, i giorni accompagnati da un dolore stemperato dai gesti della quotidianità, la lontananza come anestetico ed il desiderio, riemerso lentamente, di parlare con qualcuno.
Ecco due donne alla sua porta, due sorelle, Mrs Barnes e Mrs Jewks ( Dolly ), entrambe composte, l’ una seria, l’ altra sorridente, ospiti alla ricerca di conforto e riparo e con il raro potere ( in un futuro imminente ) di divenire un’ ossessione.
Una graduale senso di appartenenza accarezzerà lunghe ore condivise, anche se inizialmente si nascondono l’ una dall’ altra, e così non si può essere amiche, conservando gelosamente i propri segreti, con l’ invalicabile barriera costituita da Mrs Barnes, che veglia e custodisce il turbolento passato della sorella.
Dolly invece si mostra uno spirito affine ad Elisabeth, esprime amore ed ilarità in giorni che sovvertiranno il quieto inizio rivelandone l’ essenza. Le profonde ferite del passato ora fanno meno male, il tempo sterilizza e purifica, Elisabeth si sente meno sola e comincia persino a provare gratitudine per il passato ed a pensare che tutti quelli che ha amato siano lì con lei, dimentica per un istante dei dispiaceri del momento e di quella infelicita’ che, ultima speranza, l’ ha portata sui suoi monti.
Ed allora le giornate scorrono in una immensa ma piacevole monotonia, un abbraccio vale più di mille parole, Mrs Barnes ritornerà bambina e Dolly una cara amica cui svelare i segreti più intimi.
A volte la bruma di montagna è così fredda e penetrante da arrivare sin nell’ animo rendendolo gelido e con dubbi futuri, ma nuove certezze rivelano un clima di distensione e di rinnovato ottimismo. Ed allora Elisabeth pare pronta a riprendersi quella vita riconquistata a fatica con nuovi ed inaspettati esiti.
Un racconto-diario a metà tra l’ intima essenza e la soave delicatezza de “ Il giardino di Elisabeth “ e lo humour e lo spirito degli altri romanzi, una riflessione su sofferenza, dolore, perdita, atrocità della guerra, sull’ ascolto ed il meditato silenzio, sulla solitudine attiva, il riappropriarsi di se’, ma anche la gioia di condivisione e rinascita unite ad un senso di riconoscimento ed appartenenza , in sostanza il soffio arcigno ed imprevedibile della vita.

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