Narrativa straniera Romanzi autobiografici Un certo Paul Darrigrand
 

Un certo Paul Darrigrand Un certo Paul Darrigrand

Un certo Paul Darrigrand

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È una mattina d'autunno del 1988. Il giovane Philippe, da poco stabilitosi a Bordeaux per proseguire gli studi, si scontra nei corridoi della facoltà con uno studente di qualche anno più grande. Questione di un secondo, un rapido scambio di sguardi,un turbamento fugace. Quindi un pranzo al ristorante, una passeggiata. Comincia così un rapporto tormentato, emozionante e malinconico. Il fascinoso sconosciuto si chiama Paul Darrigrand e ha gli occhi neri e profondi, il fisico asciutto del surfista, l'aria sicura. Ha anche una moglie, ma questo non basta a frenare la passione che si accende durante una vacanza invernale all'isola di Ré. Il resto sono momenti rubati,abbracci clandestini, dubbi e, per il più fragile Philippe, una lotta accanita contro una misteriosa malattia. Un certo Paul Darrigrand è il racconto di un anno vissuto pericolosamente. Una storia di giovinezza, di esitazioni e di desiderio.



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Un certo Paul Darrigrand 2019-08-08 16:19:36 68
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68 Opinione inserita da 68    08 Agosto, 2019
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Vita e destino





Molti anni sono trascorsi ma c’è ancora un ritratto che narra una storia. Due giovani, uno sempre solo ed eternamente imbronciato con un futuro da scrittore, l’ altro fascinoso, un misto di eleganza e malinconia.
Il suo nome è Paul Darrigrand, un uomo sposato che di colpo ha invaso e stravolto il piccolo mondo del protagonista, uno sguardo nero, profondo, inquisitore, che scava, spoglia e costringe ad abbassare gli occhi, uno sguardo insostenibile, con un sorriso affascinante oltre la prossimità.
Ginocchia che si toccano, mani che si sfiorano per distrazione, una complicità che prende forma.
Il ricordo e la nostalgia di un’ estate e di giorni felici vissuti su un’ isola, fino a quel momento una esistenza frugale, solo pensieri tristi agognando la solitudine, odiando collettività, promiscuità, consanguineità.
Una relazione breve, intensa, destinata a finire, tradotta in un affetto pieno di tenerezza. Solo due parole, ...” facciamo attenzione “..., a significare che la storia non è al capolinea, esiste, resiste, può continuare, chiedendosi il senso di una relazione siffatta e del proprio destino. Ma in fondo di che cosa si tratta, di adulterio o di storia vera?
Poi, un giorno, il sorriso di Paul restituisce l’ amante ed indirizza gli eventi: il protagonista si manterrà debole, scosso e percosso dalla sensazione molesta di ... “ tenere a lui più di quanto lui tenga a me “...., di ....” avere bisogno di lui più di quanto lui abbia bisogno di me “.... Spesso gli capiterà di pensare ... “ si’, mi ama, ma non abbastanza “... , a volte .... “ no, non mi ama per niente”... e continua ad esserci una moglie da detestare che semplicemente occupa il posto che si voleva per se’.
Fino a quel cambiamento improvviso, inaspettato, tremendo, che ridefinisce il senso del vivere e ad un’ altra storia da raccontare.
L’ ansia di un presente in cui lottare, un futuro assai incerto, la paura di vivere e di morire, il desiderio di catturare un’ ombra, un profumo, un dettaglio.
Oggi si svela l’ altro lato della storia, la realtà dietro la finzione, quella scissione dell’ io narrante, spensierato, innamorato, ma anche ansioso, sottomesso, non più l’ intimità della pelle, ma quella delle parole, infinitamente più pericolosa.
E nella relazione con Paul una certa passività, sottratta alla debolezza ed alla malattia, con una infinita paura di perderlo.
Che cosa era stato realmente ? C’erano stati i momenti rubati, abbracci, ed il loro ricordo, parole mormorate, il morso della lontananza, la clandestinità, una cosa che apparteneva solo ...” a noi due “..., non comunicabile al mondo esterno. C’era stato un sentimento e la lentezza che acuiva il sentimento.
C’erano state parole che ...” potrei pronunciare anch’io “... c’era stato ....” il suo potere su di me “....
c’era stata una confessione che era per lui il modo migliore di chiudere la storia, la ...” nostra storia “.... Però ...” ero convinto che saremmo stati felici insieme “...
Alla fine era passato quasi un anno tra il momento in cui il protagonista si era scontrato con Paul Darrigrand sulla soglia di un aula all’ ultimo piano di un edificio universitario di Bordeaux e quello in cui lui aveva chiuso la porta di un appartamento parigino.
Quest’anno, per quanto assurdo, forse era stato il più bello della sua vita....

...” Avevo perso la testa per un uomo irraggiungibile ed avevo giocato pericolosamente con la morte. Ma potevo anche dire di avere amato e di essere ancora vivo “...

Una voce tormentata, scossa, dolente, concentrato di vita e di morte all’ inseguimento di un amore sublimato e di una risposta improbabile se non racchiusa in se’ e nella propria sofferenza.
La soavità e la bellezza di pochi momenti intensamente vissuti la sola risposta, con la certezza che nulla riporterà quegli istanti, se non la possibilità di un ritorno alla vita ed il cambiamento personale dopo l’ introiezione di un amore siffatto.


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