Una vita in parole
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Recensione della Redazione QLibri
Un percorso tra vita e produzioni letterarie
Paul Auster è considerato tra i più validi scrittori statunitensi viventi e questo libro-saggio rappresenta il background della sua opera. Non è una autobiografia vera e propria ma un'intervista durata circa due anni da parte dell'accademica I.B. Siegumfeldt, che ripercorre tutta la sua opera letteraria ponendo quindi accento non tanto sulla sua vita privata ma su quella artistica. Certo, tra le due c'è sempre un solido filo conduttore e infatti tutti gli aspetti personali che riguardano l'autore emergono sempre in relazione ai suoi libri.
Prima di iniziare a leggerlo, mi ero fatta un'idea diversa sul contenuto, credevo che contenesse soprattutto sue filosofie di vita, pensieri articolati collegati al suo vissuto e nella prima parte del libro- dove vengono osservate le sue opere autobiografiche- effettivamente questo succede, ma in maniera abbastanza blanda e spesso ricorrendo alle citazioni vere e proprie dai libri scritti piuttosto che un suo libero pensiero modellato in modo spontaneo, che dica sì le stesse cose ma in maniera diversa, più colloquiale, più "spiegata" per il lettore. Questa non vuole essere una critica ma solo un'aspettativa un po' sopravvalutata forse, distorta. Questa è la seconda volta che mi capita di leggere un libro-intervista e nel primo caso, chi intervistava faceva spesso delle domande semplici a volte persino banali ma la risposta dell'autore era quasi sempre un interessante studio argomentato oppure delle altre domande più profonde e argute, in questo caso invece spesso succede il contrario: le domande spesso corredate da interpretazioni sono davvero interessanti e stimolanti, e alcune risposte dell'autore un po' scialbe e ripetitive.
"I.B.S.: In questa pagina (tratta dal libro "Notizie dell'interno") lei parla anche di una rivoluzione sociale: "La rivoluzione sociale dev'essere accompagnata da una rivoluzione metafisica. Bisogna liberare non solo le esistenze fisiche ma anche le menti. In caso contrario ogni conquista di libertà sarà necessariamente illusoria e passeggera. Bisogna creare armi che permettano di ottenere e conservare la libertà. Per fare questo è necessario guardare con coraggio verso l'ignoto, verso il trasformarsi della vita...L'ARTE DEVE BUSSARE CON VIOLENZA ALLE PORTE DELL'ETERNITA'..." Era una specie di manifesto?
P.A. (Ride): Non sapevo di cosa parlavo.
I.B.S.:"Le porte dell'eternità!" Non la realtà, ma l'eternità?
P.A.: Non ne ho idea.
I.B.S.: Però l'ha inserita nel libro.
P.A.: Si perché era così enfatico, così enfatico che l'ho scritto a lettere maiuscole. L'ho tenuto nel libro ma non lo capisco."
...ecco queste sue risposte mi hanno fatto un po' arrabbiare, perché come lettore cerco di dare un significato a quello che leggo, cerco di capire cosa l'autore mi dice con questa frase, per poi scoprire che non sa nemmeno lui ma suonava bene e allora l'ha scritta. Credo che sia una cosa comune in letteratura, comunque, non solo un artificio usato da Paul Auster ma di tanti altri, tra i quali magari anche classici, però il saperlo, da lettore, mi infastidisce perché mi sento un po' preso in giro. Chissà James Joyce quanto ci ha presi in giro e non tanto a noi lettori quanto ai suoi critici letterari che ancora ci lavorano su.
Archiviato questo rimprovero, devo anche dire che il testo si rivela nel complesso molto interessante sia per chi non ha mai letto nulla di Auster in quanto gli permette di entrare nel suo mondo e di essere guidato per mano tra le sue opere e quindi avere una visione complessiva sulla sua opera riuscendo poi la successiva lettura dei romanzi a interpretarla in maniera più illuminante; ma si rivela ancora più interessante per chi conosce già da tempo questo autore e apprezza i suoi scritti. In questo ultimo caso direi che la lettura è d'obbligo per meglio comprendere e completare i romanzi letti. La cosa che mi è piaciuta molto in questa intervista è che i vari personaggi prendono vita e vengono evocati come delle vere persone, hanno i loro misteri, la loro vita indipendente dall'autore, la loro parte dell'inconscio che nemmeno l'autore può penetrare, davvero un approccio interessante e vivo dove l'autore svela anche molte curiosità che altrimenti un lettore non potrebbe mai conoscere e che danno tutt'altra prospettiva. Credo che avere un testo- guida come questo sul quale potersi confrontare con l'autore, attraverso la sapiente voce di I.B.Siegumfeldt sia una grande fortuna e piacere per un lettore appassionato di Paul Auster. Si passa attraverso i suoi drammi, la sua incapacità iniziale di scrivere prosa, le sue difficoltà finanziarie e il complicato rapporto con il padre, il fallimento del primo matrimonio e rinascita attraverso il secondo, insomma Paul Auster oltre che ad essere una scrittore è un uomo ed è uno che il cammino se l'è costruito con le proprie mani (e penna) tra fatica e sacrifici, è una di quelle persone che nella vita "ce l'ha fatta" e leggerlo sicuramente contribuisce a un arricchimento.
Personalmente faccio parte della prima categoria sopra nominata e cioè da coloro che non hanno letto nulla di Auster ma ne sono incuriosite e la lettura di questa intervista-saggio mi è stata utile a capire il suo "mondo", a farmi un'idea della qualità della prosa che reputo significante e di sostanza ma anche a osservare il suo percorso di crescita artistica. Mi ha invogliata a conoscerlo meglio e approfondirò sicuramente con la lettura di qualche suo romanzo.
"P.A: Voglio rovesciare le cose. Come un architetto che costruisce una casa con tutti i tubi e i fili elettrici a vista. Sono attratto dal versante artificiale della letteratura. Sappiamo tutti che è un libro: lo apriamo sapendo che non è il mondo reale. E' un'altra cosa. Un'invenzione."