Narrativa straniera
Romanzi autobiografici
Una primavera tardiva
Una primavera tardiva
2586
0Aggiungi ai preferiti
Editore
Casa editrice
Un memoir, i ricordi dell’autore: la sua famiglia, la famiglia d’origine della madre, i due villaggi che l’hanno visto bambino. La cosa che più affascina chi ha letto i romanzi di I.J. Singer è ritrovare l’atmosfera dei tanti, ricorrenti shtetl che fanno da sfondo alle sue storie. E i personaggi veri che popolano Leoncin e Bilgoraj sono, se possibile, ancora più vivi, vivaci, originali di quelli dei romanzi, come se l’autore, mentre scrive, stesse rivivendo quei giorni lontani, e li raccontasse con lo stesso sguardo critico, ironico, ma affettuoso e tollerante che gli appartiene sempre. Un padre, sognatore ingenuo affascinato dal chassidismo con la sua vena mistica, le sue danze e i suoi canti. Ma incapace di mantenere la famiglia a un livello accettabile per la moglie e il suocero, rabbino capo di Bilgoraj, uomo colto, autorevole e benestante. Singer ricorda con orrore i giorni interminabili passati a scuola dai tre anni in poi, ostaggio di insegnanti incompetenti, per non dire squilibrati, di compagni crudeli con i più deboli; e con gioia il poco tempo libero trascorso nei campi con i ragazzi di famiglie semplici e poco religiose. A Bilgoraj la nonna, regina di una cucina affollata e generosa, accoglie la figlia e i nipoti con abbracci calorosi e prelibatezze, in una casa opulenta, in continuo fermento, piena di vita. In quell’atmosfera, Bathsheba, la madre dell’autore, sembra rinascere, illuminarsi, passa ore a dialogare da donna curiosa e intelligente qual’è, con il padre, impegnato a esercitare il suo magistero di rabbino, tra coppie che implorano il divorzio e macellai in preda ai dubbi sulle norme alimentari della religione ebraica. Una storia vera, calata nell’ambiente ristretto di due villaggi d’antan, che in realtà rivela un intero universo.
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Una primavera tardiva
2017-09-26 09:24:04
Enzo
Segnala questa recensione ad un moderatore
Opinione inserita da Enzo 26 Settembre, 2017
Isarel Singer
Dopo aver letto tutto deI fratello Isaac, Israel Singer è stata una sorpresa. Forte, delicato, profondo, non è assolutamente inferiore al fratello e, se fosse rimasto in vita, si sarebbero giocati il Nobel alla pari. Descrive in modo acuto il mondo ebraico di un tempo. Può piacere o no. Annoiare, non direi. Anch'io ho lasciato il libro per qualche giorno, ma poi sono tornato a leggere, come per necessità. Credo che, per argomenti del genere, la forma racconto sia forse la più indovinata. Il romanzo risulta molto più difficile e complicato. Consiglio a tutti di leggerlo senza pregiudizi e con piacere. Nel frattempo, ho acquistato i libri di Esther Singer, la sorella.
Indicazioni utili
Lettura consigliata
sì
Trovi utile questa opinione?
30